di FRANCESCO MARIA PROVENZANO –
Lunedì 16 dicembre l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 9:30 e l’Assemblea ha ripreso l’esame del ddl n. 1586, Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022. Il provvedimento contiene una serie di interventi per invertire la stagnazione: per l’anno in corso è prevista una crescita del PIL reale dello 0,1 per cento, mentre per il prossimo anno le stime prevedono un leggero rialzo del PIL allo 0,6 per cento, in gran parte per effetto delle misure contenute nella manovra (vedi comunicato n. 173). Nella seduta di venerdì 13 dicembre si era conclusa la discussione generale.
Oggi, in sede di replica, i relatori di maggioranza, sen. Rossella Accoto (M5S) e Stefano (PD) hanno ribadito che la manovra punta al rilancio economico, culturale e sociale del Paese dando forti segnali di ripresa. Aver disinnescato l’aumento dell’IVA permette di bloccare un effetto depressivo sui consumi (e quindi sulla crescita del PIL) ed evita un effetto regressivo (la pressione fiscale avrebbe colpito le famiglie con i redditi più bassi). Il provvedimento mira a migliorare la vita dei cittadini e delle imprese attraverso l’introduzione di misure concrete: interventi per la sostenibilità ambientale, bonus per l’edilizia, misure per il welfare, per la sanità, per la famiglia, per la disabilità; disposizioni in materia di credito d’imposta per investimenti in ricerca, innovazione tecnologica e altre attività innovative per la competitività delle imprese. Parimenti, le deplorate plastic tax, sugar tax e Robin tax, sulle quali sono stati apportati interventi correttivi, frutto di un punto di equilibrio tra le diverse posizioni politiche, mirano alla diffusione di comportamenti di consumo più attenti alla salute dei cittadini.
I relatori di minoranza sen. Damiani (FI) e Erica Rivolta (L-SP), sottolineando ancora una volta che le clausole di salvaguardia sono ereditate dal Governo Gentiloni, hanno confermato contrarietà a un provvedimento che – a loro parere – avrà solo effetti negativi su cittadini e imprese, aumentando la pressione fiscale e mancando d’impatto sulla crescita. Il vice ministro dell’economia Laura Castelli ha evidenziato che la manovra, unitamente al decreto-legge fiscale, fa scelte politiche coraggiose rimodulando la fiscalità, promuovendo una vera lotta all’evasione, conferendo risorse importanti agli enti locali. Altrettanto significativi sono gli interventi per la crescita, come Impresa 4.0, e le misure per il rilancio degli investimenti pubblici e privati, in particolare quelli del Green new deal. Dopo che l’Assemblea ha approvato, senza emendamenti, i 18 articoli della seconda sezione del ddl di bilancio, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, D’Incà, ha presentato il maxiemendamento 1.9000 interamente sostitutivo della prima sezione del provvedimento, che recepisce le modifiche approvate dalla 5a Commissione. Il Presidente del Senato Casellati ai sensi dell’articolo 161, comma 3-ter del Regolamento, ha dichiarato inammissibili alcuni commi del maxiemendamento, in quanto recano disposizioni di carattere ordinamentale estranee al contenuto della legge di bilancio come definito dalla legge generale di contabilità dello Stato. Sono state quindi espunte dal testo disposizioni in materia di commissari straordinari, personale delle Province, sblocca-Italia, modifiche della legge sulla concorrenza, giustizia amministrativa, magistratura contabile, cambiale digitale, educazione civica, banche di credito cooperativo, informatizzazione Inail, agenda digitale della PA, misure per l’innovazione, organizzazione del Ministero della giustizia, disposizioni in materia di canapa. La Commissione bilancio, esaminati i profili di copertura, ha chiesto sostituzioni, integrazioni e soppressioni dei commi del maxiemendamento.
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento D’Incà ha posto la questione di fiducia sull’approvazione del maxiemendamento 1.9000, nella parte valutata ammissibile dalla Presidenza e con le modifiche richieste dalla Commissione bilancio.
