di FRANCESCO MARIA PROVENZANO –
Martedì 5 aprile alle ore 12, in Aula il ministro degli esteri Gentiloni ha reso un’informativa sul caso di Giulio Regeni, il giovane studioso residente al Cairo, sequestrato il 25 gennaio scorso, atrocemente torturato e ucciso. La collaborazione tra il team investigativo italiano e le autorità egiziane è stata fin qui insufficiente e la Procura ha giudicato carente il dossier trasmesso. Sono circolate molte voci sulla vicenda, tra cui quella di un’azione criminale per minare i rapporti tra Egitto e Italia e su Regeni “informatore di un’intelligence”: il governo italiano insiste nel dire che non accetterà una verità di comodo. Nei prossimi giorni, 7 e 8 aprile, ci saranno a Roma incontri tra gli inquirenti egiziani q quelli egiziani che potrebbero essere decisivi per le indagini: in quella sede si verificherà se il canale di piena collaborazione, annunciato dal presidente egiziano Al Sisi, funzionerà. Se il cambio di marcia non ci sarà, il governo italiano adotterà “misure adeguate e proporzionate e ne informerà il Parlamento”. La ragion di Stato impone, infatti, di difendere la memoria del giovane italiano e la dignità dell’Italia. Nel successivo dibattito hanno preso la parola i senatori Compagna (CoR), Divina (LN), Amoruso (AL-A), Romano (Aut), Ferrara (GAL), De Cristofaro (SI-SEL), Casini (AP), Lucidi (M5S), Paolo Romani (FI-PdL) e Martini (PD). I Gruppi di maggioranza hanno condiviso le parole equilibrate e ferme del ministro; GAL, AP e FI-PdL hanno ricostruito il complesso contesto dell’omicidio; il M5S si è dichiarato insoddisfatto dell’informativa: ha evidenziato gli interessi petroliferi di Eni e il traffico di armi verso l’Egitto. Secondo SI-SEL il governo italiano avrebbe dovuto agire con maggiore determinazione per ottenere verità e giustizia nei confronti degli apparati di sicurezza egiziani coinvolti nella vicenda.
Dopo la sospensione, alla ripresa pomeridiana dei lavori la senatrice Catalfo (M5S), Candiani (LN), la De Petris (SI-SEL), i Paolo Romani (FI-PdL), Bonfrisco (CoR) hanno chiesto la convocazione della Conferenza dei Capigruppo per calendarizzare una mozione di sfiducia in relazione agli sviluppi dell’inchiesta della magistratura di Potenza sull’emendamento governativo, inserito nella legge di stabilità, a tutela degli interessi petroliferi di Total.
L’Assemblea ha poi avviato l’esame del ddl n. 2298 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 14 febbraio 2016, n. 18, recante misure urgenti concernenti la riforma delle banche di credito cooperativo, la garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze, il regime fiscale relativo alle procedure di crisi e la gestione collettiva del risparmio, già approvato dalla Camera dei deputati. Il capo I modifica il testo unico del settore bancario. Il capo II reca misure volte a definire un meccanismo per smaltire i crediti in sofferenza presenti nei bilanci di banche e intermediari da attuare mediante la concessione di garanzie dello Stato nell’ambito di operazioni di cartolarizzazione. L’articolo 3 definisce l’ambito di applicazione della misura, che è temporanea (fino al 16 agosto 2017 con possibilità di proroga previo parere positivo dell’Unione europea) e consiste nella concessione della garanzia statale su titoli cartolarizzati aventi come sottostanti i crediti in sofferenza delle banche e degli intermediari con sede in Italia.
Il capo IV reca disposizioni in materia di gestione e tutela del risparmio. Il relatore, sen. Moscardelli (PD), nel riferire sul provvedimento, ha evidenziato che la trasformazione delle banche di credito cooperativo, che costituiscono una realtà importante nel panorama italiano, va inquadrata nell’ambito dell’unione bancaria europea che ha previsto norme omogenee per tutte le banche, un sistema unico di vigilanza, di risoluzione delle crisi e di garanzia dei depositi. La crisi dell’economia reale ha evidenziato l’eccessiva frammentazione del sistema bancario italiano e ha diminuito la redditività delle BCC: di qui la necessità di una riforma per far sì che la politica monetaria espansiva della BCE possa tradursi in un allentamento della stretta creditizia. Il relatore ha evidenziato che la riforma assicura la competitività delle BCC preservando però i connotati di mutualità; ha richiamato l’estensione della garanzia pubblica agli intermediari, la maggiore flessibilità delle regole fiscali, l’importante ruolo della Banca d’Italia. Ha fornito infine chiarimenti sull’articolo 17-ter riguardante gli assegni bancari.
