7 GIORNI IN SENATO (n. 73)/ L’informativa del presidente Conte sull’emergenza coronavirus e le decisioni del governo e tutti gli interventi dei gruppi parlamentari

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO

Martedì 31 marzo la seduta dell’Aula è iniziata alle ore 10:00 il Presidente del Consiglio dei Ministri ha reso un’informativa sulle iniziative del Governo per fronteggiare l’emergenza derivante dal diffondersi dell’epidemia da COVID-19, che ha innescato una crisi senza precedenti e impone al Paese una prova durissima, sanitaria, economica e sociale.

Il Presidente Conte ha ricordato che il Governo, d’intesa con le autorità sanitarie, ha agito con determinazione e speditezza assumendo misure preventive (interruzione di voli, tracciamenti, isolamenti, chiusura delle scuole) prima di altri Paesi e prima della dichiarazione di emergenza internazionale da parte dell’Oms. Per la prima volta dal secondo conflitto mondiale, sono state ristrette attività produttive e libertà costituzionalmente tutelate (libertà di circolazione, riunione, partecipazione a pratiche religiose): il Governo ha operato, sulla base dei dati del comitato tecnico-scientifico, ispirandosi ai principi di adeguatezza, precauzionalità, mitigazione del rischio, e ha coinvolto nelle decisioni anche le Regioni e le parti sociali.

Il Presidente Conte ha ricordato tutti i decreti emanati, il protocollo per la sicurezza sui luoghi di lavoro, la sospensione delle attività produttive e commerciali (di complessa elaborazione in ragione della forte interconnessione). Considerata la straordinarietà dell’evento, è stato previsto l’invio dei DPCM alle Camere e l’obbligo per il Governo di riferire ogni 15 giorni in Parlamento. Il decreto cura Italia è stato emanato dopo un tavolo tecnico con le opposizioni e un confronto preventivo con il Ministro dell’economia. Lo stesso metodo di lavoro sarà seguito per il prossimo decreto-legge: il Ministro per i rapporti con il Parlamento avrà mandato di raccogliere indicazioni e suggerimenti delle opposizioni. Saranno concordate e condivise le misure riparatorie e di rilancio economico.

Il Presidente Conte ha segnalato le difficoltà di approvvigionamento dei dispositivi sanitari a causa del blocco delle esportazioni e dell’alterazione dei prezzi: il Governo sta riconvertendo la filiera interna per aumentarne la produzione e ha stanziato 50 milioni di euro che, in deroga alla disciplina sugli aiuti di Stato, sono stati autorizzati dalla Commissione europea. Il decreto cura Italia prevede la sospensione dei versamenti tributari e delle ritenute d’acconto nelle zone più colpite dall’epidemia e il trasferimento di 500 infermieri e il Governo non dimenticherà l’impegno profuso dagli operatori sanitari. Dopo il voto parlamentare sullo scostamento dall’obiettivo di medio termine, la Commissione europea ha confermato che i 25 miliardi sono esclusi dal Patto di stabilità. Il decreto cura Italia ha individuato quattro ambiti di intervento: potenziamento sanitario, sostegno ai redditi, liquidità, sospensione dei versamenti fiscali e contributivi. Tre miliardi sono stanziati per l’assunzione del personale sanitario; undici miliardi per gli ammortizzatori sociali; la cassa integrazione è estesa all’intero territorio per tutti i dipendenti, anche lavoratori atipici e autonomi; sono sospesi i licenziamenti. Per garantire liquidità al mondo produttivo sono previsti la moratoria dei prestiti per tutte le imprese, il potenziamento del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, la garanzia dello Stato per le imprese maggiori tramite la Cassa depositi e prestiti, gli incentivi alla cessione di crediti incagliati. E’ inoltre costituito un fondo per l’internazionalizzazione delle imprese e il sostegno alle esportazioni. Il decreto cura Italia è solo il primo passo dell’emergenza. Per il sostegno alla liquidità e al credito servono stanziamenti aggiuntivi non inferiori a 50 miliardi di euro. La semplificazione normativa, amministrativa e burocratica è necessaria per una terapia d’urto che acceleri, una volta usciti dalla fase acuta d’emergenza, gli investimenti pubblici e privati e trasformi lo shock esogeno in un’opportunità di crescita equa e sostenibile. L’emergenza ha evidenziato l’importanza di preservare filiere cruciali per la sicurezza nazionale e la necessità di tutelare industrie strategiche alla luce di potenziali rischi informatici, sanitari o geopolitici. Ha mostrato inoltre che è possibile una trasformazione digitale del lavoro e della scuola; occorre quindi potenziare la connettività e l’innovazione tecnologica. La BCE ha portato a 750 miliardi il programma di acquisto dei titoli. Una recessione dura e severa investirà l’Europa e l’eurozona deve evitare la frammentazione finanziaria soprattutto con riferimento ai titoli pubblici. Risposte tardive saranno inutili, e nessun Paese può pensare di uscire dall’emergenza da solo: l’impatto della pandemia richiede alla governance europea un salto di qualità nel segno del coordinamento e della solidarietà. L’Europa deve essere unita e disponibile a fare tutto ciò che è necessario e a ripensare gli strumenti di intervento: nessuno degli strumenti disponibili è infatti idoneo, occorre lavorare a strumenti di debito comune dell’eurozona. Si è ragionato di coronabond e il Presidente Conte, che preferisce parlare di european recovery bond, ha portato avanti un’iniziativa condivisa che ribadirà oggi nella videoconferenza G20 e nel vertice del Consiglio europeo.