Alla discussione sulla fiducia hanno preso parte i sen. Loredana De Petris (Misto-LeU), Alessandra Gallone, Ferro, Licia Ronzulli, Gasparri (FI), Annamaria Parente, Comincini, Donatella Conzatti (IV-PSI), Roberta Ferrero, Tosato (L-SP), Mollame, Susy Matrisciano (M5S), Elena Cattaneo (Aut), Isabella Rauti (FdI), Taricco (PD). La sen. Emma Bonino (Misto) ha annunciato di non voler partecipare a quella che considera una farsa; la manovra, nel merito e nel metodo, è in piena continuità con il primo Governo Conte: esautorato il Parlamento, confermate quota 100 e reddito di cittadinanza, flessibilità a debito, annunci su green new deal privi di risorse.
Nelle dichiarazioni di voto hanno annunciato la fiducia i sen. Steger (Aut), Errani (Misto-LeU), Renzi (IV-PSI), Manca (PD) e Elisa Pirro (M5S). Hanno negato la fiducia i sen. Calandrini (FdI), Romeo (L-SP) e Pichetto Fratin (FI).
In dissenso dal Gruppo del M5s, il sen. Paragone ha annunciato voto contrario a una manovra prigioniera della logica restrittiva europea.
Le Autonomie hanno posto l’accento sulla sterilizzazione degli aumenti Iva e sul taglio del cuneo fiscale; tra i miglioramenti apportati in Commissione: le misure per la provincia di Bolzano e la Valle d’Aosta, la disciplina dei lavoratori stagionali, la proroga delle concessioni idroelettriche e per l’autostrada del Brennero.
Misto-LeU ha posto l’accento sulle misure di rilancio del welfare (abolizione del super ticket, aumenti del fondo della sanità, borse di specializzazione, asili nido, politiche abitative, risorse per le non autosufficienze), sull’equità e la lotta all’evasione fiscale (109 miliardi di mancate entrate per l’erario), sulle misure per la crescita basate sulla transizione ecologica. La manovra prevede 28 miliardi di tasse in meno, redistribuisce il reddito e il prelievo fiscale; grazie all’intervento della Commissione è stato ridotto l’impatto della plastic tax, della sugar tax e della misura sulle auto aziendali.
Italia Viva ha posto l’accento sul taglio del cuneo fiscale, sulle misure per la mobilità urbana, sulle misure per la parità di genere e il piano strategico contro la violenza di genere. Ha poi evidenziato tre errori del Governo precedente: quota cento, reddito di cittadinanza, condoni fiscali.
Fratelli d’Italia ha sottolineato che la manovra di 32 miliardi di euro è finanziata per metà con maggiori tasse e per metà con deficit aggiuntivo (il rapporto deficit/Pil arriva quasi al 3 per cento, mentre l’anno scorso l’Italia ha rischiato una procedura di infrazione per il 2,4 per cento). L’anno prossimo restano da sterilizzare 26 miliardi di clausole Iva; l’intervento timido. Il Gruppo ha elaborato una contromanovra che prevedeva la flat tax sul reddito incrementale, misure di sostegno alle attività produttive, incentivi alle assunzioni e alle famiglie.
La Lega, che ha ottenuto in Commissione lo stanziamento di un miliardo per le olimpiadi Milano-Cortina, ha ricordato che 19 miliardi di aumenti Iva sono un’eredità del Governo Gentiloni. La manovra, che non è espansiva ma recessiva, è una manovra tasse e manette: i nuovi balzelli, plastic tax e sugar tax, mettono in difficoltà le aziende nazionali.
Forza Italia ha ricordato che il Paese è in stagnazione e in crollo demografico, non attrae investimenti, ha il 10 per cento di disoccupazione, non garantisce più servizi sanitari universali e un adeguato livello di istruzione. Per poter redistribuire, occorre anzitutto produrre reddito: la manovra non prevede una politica industriale (Whirpool, Alitalia e Ilva chiudono) né una politica attiva del lavoro, non prevede una riforma fiscale ma aumenta la spesa corrente e introduce nuove tasse. Il Governo favorisce i giganti del web ma sopprime la cedolare secca per i piccoli esercizi.
