di FRANCESCO MARIA PROVENZANO –
Martedì 27 settembre il presidente Grasso ha comunicato gli esiti della Conferenza dei capigruppo, che ha approvato il nuovo calendario dei lavori fino al 3 novembre. Le opposizioni hanno criticato il governo che, in base alle sue esigenze, accelera o rallenta l’esame dei provvedimenti. Le proposte di modifica del calendario sono state respinte. L’Assemblea ha poi ripreso l’esame del ddl n. 2067, nel testo proposto dalla Commissione recante modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonché all’ordinamento penitenziario per l’effettività rieducativa della pena, già approvato dalla Camera dei deputati. Nella seduta antimeridiana del 22 settembre si è conclusa la discussione generale. In replica, il senatore Casson (PD), ha negato che la nuova disciplina delle intercettazioni limiti il potere investigativo della magistratura o la libertà di stampa. Il testo proposto dalla Commissione detta criteri più precisi alla delega introdotta alla Camera e contempera esigenze di sicurezza, diritto all’informazione, tutela della riservatezza e presunzione di innocenza. Sull’utilizzo dei captatori informatici, la Commissione ha deciso di regolamentare la materia sul modello dell’intercettazione ambientale: in Aula potrebbero essere apportati correttivi, considerato che lo strumento è più invasivo e richiede maggiore accortezza. Sul tema delle notifiche nel processo penale, il relatore ha difeso la proposta di utilizzare la posta elettronica certificata. Sulla delega per la riforma dell’ordinamento penitenziario, ha precisato che essa non tocca il 41-bis e che la differenziazione dei percorsi penitenziari è esclusa per i reati più gravi, di mafia e terrorismo. La replica del relatore Cucca (PD) si svolgerà domani. La seduta è terminata alle ore 18:35.
Mercoledì 28 l’Aula riunitasi alle ore 9,30 ha respinto la richiesta di dichiarazione d’urgenza, ai sensi dell’articolo 77 del Regolamento, in ordine ai ddl nn. 2265 (sul rientro nei ruoli di magistrati), 2285 (in tema di garanzia di legalità delle imprese), 2315 (sulla legittima difesa nei luoghi di privata dimora) e 2452 (in ordine al Registro pubblico delle opposizioni al trattamento delle numerazioni telefoniche). Sull’urgenza del ddl che disciplina il rientro nei ruoli di magistrati, dopo l’illustrazione del senatore Di Maggio (CoR), sono intervenuti a favore della richiesta i senatori Buccarella (M5S), Palma (FI-PdL), Giovanardi (GAL) e Tarquinio (CoR). I senatori Pagliari (PD) e Falanga (AL-A) hanno invece evidenziato la mancanza di presupposti del procedimento d’urgenza: il tema è già stato trattato dal Senato ed è in corso di esame alla Camera. Anche il sen. Buemi (Aut), ha dichiarato il voto contrario. Dopo l’illustrazione del sen. D’Ambrosio Lettieri (CoR), il sen. Esposito (PD) ha espresso la propria contrarietà. Sulla legittima difesa nei luoghi di privata dimora, dopo l’illustrazione del sen. Bruni (CoR) sono intervenuti i sen. D’Ambrosio Lettieri (CoR), Erika Stefani (LN), Malan (FI-PdL) e Giovanardi (GAL. Il sen. Lumia (PD) ha dichiarato invece voto contrario. L’Assemblea ha poi ripreso l’esame del ddl n. 2287 nel testo proposto dalla Commissione, recante disciplina del cinema e dell’audiovisivo e deleghe al governo per la riforma normativa in materia di attività culturali, collegato alla manovra di finanza pubblica. Nella seduta del 3 agosto, la relatrice, sen. Di Giorgi (PD), ha illustrato il provvedimento. Nella discussione generale sono intervenuti i sen. Ranucci e Laura Fasiolo (PD). Il seguito dell’esame è stato rinviato ad altra seduta. La seduta è terminata alle ore 13. In apertura di seduta delle ore 16,30 il sen. Casini (AP) ha ricordato Shimon Peres, spentosi oggi all’età di 93 anni; è stato presidente dello Stato di Israele e ha ricevuto il Nobel per la pace per gli accordi di Oslo con i palestinesi. L’Assemblea ha osservato un minuto di silenzio. L’Assemblea ha ripreso l’esame del ddl n. 2287. Nella seduta è poi iniziata la discussione generale, che si è conclusa con gli interventi dei sen. Bocchino, Mineo (SI-Sel); Fornaro, Nicoletta Favero, Elena Ferrara (PD); Giro (FI-PdL); Rosetta Blundo, Airola (M5S); Conte (AP). Le opposizioni hanno criticato il governo che si è appropriato del tema, imponendo una delega che ha impedito al Parlamento di svolgere il suo lavoro. Nel merito il ddl favorisce la grande distribuzione e non garantisce il pluralismo culturale. Dopo la replica della relatrice e del sottosegretario per i Beni culturali, Cesaro, è stato