Pneumatici ricostruiti: segnali di risveglio del mercato grazie ai dazi anti-dumping

Dopo sei anni consecutivi di calo, nel 2018 il mercato europeo dei pneumatici ricostruiti è tornato a registrare il segno positivo in termini di vendite. Come dimostrano infatti i dati diffusi da Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici), lo scorso anno le vendite di pneumatici ricostruiti nella Ue sono aumentate del 2,1% sul 2017. Ad incidere sulla crescita, l’introduzione da parte dell’Unione Europea dei dazi antidumping sulle importazioni di pneumatici nuovi e ricostruiti per autobus o autocarri provenienti dalla Cina.

”L’impatto dei dazi è stato indubbiamente rapido e positivo, già un mese dopo l’introduzione dei dazi provvisori si sono visti segnali di risveglio del mercato, ad esempio le carcasse ricostruibili hanno subito visto un aumento della domanda e del loro valore – ha precisato Stefano Carloni, presidente dell’Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici (foto) – . Nei mesi successivi abbiamo visto che anche le vendite hanno seguito questa tendenza positiva, e dopo anni di calo continuo molti ricostruttori vivono finalmente una ripresa della produzione. Possiamo dire che l’introduzione dei dazi ha prodotto l’inversione di tendenza che speravamo; tuttavia, per quanto importante sia l’effetto dei dazi, questo elemento da solo non basta a mettere in sicurezza la ricostruzione, che dovrà adesso lavorare per costruire un nuovo corso”.

Per il futuro ”l’industria europea sarà verso l’economia circolare, l’industria della ricostruzione avrà bisogno di trovare misure strutturali in grado di sostenere la produzione e la domanda nel medio-lungo termine – ha aggiunto il presidente Airp – . Servirebbe ad esempio un sistema di certificazione della carcassa: è un elemento che ad oggi manca, ma che riteniamo potrebbe dare un solido fondamento al futuro della ricostruzione, stimolando anche la competitività del prodotto nuovo”.

”L’Italia – conclude Carloni – ha una grande tradizione nella ricostruzione anche sul versante dei macchinari e dei materiali, un’industria che negli anni si è saputa affermare come un’eccellenza a livello internazionale, arrivando a esportare gran parte della propria produzione. Se si visitano degli stabilimenti di ricostruzione in altri paesi europei è molto probabile infatti che le linee di produzione siano made in Italy. Proprio per questo le nostre industrie hanno saputo resistere bene alla crisi degli ultimi decenni, e ad oggi offrono importanti opportunità per innovare e rilanciare la ricostruzione italiana e la sua competitività”. (Ansa)

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