7 GIORNI IN SENATO/ DI F. M. PROVENZANO/ Tra crisi greca, decreto pensioni, manovre sulla Rai e fumate nere sui giudici costituzionali

provenzanodi FRANCESCO MARIA PROVENZANO/

Lunedì 13 luglio non c’è Aula, che si riunirà martedì 14 alle ore 16.30, per esaminare il provvedimento di conversione del decreto-legge n. 65, in materia di pensioni, ammortizzatori sociali e garanzie TFR, già approvato dalla Camera (ddl n. 1993). Continua invece il lavoro delle Commissioni con questo calendario: la Commissione Affari costituzionali è impegnata nella terza lettura, in prima deliberazione, del disegno di legge costituzionale n. 1429-B, sulla revisione della Parte II della Costituzione; il termine per la presentazione di emendamenti scadrà alle ore 13 di venerdì 31 luglio. La Commissione Giustizia prosegue l’esame del ddl n. 14 e connessi, sulla disciplina delle coppie di fatto e delle unioni civili. Le Commissioni riunite Giustizia e Finanze hanno in agenda il ddl n. 556 e connessi, sull’impignorabilità della prima casa. Il ddl n. 1997, di conversione del d-l 99/2015 (scade il 6 settembre), sulla partecipazione italiana all’operazione militare “Eunavfor-Med”, sarà all’attenzione delle Commissioni riunite Esteri e Difesa. In Commissione Bilancio continua la discussione del ddl n. 1977, di conversione in legge del d-l n. 78 (scade il 18 agosto), in materia di enti territoriali. Gli atti delle Commissioni di inchiesta. E’ una parte importante della storia dell’Italia repubblicana quella che scorre nei documenti delle Commissioni parlamentari d’inchiesta, con capitoli dedicati al commercio di armi, al terremoto nel Belice, alla “fuga di sostanze tossiche avvenuta il 10 luglio 1976 nello stabilimento ICMESA”, all’omicidio di Aldo Moro, alla loggia massonica P2, al caso Sindona.

Sulla crisi della Grecia non sono mancate le dichiarazioni e i giudizi di politici ed economisti, e su questo il sen. Aldo Di Biagio di Area Popolare ha così commentato: “In queste ore è tutto un fiorire di dichiarazioni e giudizi sulla crisi greca da parte degli analisti “de’ noantri”, peccato che in molti facciano fatica a comprendere le reali dinamiche che la sottendono. A prescindere dalle effettive competenze, ognuno si sente in diritto di salire in cattedra e dare suggerimenti o sparare sentenze. Sarebbe invece il caso di analizzare quanto sta accadendo con sguardo realmente critico adottando maggiore buon senso ed evitando di sciacallare sulla drammatica situazione in cui versa il popolo greco e le conseguenze non trascurabili sul progetto europeo. Il governo greco infatti, con senso di responsabilità, sta cercando di trovare le soluzioni che al contempo pongano rimedio alle criticità del proprio paese e salvaguardino il sistema europeo, ed è uno sforzo immane dinanzi al quale bisogna avere rispetto e attenzione se si crede davvero che l’Europa possa avere un futuro.”

Martedì 14, l’Aula riunitasi alle 16,30 con la relazione della senatrice Erica D’Adda del Pd è stato incardinato l’esame del provvedimento di conversione del decreto-legge n. 65, in materia di pensioni, ammortizzatori sociali e garanzie TFR, già approvato dalla Camera (ddl n. 1993); il seguito è stato rinviato a mercoledì 15. (In apertura di seduta, l’Aula ha ricordato Willer Bordon, senatore della Repubblica nella XIV e XV Legislatura, scomparso il 14 luglio; il presidente Grasso ha quindi invitato l’Assemblea ad osservare un minuto di silenzio). Le opposizioni hanno rilevato che il decreto è iniquo, non rispetta i principi di ragionevolezza e proporzionalità richiamati dalla Corte, è privo di copertura, ed è in continuità con le politiche dei governi precedenti, che, nascondendosi dietro i vincoli europei, hanno scaricato i costi della crisi sulle fasce più deboli della popolazione. La maggioranza ha ricordato che il blocco delle rivalutazioni fu adottato in una situazione di grave crisi della finanza pubblica. I senatori Divina (LN), Anna Maria Bernini (FI-PdL), Loredana De Petris (Misto-SEL), Anna Cinzia Bonfrisco (CR) e Morra (M5S) hanno presentato pregiudiziali di costituzionalità. I componenti della commissione Giustizia del M5S hanno rilasciato la seguente nota:  “Per colpa dei dissidi all’interno della maggioranza di governo, in particolare tra Pd e Ncd, la Commissione Giustizia in Senato è di fatto congelata. Provvedimenti come la riforma della prescrizione, le unioni civili, la class action, l’omofobia e il cosiddetto divorzio diretto, sono oggetto di continui rinvii e perdite di tempo più o meno strumentali. Alla necessità di dare risposte concrete ed immediate al Paese antepongono la stabilità del ‘loro’ governo, in attesa che si realizzi una convergenza impossibile in una maggioranza incapace di fare davvero riforme utili per i cittadini”.