Nel dibattito che è dseguito, il sen Casini (Aut) ha evidenziato il tema delle alleanze geopolitiche e ha auspicato l’istituzione di una task force per la ripresa economica. Il sen. Renzi (IV) ha invitato il Governo a concentrare le misure straordinarie in pochi provvedimenti e ha lodato la decisione di Trump di stanziare 2000 miliardi di euro per fronteggiare l’emergenza. La sen. Rauti (FdI) ha ricordato il minimalismo iniziale e il ritardo di 25 giorni intercorso fra la dichiarazione, il 31 gennaio, dello stato di emergenza e l’adozione di misure speciali per le zone rosse; ha quindi suggerito la formazione di una cabina di regia parlamentare. La sen. De Petris (Misto-LeU) ha posto l’accento sul sostegno alle amministrazioni locali e sulla condivisione europea del debito. Il sen. Marcucci (PD) ha invitato l’opposizione a collaborare e a non presentare emendamenti bandiera al decreto cura Italia. Il sen. Salvini (L-SP) ha enumerato alcune esigenze concrete: gli stipendi, i redditi delle partite Iva, i ventilatori e le mascherine, i servizi degli enti locali, e ha invitato il Governo a scongiurare un’emergenza rifiuti. La sen. Bernini (FI) ha manifestato volontà di collaborare, chiedendo il rinvio dei pagamenti fiscali alla fine dell’emergenza, liquidità immediata per lavoratori e imprese, protezione dei settori strategici del Paese. Il sen. Perilli (M5S) ha invitato l’opposizione alla coerenza tra dichiarazioni di responsabilità e comportamenti; ha inoltre appoggiato la soluzione degli eurobond, escludendo il ricorso al Mes che imporrebbe al Paese pesanti condizioni.

La Presidente del Senato ha espresso profondo cordoglio per le vittime dell’epidemia e ha auspicato una forte collaborazione e un dialogo costruttivo in Parlamento per il bene e la sicurezza del Paese. L’Assemblea ha quindi osservato un minuto di raccoglimento. LaPresidente del Senato e il sen. Fenu (M5S) hanno poi ricordato la senatrice Bogo Deledda, scomparsa il 17 marzo. La Conferenza dei Capigruppo ha stabilito che la discussione in Aula del decreto-legge sull’emergenza sanitaria inizierà mercoledì 8 aprile, la prossima settimana il decreto sarà esaminato in Commissione bilancio. L’Assemblea si riunirà il 1° aprile alle 9,30 per un’informativa del Ministro della salute. Il sen. Romeo (L-SP) ha proposto che il Presidente del Consiglio renda comunicazioni sugli strumenti europei per fronteggiare la crisi affinché l’Aula possa votare una risoluzione per escludere il ricorso al Mes. Preannunciando l’astensione sul calendario, la sen. Bernini (FI) ha auspicato l’approvazione di uno scostamento di 50 miliardi e una discussione sugli strumenti europei per fronteggiare l’emergenza. La sen. Rauti (FdI) ha chiesto comunicazioni del Presidente del Consiglio sul Mes e sul progetto economico. La proposta di modifica del calendario è stata respinta.

