Migliaia di migranti continuano a varcare il confine tra Serbia e Croazia, per raggiungere l’Europa, dopo la chiusura della frontiera ungherese e la dura repressione della polizia di Budapest. Dopo ore di estenuante attesa al confine i profughi hanno sfondato il cordone della polizia e ci sono state scene di caos quando gli agenti, in assetto antisommossa, hanno tentato di respingere centinaia di persone che premevano per entrare in Croazia, stanche di attendere sotto il sole e senza viveri. Di fronte a un’emergenza senza precedenti, il premier croato, Zoran Milanovic, ha annunciato che le capacità del Paese di accettare e registrare i migranti sono “limitate”. “Non siamo più in grado di riceverli”, ha aggiunto il ministro dell’Interno Ranko Ostojic. La Croazia prevede che nelle prossime due settimane arriveranno più di 20mila migranti.
La Croazia, dopo che l’Ungheria ha sigillato il suo confine con la Serbia, è diventato un Paese di transito per i migranti che vogliono arrivare in Austria e Germania. Il governo di Zagabria stima che ha la capacità di gestire l’arrivo di circa 1.500 persone al giorno, ma non arrivi nell’ordine delle decine di migliaia. Mentre l’Europa chiude alcune frontiere, il Parlamento europeo approva la proposta della Commissione di redistribuire 120mila migranti che chiedono asilo da Italia, Grecia e Ungheria negli altri Paesi europei. Riunito in sessione plenaria a Bruxelles, è passata la proposta con 372 voti a favore, 124 contrari e 54 astenuti. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk intanto ha sciolto la riserva e ha convocato un vertice straordinario dell’Unione europea sull’immigrazione per mercoledì prossimo, 23 settembre.
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