Le senatrice Bernini (FI-PdL), Stefani (LN), Bottici (M5S) e De Petris (SI-SEL) hanno avanzato una pregiudiziale di costituzionalità: con modalità dirigiste e autoritarie il Governo realizza una riforma di sistema attraverso un decreto-legge evidentemente privo dei requisiti costituzionali di necessità e urgenza. Il provvedimento, peraltro, non chiarisce quale sarà la governance delle holding delle BCC, che è demandata a norme di rango secondario. Secondo SI-SEL il ddl non salvaguarda il carattere multualistico delle BCC; secondo M5S il provvedimento punisce il credito cooperativo, non tutela il risparmio, palesa i conflitti di interesse di un governo che ha regalato 7,5 miliardi alle banche ed è espressione di lobby finanziarie e assicurative. Dopo che i senatori Collina (PD) e Falanga (AL-A) si sono pronunciati contro, le questioni incidentali sono state respinte ed è iniziata la discussione generale.
Hanno preso la parola Malan, Carraro (FI-PdL); Fornaro (PD); Molinari, Uras (Misto); Liuzzi (CoR); Arrigoni (LN); Caridi (GAL); Panizza (Aut). Forza Italia ha rilevato che il decreto penalizza il sistema di credito più legato al territorio, che ha sostenuto le piccole e medie imprese; il sen. Fornaro (PD) ha espresso perplessità sulle modalità di way out (uscita) e l’affrancamento delle riserve indivisibili ed ha auspicato ulteriori modifiche, tra cui la possibilità di trasformazione in banche popolari. Secondo la Lega Nord l’introduzione della clausola del way out è una scappatoia offerta alle banche toscane che non vogliono aderire al gruppo. Il sen. Liuzzi (CoR) ha rilevato che la riforma è in bilico tra la novità del bail-in e gli aiuti di Stato. Il sen. Panizza (Aut) ha apprezzato le modifiche introdotte alla Camera che salvaguardano le specificità delle banche italiane e in particolare quelle di Trento e Bolzano, ma ha condiviso le perplessità sul way out. La seduta è terminata alle ore 19:50.
Ho chiesto al relatore Moscardelli un commento su questo provvedimento, ed ecco la sua risposta: “Per preservare e rafforzare il sistema BCC occorre avere il coraggio di cambiare. È’ ciò che hanno fatto il governo Renzi e la maggioranza. La riforma delle BCC e le altre misure contenute nel decreto legge n. 18 del 2016 al Senato per la conversione con modificazioni sono legge”.
“La Riforma – prosegue Moscardelli – va nella direzione auspicata dal sistema delle Banche di Credito Cooperativo e dalla stessa Banca d’Italia. Il provvedimento riprende nella sostanza il progetto di autoriforma proposto dalle stesse BCC. Rafforzare il sistema per renderlo competitivo rispetto alla nuova realtà dell’Unione Bancaria Europea e mantenere i connotati di mutualità e di erogazione del credito a famiglie e alle piccole imprese del territorio sono le coordinate del provvedimento. Rispetto alle 364 banche di credito cooperativo con un patrimonio complessivo di 20 miliardi di euro si favorisce l’aggregazione in un gruppo bancario con una holding capogruppo S.p.A con almeno 1 miliardo di euro di patrimonio, senza però rendere possibile un solo gruppo, detenuta in modo maggioritario dalle BCC che possono esercitare il credito in forma cooperativa solo se fanno parte di un gruppo. Si può evitare il gruppo solo dando vita ad una banca S.p.A con almeno 200 milioni di euro di patrimonio. Ci sono 14 banche nel Paese con questo requisito e presenti in diverse realtà territoriali. Altre importanti norme sono lo stop all’anatocismo, l’estensione della Garanzia Pubblica sulla cartolarizzazione delle sofferenze anche agli intermediari finanziari, il fondo temporaneo a sostegno delle attività di credito cooperativo in attesa della costituzione del nuovo gruppo”.