Mercoledì 15, l’Aula alle 9,32  ha ripreso l’esame del ddl n. 1993 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 21 maggio 2015, n. 65, recante disposizioni urgenti in materia di pensioni, di ammortizzatori sociali e di garanzie TFR, già approvato dalla Camera dei deputati. Nella seduta di ieri la relatrice ha illustrato il provvedimento, sono state respinte le pregiudiziali di costituzionalità e si è svolta la discussione generale. Oggi, in sede di replica, la sen. D’Adda ha ricordato che la sentenza n. 70 della Corte costituzionale ha bocciato non il blocco dell’indicizzazione varato nel 2011 bensì il mancato bilanciamento tra esigenze finanziarie, richiamate in modo generico, e diritti dei cittadini, e la penalizzazione delle pensioni più basse. In una delicata situazione di finanza pubblica, il decreto concentra le risorse sulle pensioni più basse e non prevede una sospensione indeterminata della rivalutazione. Gli emendamenti riferiti agli articoli 1, 2 , 3, 4 e 5 sono stati respinti. Nella seduta pomeridiana delle 16,30 il Senato ha approvato in via definitiva, con 145 voti favorevoli, 97 contrari e 1 astenuto, il provvedimento di conversione del decreto-legge n. 65, in materia di pensioni, ammortizzatori sociali e garanzie TFR (ddl n. 1993). Il Parlamento in seduta comune si riunisce giovedì 16 luglio, alle ore 15, per l’elezione di tre giudici della Corte Costituzionale. Il gruppo parlamentare del M5S del Senato sul caso Azzollini in serata ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Siamo alle solite. Dopo la capogruppo, anche Palazzo Madama ha respinto con il solo voto favorevole di M5S e Sel e qualche isolato leghista, l’immediata calendarizzazione del voto sull’arresto del senatore Azzollini (Ncd). Continuiamo a pensare che c’è chi voglia dilazionare i tempi e votare dopo la pausa estiva “.

Giovedì 16, in Aula alle ore 9.30, l’Assemblea di Palazzo Madama ha avviato la discussione dell’A.S. 1880 – testo base – e connessi, di riforma della RAI e del servizio pubblico radiotelevisivo. Su questo provvedimento il senatore Andrea Cioffi del M5S ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Come si fa a far fuori i partiti dalla Rai se  partiti e governi di partiti fanno le nomine? Basterebbe adottare una norma del codice degli appalti. Tramite bandi. Il Movimento 5 Stelle ha proposto che l’ Agcom emetta un bando e si scelga tra decine di persone di elevata professionalità ed alta caratura morale. Quando ci sono professionalità ed alta caratura morale non importa il ‘colore’ . Il Movimento 5 Stelle non vuole nè lottizzare nè gasparrizzare la Rai”. L’Aula ha bocciato le cinque pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni sul disegno di legge riguardante l’azienda pubblica radiotelevisiva. L’Aula ha subito ripreso la discussione generale sulla riforma. Poi seguiranno le votazioni sugli emendamenti e il testo. Il governo punta a far approvare la riforma entro la prossima settimana. Poi il testo passerà all’esame della Camera per l’approvazione definitiva. Il Parlamento in seduta comune si è riunito giovedì 16 luglio, per l’elezione di tre giudici della Corte Costituzionale. Ancora una volta nessun candidato ha raggiunto la maggioranza prescritta: si dovrà procedere ad un ulteriore scrutinio.

Commenta per primo

Lascia un commento