Martedì 26 luglio alle ore 16,30 si è riunita l’Aula e in apertura di seduta la presidente di turno, Lanzillotta, ha espresso l’esecrazione e il cordoglio del Senato per l’assassinio del prete che celebrava la messa nella chiesa di Rouen, in Francia. La presidente ha ricordato anche gli attentati terroristici che la settimana scorsa hanno colpito la Germania e l’Afghanistan.
Poi l’Assemblea ha avviato l’esame del ddl n. 2483, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 9 giugno 2016, n. 98, recante disposizioni urgenti per il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali del Gruppo ILVA, già approvato dalla Camera dei deputati. Il provvedimento, sul quale hanno riferito la senatrice Fabbri (PD) e Orellana (Aut), modifica alcune disposizioni contenute nei decreti-legge riguardanti l’attuazione del Piano di tutela ambientale e sanitaria e i diritti e gli obblighi degli acquirenti o affittuari del complesso aziendale. La Camera dei deputati ha introdotto norme che vietano all’advisor finanziario di avere partecipazioni o ricoprire incarichi dirigenziali interni o esterni nel soggetto aggiudicatario; istituiscono un coordinamento presso la Presidenza del Consiglio tra Regione Puglia, ministeri competenti e comuni interessati per facilitare lo scambio di informazioni sull’attuazione del piano; autorizzano l’ARPA a procedere ad assunzioni a tempo indeterminato per assicurare le attività di accertamento relative all’attuazione del Piano.
Le pregiudiziali di costituzionalità avanzate dai senatori Malan (FI-PdL), Paola Nugnes (M5S), Loredana De Petris (SI-SEL), Bruni (CoR) e Consiglio (LN) sono state respinte. Le opposizioni hanno rilevato che l’undicesimo provvedimento urgente su Ilva, peraltro non risolutivo, dispone ulteriori deroghe e proroghe, lesive di diritti costituzionalmente garantiti, tra i quali l’uguaglianza, la salute, l’obbligatorietà dell’azione penale. Il protrarsi dell’emergenza industriale e sanitaria fa perdere credibilità rispetto agli investitori esteri. Il ministro dell’Ambiente ha posto la questione di fiducia sull’approvazione del decreto, nel testo licenziato dalla Camera. Dopo che la Conferenza dei capigruppo ha organizzato la discussione, Tonini (PD), presidente della Commissione bilancio, ha espresso parere di nulla osta, nel presupposto che il Comitato di esperti utilizzi i fondi disponibili a legislazione vigente e che le risorse per la mappatura dei rifiuti siano in capo ai commissari. Alla discussione sulla fiducia hanno preso parte D’Ambrosio Lettieri, Perrone, Liuzzi (CoR); Arrigoni (LN); Alessandra Bencini (Misto-IdV); Elisa Bulgarelli, Barbara Lezzi, Castaldi, Paola Nugnes (M5S); Scalia, Mirabelli (PD); Paola De Pin (GAL); Barozzino (SI-SEL); Paola Pelino (FI-PdL). L’esame proseguirà nella seduta antimerdiana di domani. Mercoledì 27 luglio, a partire dalle ore 9,30, avranno luogo le dichiarazioni di voto e la chiama per il voto finale. Resta in agenda il seguito dell’esame della legge di delegazione europea 2015 (ddl n. 2345). La seduta è terminata alle ore 20.
Ho chiesto un commento su questo provvedimento al senatore Aldo Di Biagio di AP. Ecco la sua risposta: “Con questo ultimo decreto, la cui urgenza connessa alla gravità delle situazioni è indiscutibile, si perfezionano le ultime misure per il salvataggio dell’ILVA. Quelle relative alle procedure di cessione di questo complesso aziendale a soggetti terzi, e ci si concentra sulla definizione di ulteriori misure necessarie e opportune per questa delicata fase di passaggio. Ciò che stiamo realizzando anche con questo decreto è di emanare delle norme che consentano di rendere compatibile la qualità ambientale, la salute della popolazione e la sostenibilità economica. Questo approccio si configura come necessario per l’occupazione e per la permanenza dell’industria siderurgica nel nostro Paese. Con l’approvazione del disegno di legge di conversione del decreto cerchiamo di dare risposte adeguate e definitive a questa complessa vicenda, una vicenda rispetto alla quale il Parlamento non si è mai tirato indietro sostenendo in maniera convinta l’azione del Governo”.
Mercoledì 27 l’Aula si è riunita alle ore 9,30 e con 168 sì, 102 no e due astensioni il Senato ha votato la fiducia al governo per approvare in via definitiva il ddl n. 2345 di conversione del decreto-legge n. 98 del 2016, sulla cessione dell’Ilva, sul quale era stata posta la questione di fiducia.