Secondo il PD la manovra restituisce il Paese alla centralità europea, la responsabilità e la fiducia del Governo frutteranno nel quadriennio 38 miliardi di minori interessi sul debito. La legge di bilancio ha una visione: investe 50 miliardi nel green new deal, punta all’innovazione che può tenere insieme capitale e diritti del lavoro, restituisce centralità al lavoro, sostiene i consumi, contrasta le diseguaglianze. La manovra evita aumenti dell’Iva per 23 miliardi che avrebbero pesato mediamente 600 euro sul bilancio familiare; investe sulla sanità, sul diritto allo studio e sull’apprendistato; apre una nuova stagione tra Stato e autonomie territoriali.
Secondo M5S la manovra, nata nel segno dell’emergenza e della responsabilità, contiene misure strategiche, concrete e di qualità: dà forma all’agenda europea in tema di ambiente e innovazione, estende industria 4.0 alle piccole imprese, introduce il credito d’imposta per la decarbonizzazione e l’economia circolare. La pressione fiscale complessiva rimane al 41 per cento, ma viene detassato il lavoro ed eliminata la tassazione Naspi.
Con 176 voti favorevoli e 128 contrari l’Assemblea ha rinnovato la fiducia approvando il maxiemendamento. La seduta è stata sospesa, in attesa che il Governo presenti la Nota di variazioni che dovrà essere esaminata dalla Commissione bilancio.
Martedì 17 l’Aula si è riunita alle ore 9:30 e l’Assemblea ha avviato l’esame del ddl n. 1638, conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili, già approvato dalla Camera dei deputati. Il testo è esaminato senza relazione, non essendo stato concluso l’esame in sede referente.
L‘articolo 3 riguarda il rafforzamento degli strumenti di contrasto alle indebite compensazioni di crediti effettuate tramite il modello F24 (estende l’obbligo di utilizzare modalità di pagamento telematiche a tutti i soggetti che intendono effettuare la compensazione e introduce una specifica disciplina sanzionatoria).
L’articolo 4 reca una serie di misure in materia di contrasto all’omesso versamento delle ritenute: dispone l’obbligo per il committente di richiedere, all’impresa appaltatrice o affidataria e alle imprese subappaltatrici, copia delle deleghe di pagamento relative al versamento delle ritenute ai fini del riscontro dell’ammontare complessivo degli importi versati dalle imprese; stabilisce che il committente è tenuto a sospendere il pagamento dei corrispettivi maturati dall’impresa appaltatrice o affidataria nel caso di mancata trasmissione o nel caso risultino omessi o insufficienti versamenti; estende l’inversione contabile in materia di IVA (reverse charge) alle prestazioni effettuate mediante contratti di appalto, subappalto, affidamento a soggetti consorziati o rapporti negoziali comunque denominati, che vengono svolti con il prevalente utilizzo di manodopera presso le sedi di attività del committente e con l’utilizzo di beni strumentali di proprietà del committente.
L’articolo 11-bis prevede la destinazione di 5 milioni di euro annui, a partire dal 2020, per il finanziamento delle attività strettamente connesse alla digitalizzazione della logistica del Paese, da utilizzare secondo un’apposita convenzione da stipulare con il soggetto attuatore della Piattaforma logistica nazionale.
L’articolo 13-bis prevede nuovi criteri per gli investimenti destinati ai piani di risparmio a lungo termine (PIR) costituiti a decorrere dal 1° gennaio 2020.
L’articolo 15 estende al periodo d’imposta 2020 l’esonero dall’obbligo di fatturazione elettronica, già previsto dalla normativa vigente per il periodo d’imposta 2019 nel rispetto delle disposizioni sulla protezione dei dati personali, in relazione a prestazioni sanitarie effettuate nei confronti delle persone fisiche.
L’articolo 16, che sposta alla data del 1° luglio 2020 l’avvio della predisposizione da parte dell’Agenzia delle entrate, per i soggetti passivi dell’IVA residenti e stabiliti in Italia, delle bozze precompilate dei registri IVA nonché delle comunicazioni delle liquidazioni periodiche.
L’articolo 16-bis reca modifiche in materia di dichiarazione dei redditi e di assistenza fiscale: differisce dal 23 luglio al 30 settembre il termine per la presentazione del Modello 730; rimodula i termini entro cui i CAF-dipendenti, i professionisti abilitati e i sostituti d’imposta devono effettuare le comunicazioni ai contribuenti e all’Agenzia delle entrate e introduce un termine mobile per effettuare il conguaglio d’imposta. L’articolo 19 esclude dal reddito imponibile le vincite della lotteria degli scontrini.