Il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha reso un’informativa sulle iniziative concernenti la prosecuzione dell’anno scolastico in corso. Il ministro ha passato in rassegna le norme dei diversi decreti, ricordando la sospensione di tutti i servizi educativi e scolastici, la limitazione ad attività indifferibili della presenza fisica negli uffici amministrativi, la sospensione delle procedure concorsuali, la didattica a distanza, la conservazione della validità dell’anno scolastico 2019-2020. Si tornerà a scuola se e quando le condizioni lo permetteranno. Ha quindi fornito i dati relativi alle scuole che hanno attivato la didattica a distanza (67 per cento) e ha precisato che sono stati stanziati 85 milioni per il potenziamento delle piattaforme per l’apprendimento a distanza e per dispositivi digitali individuali, in comodato d’uso, per gli studenti meno abbienti; 8,2 milioni aggiuntivi sono stati destinati al lavoro di supporto degli animatori digitali. Il Ministero ha assicurato la proroga dei contratti del personale docente e del personale Ata e sta approntando indicazioni operative per la valutazione intermedia e finale. L’esame di Stato sarà serio e l’orientamento è di proporre commissioni interne con un solo membro esterno.

Nel successivo dibattito, la sen. Ronzulli (FI) ha sollecitato chiarezza e ha chiesto al Ministro come saranno recuperate le competenze perdute; il sen. Faraone (IV) ha ribadito la contrarietà al sei politico e ha invitato il Ministro a semplificare la burocrazia e a utilizzare la TV; anche il sen. Cangini (FI) ha proposto l’utilizzo della TV per la didattica a distanza; i sen. Iannone (FdI) e Verducci (PD) hanno evidenziato le disparità sociali e territoriali della didattica a distanza, nonostante gli ingenti sforzi dei docenti; il sen. Moles (FI) ha messo in evidenza le lacune della didattica a distanza e i rischi di abbandono scolastico; il sen. Buccarella (Misto), ritenendo prioritario non far perdere agli alunni l’anno scolastico, ha chiesto al Ministro di consultare le parti coinvolte; il sen. Pittoni (L-SP) ha suggerito la sostituzione dell’esame di Stato con la valutazione dei crediti, ha chiesto la stabilizzazione dei docenti precari per avviare il prossimo anno scolastico, ha invitato il Ministro a ritirare il decreto sulla mobilità del personale; la sen. Maiorino (M5S) ha espresso apprezzamento per il lavoro dei docenti e le iniziative del Ministro. La seduta è terminata alle ore 17:30.

Mercoledì 1 aprile la seduta dell’Aula è iniziata alle ore 9:30 Il ministro della salute, Speranzaha reso un’informativa sulle iniziative del di competenza per affrontare l’emergenza epidemiologica COVID-19. Il virus – ha evidenziato il Ministro – non conosce confini, colpisce anche le superpotenze: le vecchie dispute geopolitiche sono datate, per affrontare la pandemia occorrono solidarietà e cooperazione. L’Europa deve cambiare politiche, non è accettabile sommare alla crisi sanitaria una crisi sociale. Richiamando le parole del Presidente della Repubblica, il ministro ha invocato un’azione comune, un clima politico unitario per la coesione sociale del Paese. La strada imboccata è giusta: le decisioni drastiche iniziano a dare risultati, ma facili ottimismi possono vanificare sforzi e sacrifici.

La cura italiana, adottata in tutto il mondo, sta rallentando la curva del contagio ma la battaglia è molto lunga e non si deve abbassare la guardia. E’ importante portare sotto il valore uno l’indice del contagio, ma senza il vaccino il virus non sarà sconfitto completamente. Il Governo ha confermato fino al 13 aprile tutte le limitazioni delle attività economiche e dei movimenti. Per un periodo non breve occorrerà gestire la transizione, graduando le misure e conservando le pratiche adottate per evitare nuovi focolai: è l’unica strada realistica e praticabile per riaccendere i motori dell’economia e riconquistare libertà e socialità. L’Italia dovrebbe essere orgogliosa del lavoro fatto che è stato riconosciuto dall’OMS con cui la relazione è continua e proficua.

Il ministro ha ricordato che lo stato d’emergenza è stato dichiarato il 31 gennaio; l’Italia per prima ha chiesto politiche europee di prevenzione comune. Il Ministro non ha taciuto i problemi e le criticità incontrate: gli approvvigionamenti di dispositivi di protezione sono stati molto difficili a causa delle misure protezionistiche e della mancanza di produzione italiana.

