di ENNIO SIMEONE – Secondo indiscrezioni raccolte dall’Ansa il ministero dell’Economia avrebbe studiato e si appresterebbe ad attuare un decreto sul trasporto pubblico locale che dovrebbe servire a colpire l’evasione e contemporaneamente a migliorare l’efficienza del servizio.
Per perseguire questo secondo obiettivo (combattere ritardi e disservizi) è previsto il rimborso del biglietto se l’autobus, o il tram, arriva con oltre mezz’ora di ritardo. Ma c’è una postilla: “a meno che i problemi derivino da scioperi, calamità naturali o altri eventi imprevedibili”.
Per perseguire il primo obiettivo (lotta ai furbetti che viaggiano senza biglietto) è prevista una sanzione pecuniaria molto più alta di quella già prevista attualmente, e cioè una multa pari a 60 volte il valore del biglietto ordinario e comunque non superiore a 200 euro. Ma c’è di più: le geniali regole studiate dal governo pret-à-porter prevedono che il biglietto a tempo vada “strisciato” nella macchinetta obliteratrice a ogni corsa nell’arco temporale di validità. Tale misura – gli ideatori ne sono convinti – servirebbe a “generalizzare il controllo a vista, introducendo un deterrente all’evasione”.
Speriamo che queste notizie siano il frutto della pura invenzione di un burlone o di un buontempone. Altrimenti ci sarebbe da preoccuparsi per lo stato di salute mentale di chi ci governa.
Perché? Semplicissimo: ve lo immaginare voi un cittadino che, dopo aver atteso per oltre mezz’ora un mezzo pubblico, vada a fare chissà quale pratica burocratica per ottenere il rimborso di un biglietto il cui valore oscilla tra l’euro e l’euro e 50 centesimi? E magari si sente rispondere che il ritardo non può essere risarcito perché è dipeso da uno sciopero, da una forte pioggia, o da “altri eventi imprevedibili” come lavori stradali o ingorghi di traffico? E quali sono, se non queste, le cause ordinarie dei ritardi dei mezzi pubblici nelle nostre città?
Quanto all’altro provvedimento (quello anti-evasione) non è sufficiente all’eventuale controllore verificare se il biglietto orario è scaduto oppure no? A che cosa servirebbe timbrare il biglietto ogni volta che, nell’arco del tempo di validità, si passa da un autobus all’altro? Ve lo diciamo noi: servirebbe soltanto a costringere i poveri viaggiatori a dimenarsi nella calca per raggiungere l’apposita macchinetta e poi rifare il percorso per raggiungere l’uscita.
C’è da chiedersi: ma chi inventa queste imbecillaggini ha mai viaggiato, in vita sua, su un mezzo pubblico in una grande città?
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