L’articolo 22 introduce un credito d’imposta pari al 30 per cento delle commissioni addebitate per transazioni effettuate con carte di pagamento a decorrere dal 1° luglio 2020. Esso è riconosciuto a esercenti i cui ricavi e compensi riferiti all’anno d’imposta precedente non eccedano l’importo di 400.000 euro. L’agevolazione si applica nel rispetto della normativa europea sugli aiuti de minimis. L’articolo 33 differisce al 16 gennaio 2020 la ripresa dei versamenti sospesi fino al 30 settembre 2019 per i contribuenti (persone fisiche non titolari di partita IVA e soggetti titolari di partita IVA) interessati dal sisma del 26 dicembre 2018 che ha colpito alcuni comuni della provincia di Catania.
L’articolo 37 posticipa dal 31 luglio al 30 novembre 2019 il termine per il versamento di somme dovute a titolo di definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione (cosiddetta rottamazione-ter delle cartelle esattoriali), disciplinata dal decreto-legge n. 119 del 2018. Inoltre estende al 2019 e al 2020 le norme che consentono la compensazione delle cartelle esattoriali in favore delle imprese titolari di crediti commerciali e professionali non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, maturati nei confronti della pubblica amministrazione e certificati secondo le modalità previste dalla normativa vigente, con riferimento ai carichi affidati agli Agenti della riscossione entro il 31 ottobre 2019. Infine riordina la disciplina generale degli interessi per il versamento, la riscossione e i rimborsi di tutti i tributi. Tali interessi sono fissati, nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica, entro una forbice compresa tra lo 0,1 e il 3 per cento.
L’articolo 39 inasprisce le pene per i reati tributari e abbassa alcune soglie di punibilità; introduce inoltre, in caso di condanna, la confisca dei beni di cui il condannato abbia disponibilità per un valore sproporzionato al proprio reddito (cosiddetta confisca allargata). La disposizione modifica, inoltre, la disciplina della responsabilità amministrativa degli enti per prevedere specifiche sanzioni amministrative quando il reato di dichiarazione fraudolenta è commesso a vantaggio dell’ente. A seguito dell’esame presso la Camera, l’inasprimento delle pene è stato attenuato per le condotte non caratterizzate da fraudolenza, per le quali è stata anche esclusa la confisca allargata; è stata inoltre consentita, anche per le condotte fraudolente, l’applicazione della causa di non punibilità in caso di integrale pagamento del debito tributario ed è stato ampliato il catalogo dei reati tributari che danno luogo a responsabilità amministrativa dell’ente.
La sen. Modena (FI) ha avanzato una pregiudiziale di costituzionalità: il decreto-legge introduce il principio della confisca allargata e contrasta l’evasione con la presunzione di colpevolezza di imprenditori, commercianti e artigiani. Il sen. D’Arienzo (PD), nel rigettare la pregiudiziale, ha argomentato che la confisca non si basa su presunzioni, bensì sulla condanna di chi abbia annotato più di 100.000 euro nei libri contabili e abbia disponibilità di un valore sproporzionato al proprio reddito.
Respinta la questione pregiudiziale, è iniziata la discussione generale.
Hanno preso la parola i sen. Saviane, Pepe (L-SP), Endrizzi, Gelsomina Vono, Fenu (M5S), D’Arienzo (PD), Perosino (FI).
Il Governo ha posto la questione di fiducia sull’approvazione dell’articolo unico di conversione del testo licenziato dalla Camera.