Come previsto dall’ordine del giorno, l’Aula ha poi ripreso l’esame della legge di delegazione europea 2015 (ddl n. 2345). Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato la fiducia Iurlaro (AL-A), Romano Lucio (Aut), Marinello (AP) – che pure ha indicato talune criticità in merito all’estensione dello scudo giudiziario e a profili di copertura finanziaria in relazione alla mappatura dei siti contaminati – Tomaselli (PD) e, in dissenso dal Gruppo, la senatrice Serenella Fucksia (Misto). Hanno negato la fiducia i senatori Zizza (CoR), Consiglio (LN), Loredana De Petris (SI-SEL), Davico (GAL), Martelli (M5S) e Galimberti (FI), mentre hanno annunciato l’astensione i sanatori Alessandra Bencini (IDV), Stefano (Misto) e, in dissenso dal Gruppo, Battista e Zin (Aut). Le opposizioni hanno sottolineato come le ulteriori proroghe e deroghe contenute nel decreto, oltre a rivelarsi fallimentari, siano totalmente lesive di diritti costituzionalmente garantiti.
L’Assemblea ha ripreso l’esame del ddl n. 2345, “Delega al governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2015, approvato dalla Camera dei deputati. Il ddl, composto di 21 articoli e di due allegati, è stato modificato dalla Camera che ha introdotto nuovi articoli e ha specificato i criteri per l’attuazione delle direttive. Complessivamente, il governo è delegato ad attuare 13 direttive, una decisione quadro, una raccomandazione del Comitato europeo per il rischio sistemico, due direttive in via regolamentare, e ad adeguare la normativa nazionale a dodici regolamenti. Al termine della seduta, i senatori Floris (FI), Casini (AP), Cucca, Angioni (PD) e Uras (Misto) hanno ricordato Mariano Delogu, scomparso questa mattina. Avvocato di professione, Delogu ha ricoperto la carica di senatore, prima con Alleanza Nazionale e poi con il PdL, nonché quella di sindaco di Cagliari per due mandati consecutivi. La seduta è terminata alle ore 13,15.
Nella seduta pomeridiana delle ore 16 l’Assemblea ha ripreso l’esame del ddl n. 2345. Sono stati approvati, senza modifiche, gli articoli 1 e 2, che delegano il governo ad attuare le direttive contenute negli allegati e a prevedere sanzioni, l’articolo 3, riguardante la prevenzione e la gestione della diffusione di specie esotiche invasive, e l’articolo 4, concernente la riduzione delle borse di plastica in materiale leggero. Dopo un vivace dibattito sull’articolo 5, riguardante l’etichettatura degli alimenti e l’informazione ai consumatori, sono stati respinti gli emendamenti del senatore Candiani (LN) volti a rendere obbligatoria in etichetta la specificazione del luogo di produzione e dell’origine degli ingrendienti principali. Approvati senza emendamenti anche gli articoli successivi. Nelle dichiarazioni finali, hanno annunciato voto favorevole i senatori Adele Gambaro (AL-A), Orellana (Aut) e Mancuso (AP). Il senatore Liuzzi (CoR) ha annunciato l’astensione, lamentando la blindatura del provvedimento e il mancato accoglimento delle proposte volte a tutelare il made in Italy. Il senatore Uras (Misto) ha rilevato che la sovrapproduzione affastellata di norme negli ambiti più disparati alimenta sentimenti antieuropei e pulsioni populiste. I senatori Candiani (LN) e Giovanni Mauro (GAL) hanno annunciato voto contrario, accusando il governo di recepire in modo burocratico norme soffocanti e di assecondare un disegno che assegna all’Italia un ruolo subalterno nella divisione internazionale del lavoro, riducendola ad un mercato di consumo. Il seguito delle dichiarazioni di voto è stato rinviato a domani. La seduta è terminata alle ore 20,40.
Giovedì 28 l’Aula si è riunita alle ore 9,35: con 141 voti favorevoli, 35 contrari e 42 astenuti l’Assemblea ha approvato definitivamente il ddl n. 2345. L’Assemblea – con 184 voti favorevoli, 23 contrari e 15 astenuti, sul contenuto della legge di bilancio – ha approvato in via definitiva il ddl n. 2451, recante modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, concernenti il contenuto della legge di bilancio, in attuazione dell’articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 243. Il ddl modifica la legge di contabilità per integrare in un unico provvedimento i due strumenti principali della manovra annuale (disegno di legge di bilancio e legge di stabilità) e per cambiare i tempi di presentazione dei documenti finanziari. La Camera ha introdotto diversi articoli riguardanti gli aggiornamenti degli istituti contabili, i profili gestionali del bilancio, le modalità di redazione dei documenti conoscitivi. Il relatore, Azzollini (AP), ha ricordato che il ddl si inquadra nel processo di costruzione delle nuove regole di bilancio, avviato nel 2012 con la modifica dell’articolo 81 della Costituzione, che ha introdotto il principio del pareggio di bilancio. Alla discussione generale hanno preso parte Anna Cinzia Bonfrisco (CoR), Giovanna Mangili (M5S), Ceroni (FI-PdL), Guerrieri Paleotti (PD). Il M5S è contrario ad una riscrittura della legge di contabilità alla luce dei vincoli europei stabiliti dal Fiscal compact e ritiene che gli indicatori di benessere equo e sostenibile dovrebbero avere carattere vincolante, non meramente conoscitivo. In replica il vice ministro dell’Economia, Morando, ha evidenziato il salto di qualità della decisione e della gestione del bilancio conseguente al superamento del carattere formale della legge di bilancio, che consente una maggiore programmazione della spesa e una valutazione dei comportamenti delle amministrazioni. Ha sottolineato inoltre l’ampia convergenza sul provvedimento: l’unica differenza politica riguarda il M5S, che vorrebbe cancellare qualsiasi riferimento alla dimensione europea. Secondo il Morando non c’è alternativa al tentativo di cambiare il segno della politica economica europea, la logica sovranista condannerebbe il Paese all’impotenza e alla marginalità.