Ad oggi la Protezione civile ha concluso un accordo con la Cina e altri Paesi per la fornitura di 300 milioni di mascherine (la priorità sarà data al personale sanitario) e avremo una filiera nazionale che renda autosufficiente il Paese. Sono cambiate le modalità di distribuzione dei dispositivi con l’impiego di mezzi della difesa. I posti letto di terapia intensiva sono stati portati a 9.081, i posti letto di pneumologia sono stati triplicati. Sono stati superati i tetti ordinari per le assunzioni di personale e aggiornate le linee di indirizzo degli ospedali (aumento dei covid hospital, percorsi separati, riprogrammazione delle strutture non utilizzate, individuazione di tutte le possibili strutture pubbliche o private, implementazione del 112 e 118, definizione di accordi con enti e volontariato, riorganizzazione della rete territoriale per la presa in carico dei pazienti, monitoraggio e setting assistenziali). Nel futuro è necessario puntare sulla medicina territoriale, la teleassistenza, la velocizzazione delle capacità diagnostiche dei test.

La definizione del tasso di sieroconversione dei pazienti che hanno sviluppato anticorpi è essenziale. L’Agenzia del farmaco si è attivata su quattro livelli: promozione di studi clinici e valutazione centralizzata e coordinata, lista di farmaci per il trattamento dell’infezione, contrasto della carenza di medicinali, informazione sui farmaci. Il Ministro è impegnato sul fronte della massima vigilanza per evitare speculazioni a danno dei malati. Occorre tornare a sviluppare con gli ospedali la rete dei servizi territoriali ed è necessaria una rinnovata integrazione tra politiche sanitarie e sociali. L’emergenza ha dimostrato che il Servizio sanitario universale, istituito nel 1978, che ha dato attuazione all’articolo 32 della Costituzione, è il patrimonio più prezioso e su di esso bisogna investire con tutta la forza che abbiamo: assumerlo come tema per la ripresa strategica è il modo migliore per onorare le vittime.

Nel successivo dibattito, la sen. Bonino (Misto) ha chiesto tamponi sugli asintomatici; il sen. Laniece (Aut) ha condiviso le scelte del Governo e ha posto l’accento sulla riorganizzazione della sanità per moduli più piccoli e sulla telemedicina; il sen. Renzi (IV) ha auspicato una Commissione parlamentare d’inchiesta su ciò che non ha funzionato rispetto a mascherine e tamponi, ha invocato una riapertura graduale ma strategica delle attività e ha chiesto un’ordinanza specifica per disabili e autistici; il sen. Zaffini (FdI) si è soffermato sulla necessità di non confondere il piano sanitario e il piano economico, ha evidenziato che il problema principale è rappresentato dagli asintomatici di qui l’importanza di una mappatura della popolazione attraverso due o tre milioni di test, ha valutato priva di senso una Commissione d’inchiesta sul Covid e ne ha proposta una sulle Regioni in dissesto; il sen. Errani (Misto-LeU) ha sottolineato l’importanza del Servizio sanitario nazionale, che in questi anni è stato impoverito da politiche di tagli, e la necessità di ripensare il rapporto tra mercato e interesse pubblico; la sen. Bini (PD) ha evidenziato la necessità di investire sulla sanità pubblica e sulla ricerca e di ripensare il titolo V della Costituzione (ripartizione della competenza sanitaria tra Stato e Regioni); la sen. Fragolent (L-SP) ha invece difeso il modello di sanità regionale imputando al Governo il ritardo nell’assunzione delle prime misure di contenimento, la mancanza di coordinamento, la difficoltà di approvvigionamento di dispostivi di protezione, l’eccesso di burocrazia, le linee guida che negli ultimi anni hanno ridotto i posti letto di terapia intensiva; ha chiesto inoltre di rivedere l’ordinanza sulle passeggiate familiari e di garantire assistenza a disabili autistici malati cronici. Il sen. Malan (FI) ha apprezzato la sobrietà del Ministro e ha raccolto l’appello alla coesione; ha però segnalato la mancanza di attrezzatture, ha criticato la gestione dell’autocertificazione e la sostituzione del presidente dell’Agenzia per i servizi regionali. Ha auspicato la ripresa delle attività produttive, l’archiviazione delle denunce per irresponsabilità medica, il tracciamento delle persone più a rischio. La sen. Castellone (M5S) ha posto l’accento sulle strategie necessarie da seguire quando saranno allentate le misure più restrittive: medicina territoriale, cure a domicilio, continuità assistenziale, analisi a tappeto dei contagi, soprattutto nei luoghi più sensibili, e degli immuni, revisione del Titolo V, investimenti sulla sanità pubblica e sulla ricerca, revisione critica delle politiche sanitarie dell’ultimo decennio. Ha ricordato infine che M5S ha destinato tre milioni di euro alla Protezione civile.

L’Aula tornerà a riunirsi mercoledì 8 aprile alle ore 9:30.

 

 

 

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