Alla discussione sulla fiducia hanno partecipato i sen. Montani (L-SP), Mallegni (FI), Comincini (IV-PSI), Elvira Evangelisti (M5S). In sede di dichiarazione di voto favorevole, secondo il sen. Buccarella (Misto) il provvedimento punta a contrastare la grande evasione che fa mancare annualmente all’erario 110 miliardi che potrebbero essere utilizzati per politiche pubbliche e mirate riduzioni della pressione fiscale. Il sen. Steger (Aut) ha espresso forti perplessità sulla stretta sul contante (limite a 2000 euro dal mese luglio), ha invece apprezzato le disposizioni su assicurazioni, mutui, autoscuole, il fondo per le piccole imprese e l’amianto. Secondo il sen. Marino (IV-PSI) il decreto fa sintesi tra visioni di forze politiche e realizza un salto di qualità; favorevole al rispetto della legalità (lotta all’evasione fiscale e contributiva, alle frodi fiscali, alle compensazioni indebite, al gioco illegale) il Gruppo non condivide l’articolo 39 sulla confisca allargata. Secondo i sen. D’Alfonso (PD) e Cinzia Leoni (M5S) il decreto non criminalizza alcune categorie, ma prevede incentivi e premi per i contribuenti onesti e inasprimenti per i grandi evasori.
In sede di dichiarazione di voto contrario, il sen. De Bertoldi (FdI) ha deprecato il metodo seguito: il decreto, che non è stato discusso in Commissione ed è giunto blindato in Aula, non contiene disposizioni per semplificare il fisco e sbloccare i fondi europei non spesi, si disinteressa delle categorie produttive. Il sen. Bagnai (L-SP) ha posto l’accento sulla aleatorietà delle coperture del decreto, che tende a terrorizzare i piccoli imprenditori senza colpire i grandi evasori. Il sen. Sciascia (FI) ha criticato in modo particolare l’aumento delle sanzioni penali e amministrative: l’unico modo per ridurre l’evasione è semplificare il fisco e ridurre la pressione fiscale.
La Conferenza dei Capigruppo ha rimodulato il calendario della settimana: domani sarà discusso il decreto-legge sul reclutamento scolastico sul quale il Governo ha preannunciato la fiducia, le dichiarazioni di voto inizieranno giovedì 19 alle ore 9,30. Le opposizioni hanno criticato il rinvio della costituzione degli Uffici di Presidenza delle Commissioni d’inchiesta sulle banche e sul Forteto e la volontà del Governo di prorogare le Autorità garanti per la privacy e la comunicazione. La proposta dei sen. De Bertoldi (FdI), Gasparri (FI) e Antonella Faggi (L-SP) di ripristinare il precedente calendario, che prevedeva la nomina di organismi parlamentari e di garanzia, è stata respinta.
L’Assemblea con 166 voti favorevoli e 122 contrari, ha rinnovato la fiducia al Governo approvando definitivamente il ddl n. 1638, collegato alla manovra finanziaria, conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili. La seduta è terminata alle ore 17:30.
Mercoledì 18 l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 10:30 il Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha accolto, insieme al Presidente della Camera, Roberto Fico, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, in visita ufficiale in Italia.
I Presidenti delle Camere hanno preso la parola nell’Aula del Senato prima dell’allocuzione del Segretario Generale ONU davanti ai senatori e ai deputati, riuniti per l’occasione.
L’Assemblea alle ore 12 ha avviato l’esame del ddl n. 1633, conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, recante misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti, già approvato dalla Camera dei deputati.
La relatrice, sen. Granato (M5S), ha illustrato il provvedimento. L’articolo 1 prevede l’indizione, entro il 2019, di una procedura straordinaria, per titoli ed esami, per il reclutamento di 24.000 docenti nella scuola secondaria di primo e di secondo grado, riservata a docenti precari con specifici requisiti di esperienza nelle scuole statali, oltre che di formazione. Il decreto-legge disciplina la procedura straordinaria, che sarà bandita a livello nazionale ma organizzata su base regionale. La procedura straordinaria e riservata è finalizzata anche al conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria di primo e di secondo grado, che non dà però diritto all’assunzione nello Stato. L’articolo 1-bis autorizza l’avvio entro il 2020 di un concorso per la copertura dei posti per l’insegnamento della religione cattolica, che non si svolge da molti anni. L’articolo 1-ter prevede l’acquisizione, da parte del personale docente, di competenze relative alle metodologie e tecnologie della didattica digitale e della programmazione informatica (coding). L’articolo 1-quater prevede la costituzione di nuove graduatorie provinciali da utilizzare per il conferimento delle supplenze annuali e di quelle fino al termine delle attività didattiche. L’articolo 1-quinquies reca una disciplina a regime in materia di esecuzione dei provvedimenti giurisdizionali che comportino la decadenza dei contratti di lavoro di docenti stipulati presso le istituzioni scolastiche statali. L’articolo 1-sexies rende possibile, in via transitoria, l’attivazione di un supporto educativo temporaneo nelle scuole dell’infanzia paritarie comunali che non riescano a reperire, per le sostituzioni, personale docente abilitato.
