Bombe americane colpiscono l’ospedale di Medici senza Frontiere (Msf) a Kunduz, in Afghanistan, città sotto il controllo dei talebani e da giorni teatro di scontri con le forze di sicurezza governative: almeno 20 i morti (bilancio provvisorio), secondo quanto detto al Guardian online da fonti di Msf. I feriti sono numerosi e il bilancio è destinato a salire; tra le vittime 12 medici e 7 pazienti. Uccisi anche alcuni bimbi. Il bombardamento è proseguito per mezz’ora dalla segnalazione alle forze armate Usa e afgane, denuncia Msf su Twitter, aggiungendo che tutte le parti in conflitto, incluse Kabul e Washington, conoscevano le coordinate delle strutture già da mesi. Il portavoce delle forze Usa in Afghanistan, colonnello Brian Tribus però difende i suoi e dichiara: “Indaghiamo sull’incidente. Le forze Usa hanno condotto un raid aereo sulla città di Kunduz alle 2,15 locali, contro individui che minacciavano le forze”.
Terroristi nascosti nel nosocomio bombardato? Kabul e gli americani sostengono che nell’ospedale si nascondevano 10-15 terroristi, tutti uccisi. Circa 80 membri dello staff dell’ospedale, fra cui 15 stranieri, sono stati portati in salvo. Il segretario alla Difesa Usa Ash Carter commenta: “Stiamo cercando di determinare cosa sia successo esattamente e voglio esprimere il mio cordoglio alle persone colpite. Un’indagine completa sui tragici fatti è in corso in coordinamento con il governo afghano”.
La condanna dell’Unione Europea. “Sono profondamente scioccato nell’apprendere della morte di almeno nove membri dello staff di Msf nel bombardamento di un ospedale a Kunduz”, questo il commento del Commissario Ue per l’Aiuto umanitario e la gestione delle crisi Christos Stylianides in una nota con cui la Commissione Ue “deplora le morti”, porgendo “sincere condoglianze”.
Altre accuse. Anche i talebani hanno condannato “il selvaggio attacco” in cui sono stati “martirizzati decine di medici, infermiere e pazienti”. L’Emirato islamico dell’Afghanistan, sostiene il portavoce Zabihullah Mujahid, “condanna questo crimine americano”. Questo gesto, si dice ancora, mostra agli afghani e al mondo “la natura spietata ed ipocrita degli invasori e dei loro mercenari”.
Solidarietà a Msf da altre Ong. Emergency esprime solidarietà a Medici senza Frontiere e condanna fermamente l’attacco: “Bombardare un ospedale dove si curano i feriti è un atto di violenza inaccettabile. Un ospedale è un luogo di cura che come tale va tutelato e ciò è possibile solo se gli ospedali vengono rispettati da tutte le parti in conflitto, come previsto dalle convenzioni di Ginevra”. Emergency resta a disposizione di Msf e della popolazione di Kunduz per curare gli altri feriti che potranno essere evacuati dalla città. Emergency, che in Afghanistan gestisce 3 ospedali, 1 centri di Maternità e 45 posti di primo soccorso, è inoltre molto preoccupata dal costante peggioramento delle condizioni di sicurezza: nel Paese si combatte in 25 province su 34 e il numero dei feriti e delle vittime civili cresce di mese in mese. “La violenza e l’instabilità in cui sta precipitando l’Afghanistan rende sempre più difficile garantire l’attività degli operatori umanitari e tutto questo rischia di tradursi in un ulteriore danno a discapito della popolazione afgana”, conclude la nota dell’Organizzazione non governativa.
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