di ENNIO SIMEONE – Vedete questi quattro? Memorizzatene i volti. Sono le più celebri facce di bronzo del “cerchio magico” di Matteo Renzi: Debora Serracchiani, Lorenzo Guerini (vicesegretari del Pd), Luca Lotti (sottosegretario alla presidenza del Consiglio e responsabile per l’editoria) e Maria Elena Boschi (ministro delle Riforme). E’ un titolo che si sono guadagnato nel corso di questi due anni di gestione renziana del potere in Italia, ma i primi due hanno superato se stessi arrivando a presentare un esposto all’Agcom (Autorità garante delle comunicazioni) contro la trasmissione di Rai3 “Ballarò” e il suo conduttore, Massimo Giannini, per intollerabile violazione della par condicio e del pluralismo televisivo perché “nella settimana precedente il voto amministrativo per la seconda settimana di seguito non è stato invitato un rappresentante del Partito Democratico”.
Ci vuole una bella faccia tosta da parte dei dirigenti del Pd per lamentarsi di violazione della par condicio e del pluralismo televisivo, quando c’è il loro segretario che imperversa, senza pudore, da mattina a sera su tutti i canali tv (e non solo della Rai) dovunque si trovi – a Palazzo Chigi o al Nazareno, a un funerale o a un incontro internazionale in Giappone; mentre twitta al computer o mentre si collega su Facebook attraverso “matteorisponde”, mentre vola su un aereo o mentre visita la fabbrica di un imprenditore suo amico – oltre a rilasciare dichiarazioni e a fare discorsi sempre senza contraddittori o interviste a giornalisti che gli fanno domande compiacenti col cappello in mano.
Una violazione, questa sì, sfacciata e arrogante non solo della par condicio, ma della più elementare decenza informativa, che mai era stata mortificata fino a questo punto da nessun capo di partito o di governo nei 70 di questa Repubblica, di cui celebriamo domani la nascita, nemmeno quando capo del partito di maggioranza e del governo era il padrone di un impero televisivo.
Bisogna non solo avere la faccia tosta, ma anche essere dotati di una inarrestabile propensione al servilismo per fare ciò che i due vice di Renzi hanno fatto nei confronti della Rai e di un giornalista, per di più mite e prudente come Massimo Giannini.
Perciò costoro (insieme con il loro capo) debbono essere puniti dagli italiani con il voto, sia nell’appuntamento elettorale di domenica e del 19 dicembre, sia in quello referendario di ottobre. A loro volta gli esponenti della sinistra sinistra Pd abbiano un sussulto di dignità, escano dal torpore meschino e complice e cerchino di raddrizzare la schiena per fronteggiare il pericolo che iniziative del genere rappresentano per il nostro paese.
P.S. – Nel timore di essere battuto, lui che è abituato sempre a vincere, Matteo Renzi ha deciso di battere in sfrontatezza i suoi due massimi dipendenti. E, parlando poche ore più tardi al comizio di chiusura della campagna elettorale del Pd a Roma, ha affermato: “Stasera vado a Virus (ndr: il talk show di Rai2 condotto da Nicola Porro e chiuso anch’esso senza motivazione, come Ballarò). Hanno detto che noi siamo quelli che epuriamo tutti. Ma a Ballarò non ci invitano da due puntate!”. Pensate: da due puntate non lo invitano a uno dei venti talk show settimanali dei 6 canali d’informazione della Rai, che trasmettono tutti i giorni i suoi sproloqui e rilanciano a getto continuo le sue esternazioni! Che discriminazione! E che faccia di bronzo. E d’altro.
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