Mercoledì 6 la seduta è iniziata alle ore 9,35 e in apertura di seduta il presidente Grasso ha ricordato il settimo anniversario del terremoto dell’Aquila che provocò 309 vittime. Dopo che l’Assemblea ha osservato un minuto di silenzio, hanno preso la parola Bruni (CoR), Arrigoni (LN), Barani (AL-A), Loredana De Petris (SI-SEL), Mancuso (AP), Rosetta Blundo (M5S), Paola Pelino (FI-PdL), Stefania Pezzopane (PD). L’Assemblea ha subito ripreso l’esame del ddl n. 2298 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 14 febbraio 2016, n. 18, recante misure urgenti concernenti la riforma delle banche di credito cooperativo, la garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze, il regime fiscale relativo alle procedure di crisi e la gestione collettiva del risparmio, già approvato dalla Camera dei deputati. Nella seduta di ieri il relatore, Moscardelli (PD), ha illustrato il provvedimento, sono state respinte le pregiudiziali di costituzionalità ed è iniziata la discussione generale, che si è oggi conclusa con gli interventi di Mucchetti (PD), Cappelletti (M5S), Mauro Marino (PD). In replica il vice ministro dell’economia Enrico Morando ha ricordato che, dopo l’intesa a livello europeo per evitare che la garanzia statale sui crediti deteriorati incorra in una procedura di infrazione per aiuti di Stato, il governo ha scelto di ricorrere alla decretazione d’urgenza per accelerare il consolidamento patrimoniale delle BCC. Affrontare il problema delle sofferenze bancarie è urgente, infatti, per superare la stretta creditizia e consentire che la politica monetaria espansiva della BCE si trasmetta all’economia reale.
Il ministro per i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi ha posto la questione di fiducia sull’approvazione dell’articolo unico di conversione del decreto, nel testo approvato dalla Camera. Nella discussione sulla fiducia hanno preso la parola Divina (LN), Barani (AL-A), Berger (Aut), Vacciano (Misto), Galimberti (FI-PdL). Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato la fiducia Eva Longo (AL-A), Zeller (Aut), Marino (AP), che ha però criticato duramente la way out, e Gianluca Rossi (PD). Hanno negato la fiducia Anna Cinzia Bonfrisco (CoR), Tosato (LN), Giovanni Mauro (GAL), Loredana De Petris (SI-SEL), Laura Bottici (M5S) e Mandelli (FI-PdL). Le opposizioni hanno ricordato che su tutti i provvedimenti bancari (trasformazione delle banche popolari in società per azioni, norme salva-banche, trasformazione delle banche cooperative), il Senato, che ha approfondito meglio l’argomento, è stato tagliato fuori dall’attività emendativa. Il provvedimento non tutela il risparmio e non garantisce l’accesso al credito; la norma sul way out favorisce invece le banche toscane legate al presidente del Consiglio.
Con 171 voti favorevoli, 105 contrari e un’astensione, l’Assemblea ha rinnovato la fiducia al governo, approvando definitivamente il ddl n. 2298 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 14 febbraio 2016, n.18, recante misure urgenti concernenti la riforma delle banche di credito cooperativo, la garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze, il regime fiscale relativo alle procedure di crisi e la gestione collettiva del risparmio. Su richiesta avanzata ieri dalle opposizioni, il presidente Grasso ha convocato la Conferenza dei Capigruppo che ha deciso a maggioranza di calendarizzare per martedì 19 aprile alle ore 16,30 le due mozioni di sfiducia presentate da M5S e FI-LN-CoR sui rapporti tra il governo e le compagnie petrolifere. Al termine della seduta Lucrezia Ricchiuti (PD), Giovanardi (GAL), Airola (M5S), Di Maggio (CoR) e Cuomo (PD) sono intervenuti sull’intervista realizzata da Bruno Vespa al figlio di Totò Riina. La seduta è terminata alle 19,55.