Respinti tutti gli emendamenti, nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto favorevole i senatori Anna Bonfrisco (CoR), Giovanni Mauro (GAL), Langella (AL-A), Uras (Misto), Gualdani (AP), Mandelli (FI-PdL) e Tonini (PD). La senatrice Comaroli (LN) ha annunciato l’astensione in ragione della blindatura del provvedimento, che avrebbe potuto essere migliorato in tema di superamento delle norme microsettoriali, trasparenza degli impegni, coinvolgimento delle Regioni nella programmazione.
Sulla costituzione in giudizio del Senato in un conflitto di attribuzioni, con 171 voti favorevoli, 37 contrari e 6 astenuti, è stata approvata la proposta formulata dalla Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari. Con la relazione della senastrice Gatti, è stato incardinato l’Atto Senato n. 2217, in materia di contrasto al “caporalato”, nel testo proposto dalla Commissione Agricoltura. Alla discussione generale hanno partecipato Lumia, Laura Fasiolo, Camilla Fabbri, Donatella Albano, Annamaria Parente (PD), Campanella (SI-SEL), Candiani (LN), Ruvolo (AL-A), Panizza (Aut), Dalla Tor (AP), Puglia (M5S), Paola Pelino (FI-PdL). In replica il ministro delle Politiche Agricole, Martina, ha ricordato il sensibile aumento dei controlli tra il 2014 e il 2015; ha evidenziato le novità relative alla responsabilità diretta del datore di lavoro, alla semplificazione degli indici di sfruttamento, al commissariamento delle aziende, all’articolazione territoriale della Rete del lavoro di qualità; ha auspicato infine un’ampia convergenza sul provvedimento. La seduta è terminata alle ore 15,00.
La seduta pomeridiana ha inizio alle ore 16 ed è dedicata allo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata al ministro dell’Interno. In merito al primo argomento, misure di pubblica sicurezza volte a prevenire e contrastare il terrorismo di matrice fondamentalista, Pagliari (PD), Malan (FI-PdL), Santangelo (M5S), Mancuso (AP), Alessia Petraglia (SI-SEL), Battista (Aut), Mazzoni (AL-A), Candiani (LN) e Bruni (CoR) hanno avanzato domande sull’integralismo religioso, l’attività di prevenzione, l’equipaggiamento delle Forze dell’ordine, la politica di integrazione, le banche dati, l’assunzione di personale nelle Forze di polizia. Il ministro Alfano ha evidenziato che nell’attuale contesto storico azzerare il rischio di attentati è impossibile: il ministero lavora alla riduzione del rischio attraverso un’attività di prevenzione intensa ed efficace ma i cui risultati sono scarsamente visibili. Dal 1° gennaio ad oggi sono stati fatti più di 160.000 controlli su persone sospette, sono state effettuate più di 285.000 perquisizioni, sono state arrestate 549 persone, 102 sono state le espulsioni. Le norme sui foreign fighters si sono rivelate efficaci.
Sul secondo argomento, sistema nazionale di accoglienza dei migranti, hanno formulato quesiti Cecilia Guerra (PD), Malan (FI-PdL), Morra (M5S), Mancuso (AP), Alessia Petraglia (SI-SEL), Mazzoni (AL-A), Candiani (LN), Liuzzi (CoR). Il ministro Alfano ha ribadito che l’integrazione è volta a prevenire fenomeni di radicalizzazione. Il sistema di accoglienza è articolato su più livelli e su di esso vengono effettuati controlli da parte della prefetture e dell’Autorità anti-corruzione. A seguito dell’aumento del numero di profughi provenienti dalla Libia è stato potenziato il sistema di fotosegnalamento e sono state raddoppiate le commissioni d’asilo. Il governo italiano ha il dovere di salvare tutti coloro che rischiano la vita e di accogliere chi ha diritto a misure di protezione umanitaria. In replica Candiani (LN) si è dichiarato insoddisfatto: occorrerebbe aumentare le commissioni e istituire sezioni specializzate presso i tribunali per individuare esattamente gli aventi diritto all’asilo. Mazzoni (AL-A) ha manifestato preoccupazione per il mancato funzionamento della ricollocazione a livello europeo e per la riforma del regolamento di Dublino proposta dalla Commissione. La seduta è terminata alle ore 17:25.
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