L’articolo 2, ai commi 1 e 2, modifica la procedura per il reclutamento di dirigenti scolastici. I commi 3 e 4 autorizzano il Ministero a bandire un concorso per l’assunzione, da gennaio 2021, di 59 dirigenti tecnici e, dal 2023, di ulteriori 87 dirigenti tecnici. L’articolo 2, al comma 5 e al comma 5-bis, interviene per la stabilizzazione, come collaboratori scolastici, di 11.263 dipendenti delle imprese attualmente impegnate nei servizi di pulizia nelle scuole i quali abbiano 10 anni di servizio a tempo indeterminato. L’articolo 2, comma 6, prevede una procedura selettiva riservata per il reclutamento di personale dell’area di Direttore dei servizi generali e amministrativi nelle scuole (DSGA). L’articolo 3, al comma 1, esclude anche i dirigenti scolastici e il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) – unitamente al personale docente ed educativo delle scuole, che ne era già escluso – dal sistema di verifica biometrica dell’identità e di videosorveglianza degli accessi ai fini della verifica dell’osservanza dell’orario di lavoro introdotto per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche dalla legge n. 56 del 2019. L’articolo 4 reca norme per la semplificazione delle procedure di alcuni acquisti da parte delle università, delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica e degli enti pubblici di ricerca. In particolare si prevede che alcune forme di acquisto centralizzato tramite Consip SpA non trovino applicazione per questi enti quando si tratta di acquisti destinati all’attività di ricerca, al trasferimento tecnologico e alla terza missione. L’articolo 5 riguarda la durata dell’abilitazione scientifica nazionale, che viene portata da sei a nove anni. Inoltre proroga fino al 31 dicembre 2021 la facoltà, attribuita alle università, di procedere alla chiamata nel ruolo di professore di prima e di seconda fascia di soggetti già in servizio nella stessa università. L’articolo 6 riguarda la procedura di assunzione di dipendenti degli enti pubblici di ricerca. L’articolo 7 chiarisce che l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione civica non determina l’incremento della dotazione organica complessiva. L’articolo 8 prevede che il bonus per la valorizzazione del merito, inizialmente destinato solo ai docenti di ruolo, sia destinato anche ai docenti con contratto a tempo determinato. L’articolo 9 reca la copertura finanziaria di alcune delle disposizioni del decreto-legge recanti oneri. L’articolo 9-bis dispone che le disposizioni del decreto-legge sono applicabili nelle Regioni a statuto speciale e nelle Province autonome di Trento e Bolzano solo compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.
I sen. Berutti (FI) e Ciriani (FdI) hanno avanzato una questione pregiudiziale di costituzionalità: il provvedimento, che incide sul prossimo anno scolastico, è privo dei caratteri di necessità e urgenza; il contenuto del decreto è di tipo amministrativo anziché legislativo; le norme sul reclutamento dei docenti violano i principi di eguaglianza, libertà d’insegnamento e di generalità delle norme statali sull’istruzione, escludendo dai concorsi per l’immissione in ruolo gli insegnanti delle scuole paritarie e coloro che hanno seguito corsi di formazione regionale mentre i facenti funzione di direttori amministrativi non possono accedere al concorso straordinario; le norme sull’internalizzazione dei servizi di pulizia e sicurezza crea problemi alle imprese e comporta un dimezzamento della retribuzione dei lavoratori. La sen. Saponara (L-SP), avanzando una pregiudiziale, ha elencato i problemi irrisolti che riguardano il mancato recupero della graduatoria del 2004, i diplomati magistrali, gli insegnanti di religione, i dirigenti scolastici, i precari di terza fascia, gli assistenti amministrativi.
