“Io, Robotto. Automi da compgnia” in mostra a Rovereto dal 25 febbraio

La marionetta meccanica a molla ‘Karakuri Tea Serving Robot’ che trasporta una tazza di tè fino al commensale prescelto e poi ritorna in cucina quando la tazza è stata sollevata dal suo vassoio. La ‘Little Jammers Pro’, un sistema di riproduzione sonora strutturato come un’orchestra di piccoli e perfetti automi meccanici, che riproduce una vasta biblioteca di brani jazz memorizzata su cartucce dedicate.  Oppure il ‘Robocco Pouring Beer Robot’, l’unico automa in grado di fungere da frigorifero, aprire una lattina di birra e versarla lentamente in un boccale da servire su richiesta. O ancora Nao, il più complesso e sofisticato androide acquistabile sul mercato, che riconosce gesti e volti, ha mani prensili, sensori di pressione sotto ai piedi, 25 gradi di libertà di movimento, è dotato di intelligenza artificiale autonoma e programmabile in differenti linguaggi, e di software per il riconoscimento vocale.

Questi sono solo alcuni dei sorprendenti gioielli tecnologici che il pubblico potrà scoprire nell’originale mostra ‘Io, Robotto – Automi da compagnia‘, allestita a Rovereto (Trento) presso Palazzo Alberti Poja, dal 25 febbraio al 27 agosto, e nata dalla collaborazione tra il giornalista Massimo Triulzi, esperto di tecnologia e appassionato di robotica, e Franco Finotti, Direttore della Fondazione Museo Civico di Rovereto.

Autentico esempio di come la fantasia possa diventare realtà e inesauribile fonte di ispirazione per registi e scrittori, disegnatori e fumettisti, il robot appare in questo percorso come un oggetto complesso non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche per le funzioni, l’aspetto e l’identità che ha assunto nel tempo, acquisendo nuovi ruoli e valori didattico-sociali e diventando oggi sempre più simile al suo creatore, l’uomo. Attraverso l’esposizione di oltre 90 modelli realmente commercializzati e venduti, il percorso delinea una vera storia della robotica di intrattenimento (anche mediante supporti multimediali e interattivi a disposizione del pubblico) descrivendo il robot come frutto di ricerca, innovazione, tecnologia e creatività.

Nella mostra il robot sarà raccontato in modo originale e accattivante nei suoi molteplici utilizzi: da semplice giocattolo meccanico a strumento domestico a reale traguardo tecnologico, usato anche a fini sociali, come per esempio My Keepon di BeatBoats (2011), la versione commerciale del buffo automa a forma di pallina gialla con due piccoli occhi, realizzato dal dottor Hideki Kozima per studiare lo sviluppo sociale nei bambini autistici.

Un calendario fitto di appuntamenti accompagnerà poi l’esposizione: dai laboratori didattici per le scuole alle demo di robotica per il pubblico, dalla presentazione di libri agli incontri a tema.(ANSA).

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