approvato l’articolo 1, che reca le disposizioni generali. All’articolo 2, sono stati approvati l’emendamento della relatrice 2.500, che definisce il concetto di film documentario. Gli articoli da 3 a 7, riguardanti rispettivamente i principi, le funzioni e i compiti delle Regioni, i parametri per il riconoscimento della nazionalità italiana delle opere, anche in coproduzione internazionale, la tutela del patrimonio cinematografico e audiovisivo, sono stati approvati senza modifiche. All’articolo 8, riguardante la valorizzazione delle sale cinematografiche, sono stati approvati gli emendamenti del sen. Conte (AP), del sen. Centinaio (LN) e del sen. Liuzzi (CoR), che estendono la dichiarazione di interesse culturale particolarmente importante alle sale teatrali e librerie. All’articolo 9, riguardante le funzioni statali, è stato approvato l’emendamento della sen. Petraglia (SI-Sel), con il quale si precisa che le attività di indirizzo sui programmi di internazionalizzazione e distribuzione internazionale si riferiscono all’industria e alle opere cinematografiche.
L’articolo 9-bis, che istituisce il Consiglio superiore del cinema e dell’audiovisivo, è stato approvato senza emendamenti. Nella votazione dei primi emendamenti all’articolo 10 è mancato il numero legale; il seguito dell’esame è rinviato a domani. La seduta è terminata alle ore 19:45.
E proprio alla senatrice Petraglia ho chiesto un commento su questo tema, ecco la sua risposta: “La riforma di un settore così importante e rappresentativo per il nostro paese come il Cinema dovrebbe soprattutto, appare scontato dirlo, occuparsi di Cinema. Dovrebbe inoltre comprendere, sulla scia della storia passata e recente della nostra cinematografia, che qualità, creatività ed innovazione sono il capitale culturale su cui investire. La riforma del Cinema approdata in Senato è tutt’altro proprio perché paradossalmente con il cinema c’entra assai poco e non individua le potenzialità su cui puntare. Una riforma che tra l’altro durante il suo percorso è riuscita in gran parte a peggiorare. La buona intenzione della costituzione di un “Centro nazionale del cinema e delle “espressioni” audiovisive” per far nascere nuovi cinema, “modernizzare” le sale già esistenti – e soprattutto sostenere le nuove opere cinematografiche e audiovisive ad esempio è naufragata in un banale “Consiglio superiore”, quasi completamente di nomina ministeriale, tanto scontato quanto, temiamo, inutile. E l’inutilità della Riforma la ritroviamo nella mancanza di prospettive per il settore cinematografico: nel testo in discussione l’opera cinematografica diventa opera audiovisiva, e di conseguenza il risultato, che era anche l’obiettivo del governo, è sovvenzionare un po’ tutti i grandi interessi, dai produttori di video games, detti “contenuti videoludici” alle fiction tv, a favore dei grandi e potenti, a danno dei piccoli, come sempre. Il capitolo delle modalità di finanziamento è poi quello più inquietante. I contributi tratti dal Fondo implementato dal prelievo sono per quasi l’85% automatici, praticamente tutti per le imprese già posizionate nel mercato; solo per un teorico 15%-18% sono rivolti ai “film difficili con modeste risorse finanziarie”. Teorico appunto visto che all’interno di questa già piccola percentuale sono previsti anche i costi relativi all’Istituto Luce e al nuovo Museo del cinema di Roma a Cinecittà, alla Biennale Cinema, al Centro Sperimentale di Cinematografia, al Museo del Cinema di Torino, alla Cineteca di Bologna. Noi di Sinistra Italiana abbiamo presentato emendamenti proprio nella direzione di aumentare le opportunità per i film meno commerciali. Emendamenti che non variavano il plafond generale ma che individuavano solo diverse ripartizioni; emendamenti purtroppo non discussi in quanto la Commissione Bilancio, con un atto di censura di merito che non crediamo sia di sua competenza, li ha resi tutti illegittimi. Il rischio di soddisfare sempre i soliti, chi è in posizione dominante, diventa realtà. La riforma non si interessa poi neanche delle diversità economiche e quindi nulla si riscontra per rendere ad esempio più accessibili e meno costose le scuole di cinema e teatro. In conclusione questo provvedimento non migliora lo stato di salute del cinema italiano dove ricordiamo si è abbassata la produzione di film italiani, dove i registi sono quasi esclusivamente uomini e dove il mercato delle sale e della tv in Italia (anche nella rete pubblica e generalista) continua ad essere dominato da produzioni Americane”.