Respinta la pregiudiziale, si è svolta la discussione generale alla quale hanno partecipato i sen. Annamaria Parente (IV-PSI), Verducci (PD), Pittoni (L-SP), Fulvia Caligiuri (FI) e Michela Montevecchi (M5S).
Il sottosegretario di Stato per l’istruzione, l’università e la ricerca scientifica De Cristofaro ha affermato che il ddl non risolve tutti i problemi del precariato ma segna un’inversione di tendenza strategica; ha difeso inoltre le disposizioni di stabilizzazione degli ex LSU in quanto misura di giustizia sociale. Il ministro per i rapporti con il Parlamento D’Incà ha posto la questione di fiducia sull’approvazione, senza emendamenti, del testo licenziato dalla Camera. Alla discussione sulla fiducia hanno preso parte i sen. Fantetti (FI), Rampi (PD), Saponara (L-SP), Binetti (FI) e Russo (M5S). Le dichiarazioni e il voto finale si terranno domani mattina. La seduta è terminata alle ore 14:45.
Giovedì 19 l’Assemblea si è riunita alle ore 9:30 con le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia e la votazione con appello nominale.
Con 160 voti favorevoli e 121 contrari, l’Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo approvando definitivamente il ddl n. 1633, conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, recante misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti, già approvato dalla Camera dei deputati.
Nella seduta di ieri la relatrice, sen. Granato (M5S), aveva illustrato il provvedimento (cfr. comunicato n. 177) soffermandosi in particolare sull’articolo 1 che prevede l’indizione, entro il 2019, di una procedura straordinaria, per titoli ed esami, per il reclutamento di 24.000 docenti nella scuola secondaria di primo e di secondo grado, riservata a docenti precari con specifici requisiti di esperienza nelle scuole statali, oltre che di formazione.
Nelle dichiarazioni di voto favorevole, il sen. Laniece (Aut) ha evidenziato che l’ennesima questione di fiducia avalla una sorta di monocameralismo di fatto. La sen. De Petris (Misto-LeU), ha ricordato che la scuola è stata strumento di unificazione nazionale e di emancipazione sociale ed ha perduto progressivamente centralità nelle politiche pubbliche. La sen. Sbrollini (IV-PSI) ha evidenziato che il decreto e la finanziaria stanziano più risorse per la scuola (aumentati il fondo per la contrattazione collettiva, per i dirigenti scolastici, le scuole paritarie, le borse di studio universitarie, istituito un fondo per la costruzione di asili nido). La sen. Iori (PD) ha segnalato che il decreto affronta il problema della carenza dei docenti e della continuità didattica. La sen. Angrisani (M5S) ha ricordato che il provvedimento ha avuto una genesi travagliata e dà una risposta tecnica più che politica a situazioni stratificate. In ogni modo il decreto, che è stato migliorato dalla Camera, semplifica le procedure concorsuali, cura l’offerta didattica, prevede 50.000 assunzioni nel 2020.
Nelle dichiarazioni di voto contrarie, il sen. Iannone (FdI) ha sottolineato che il Parlamento è stato esautorato, chiamato a votare la quarta fiducia in dieci giorni. Il sen. Pittoni (L.SP ) ha ricordato che, dopo gli interventi disastrosi sulla scuola del Governo Renzi, il primo Governo Conte aveva interloquito con i sindacati e aveva intrapreso la strada dei concorsi riservati per stabilizzare i precari e dei percorsi abilitanti specifici e stabili; il secondo Governo Conte vara un decreto “ammazza precari”, che cancella i percorsi abilitanti, non riconosce titoli ai precari storici, ignora i diplomati magistrali e gli insegnanti di sostegno. Anche il sen. Cangini (FI) ha evidenziato l’esclusione delle scuole paritarie e le discriminazioni del decreto; ha ricordato inoltre che l’Italia è il Paese europeo che spende meno per l’istruzione e ha uno dei tassi più alti di abbandono scolastico.
La seduta è terminata alle ore 12:00. L’Aula riprenderà i lavori martedì 8 gennaio 2020 alle ore 16:30 con il seguente ordine del giorno: Ratifiche di accordi internazionali.
A tutti i nostri lettori gli auguri di Buone Feste.
Commenta per primo