Due eventi in particolare hanno contrassegnato la 37° giornata della guerra non “dichiarata”, ma attuata, dalla Russia contro l’Ucraina: la visita a Kiev e il discorso tenuto nell’aula del parlamento ucraino dalla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e un devastante attacco esplosivo ad un deposito di carburante sul suolo della Russia a poca distanza dal confine con l’Ucraina. Un episodio su cui si cerca di fare chiarezza: non si sa chi abbia compiuto l’attentato, né gli ucraini né i russi selo attribuiscono.
L’iniziativa di Roberta Metsola è un viaggio decisamente importante perché mai, dall’inizio dell’invasione russa, un leader di un’istituzione dell’Unione europea si era recato in Ucraina. La presidente è arrivata nella giornata di oggi a Kiev, forte del voto quasi unanime con cui lo scorso primo marzo l’assemblea legislativa Ue ha raccomandato la concessione dello status di candidato all’Ucraina.
La Metsola ha incontrato il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, che ha definito la visita “un potente segnale di sostegno politico”, ed è poi intervenuta alla Verkovna Rada, il parlamento ucraino, dove ha detto: “Sono a Kiev per dare un messaggio di speranza”, sottolinea ndo che “la resistenza e il coraggio degli ucraini hanno ispirato il mondo. Siamo con voi. Grazie a Ruslan Stefanchuk (il presidente della Camera ndr) per l’invito”, ha scritto Metsola su Twitter, allegando una foto in cui lo abbraccia.
“Vi aiuteremo a ricostruire le vostre città quando questa guerra non provocata e non necessaria finirà – ha detto la presidente rivolgendosi al popolo ucraino – stiamo già fornendo assistenza militare e umanitaria e continueremo a farlo. Ci prenderemo cura delle vostre famiglie che sono state costrette a fuggire dal Paese. E ciò sarà fatto fino al giorno in cui potranno ritornare alle loro case e ricostruire le loro vite”.
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