Giovedì 28 l’Aula è iniziata alle ore 9,35 e l’assemblea ha avviato la discussione di mozioni sul progetto “Casa Italia”, proposto dopo il terremoto del 24 agosto. l’Assemblea ha approvato l’ordine del giorno G3, sottoscritto dai Gruppi PD, AP, Aut e AL-A, e l’ordine del giorno G1(testo 2) della sen. Bignami (Misto). Sono state invece respinte le mozioni dei Gruppi SI-Sel, M5S, FI-PdL, LN, CoR, e l’ordine del giorno G3 di LN, che impegnava il Governo a destinare le risorse preventivate per il ponte sullo Stretto alla ricostruzione e all’adeguamento antisismico. Il sen. Vaccari (PD) ha illustrato la mozione n. 620 che impegna il Governo a completare rapidamente il riordino della Protezione civile, a pianificare il fabbisogno di risorse pubbliche e private per la messa in sicurezza degli edifici. La sen. De Petris (SI-Sel), nell’illustrare la mozione n. 629, che si articola in 25 punti, ha insistito in modo particolare su un programma decennale di investimenti per la messa in sicurezza del territorio; su una ricostruzione improntata a criteri di trasparenza, partecipazione democratica, legalità. La senatrice Nugnes (M5S), illustrando la mozione n. 630, ha posto l’accento sulla mappatura del territorio nazionale, sulla previsione di una zona franca urbana e sul sostegno alle imprese nei territori colpiti dal terremoto. Il sen. Marinello (AP) ha illustrato la mozione n. 631 che impegna il Governo a prevedere la costruzione in loco di strutture temporanee, a prevedere che la ricostruzione dei paesi colpiti avvenga nei medesimi siti, a coinvolgere l’Autorità anticorruzione. La sen. Pelino (FI-PdL), illustrando la mozione n. 632, ha dato atto al governo di aver gestito adeguatamente la fase dell’emergenza; Forza Italia chiede che la ricostruzione sia monitorata per evitare sprechi e infiltrazioni della criminalità organizzata. Il sen. Candiani (LN), illustrando la mozione n. 633, il cui dispositivo si articola in 27 punti, ha posto l’accento sulla previsione di una no tax area nelle zone colpite dal terremoto, sulla sospensione di tasse e tributi e su misure fiscali specifiche per consentire ad agricoltori e allevatori di continuare a svolgere la loro attività sul territorio. La sen. De Petris (SI-Sel) ha poi illustrato l’ordine del giorno G1, presentato dalla sen. Bignami (Misto), che prevede forme specifiche di assistenza per le persone con disabilità. Il sen. Centinaio (LN) ha illustrato l’ordine del giorno G2, che impegna il Governo a destinare le risorse preventivate per il ponte sullo stretto di Messina alla ricostruzione e all’adeguamento antisismico. Nella discussione generale sono intervenuti i sen. Piano (Aut); Margiotta, Stefania Pezzopane, Verducci (PD); Crosio (LN), Rosetta Blundo (M5S); D’Alì (FI-PdL). I Gruppi di maggioranza e AL-A hanno ritirato le rispettive mozioni e hanno presentato l’ordine del giorno G3. In replica il sottosegretario per lo sviluppo economico De Vincenti ha ricordato il decreto-legge, con il quale il Governo ha nominato un commissario straordinario per la ricostruzione e ha stanziato le prime risorse, e il progetto Casa Italia, che prevede interventi di lungo periodo per la messa in sicurezza del territorio. Ha assicurato che nella legge di bilancio saranno stanziate ulteriori risorse, che si aggiungeranno a quelle destinate alla prevenzione del dissesto idrogeologico, all’edilizia scolastica e alla banda larga. Hanno svolto dichiarazione di voto i sen. Candiani (LN), Anna Bonfrisco (CoR), Mazzoni (AL-A), Loredana De Petris (SI-Sel), Romano (Aut), Lucidi (M5S), Ceroni (FI-PdL), Susta (PD). Le opposizioni hanno espresso sconcerto per l’atteggiamento chiuso e divisivo del governo, che ha respinto proposte ragionevoli, alcune simili o identiche alle proposte di maggioranza.
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