Giovedì 7 l’Aula riunitasi alle ore 9,30 ha avviato la discussione di mozioni sulla sottrazione internazionale di minori. Tutte le mozioni evidenziano che il fenomeno dell’allontanamento illecito del minore dal Paese di residenza, o del trattenimento all’estero ad opera di un genitore senza il consenso dell’altro, è in aumento, e riguarda soprattutto le coppie conflittuali costituite da persone di diversa nazionalità e cultura. Dopo gli interventi in discussione generale delle senatrici Albano e Silvestro (PD), il sottosegretario per la gGustizia Federica Chiavaroli ha chiesto un rinvio per giungere alla stesura di una mozione unitaria. L’Assemblea ha approvato mozioni sulla tutela dei diritti dell’infanzia nei territori controllati dall’Isis e Boko Haram. Sono stati accolti senza modifiche i testi di AP e PD e, con riformulazioni, i testi di LN, CoR, M5S e FI-PdL.
Il sen. Di Biagio (AP) ha illustrato la mozione n. 379 che impegna il governo a richiamare l’attenzione dei partner internazionali sulla gravità di quanto di verifica a danno dei minori nei territori del califfato e nelle aree della Nigeria controllate da Boko Haram e dare impulso a iniziative per approfondire le denunce dell’ONU e creare canali di aiuto. Divina (LN) ha illustrato la mozione n. 435 che impegna, in particolare, il Governo a valutare l’opportunità di introdurre nell’ordinamento il reato di tentato genocidio. Il sen. Liuzzi (CoR) ha illustrato la mozione n. 436 che impegna in particolare il governo a proporre, in occasione del Consiglio europeo di giugno, un comitato europeo per la vigilanza sul rispetto dei diritti dei minori. Lucidi (M5S) ha illustrato la mozione n. 443. Il testo impegna il governo a farsi promotore dell’attuazione della risoluzione del Parlamento europeo; a promuovere la cooperazione con il governo nigeriano e missioni di supporto ai campi profughi. La senarice Bernini (FI-PdL) ha illustrato la mozione n. 468, che impegna il governo a normalizzare le relazioni diplomatiche con i governi dei Paesi limitrofi di territori controllati da Isis e organizzazioni terroristiche; a sostenere, di concerto con UE e USA, una trattativa per la tutela dei minori. La sen. Mattesini (PD) ha illustrato la mozione n. 472 (testo 3) che impegna il governo ad aprire corridoi umanitari in favore in particolare dei minori e a incentivare l’affido familiare. Il sottosegretario di Stato agli affari esteri Amendola ha espresso parere favorevole sulle mozioni di AP e PD e ha accolto con riformulazioni le altre mozioni. Hanno svolto dichiarazione di voto Liuzzi (CoR), Divina (LN), Mazzoni (AL-A), De Cristofaro (SI-SEL), Lucidi (M5S), Maria Rizzotti (FI-PdL), Mara Valdinosi (PD). L’Assemblea è passata infine allo svolgimento di interrogazioni. Il sottosegretario per i rapporti con il Parlamento Pizzetti ha risposto all’interrogazione 3-02254 del sen. Endrizzi (M5S) e altri sulla pubblicità relativa ai finanziamenti ai partiti politici. Il rappresentante del governo ha fatto presente che l’abrogazione del finanziamento pubblico entrerà a regime nel 2017. Il sen. Endrizzi (M5S) ha manifestato sconcerto per l’arroganza e la sfrontatezza della risposta. Il Sottosegretario Pizzetti ha poi risposto all’interrogazione 3-02306 della sen. Giorgi (PD) sull’inquadramento di personale tecnico nella dirigenza della Regione siciliana. L’interrogante si è dichiarata soddisfatta. Il Sottosegretario per il rapporti con il Parlamento ha risposto infine all’interrogazione 3-02705 del sen. Molinari (Misto) sulla salvaguardia del sito archeologico di Kaulon a Monasterace in Calabria. Il Sottosegretario di Stato per l’istruzione, l’università e la ricerca Toccafondi ha risposto congiuntamente alle interrogazioni 3-02423 del sen. Angioni (PD) e altri e 3-02550 del sen. Liuzzi (CoR) sull’esclusione del personale tecnico-amministrativo in servizio a tempo indeterminato dal bando PRIN (progetti di ricerca di interesse nazionale) 2015. In replica Angioni (PD) e Liuzzi (CoR) hanno auspicato una modifica normativa per valorizzare le competenze del personale tecnico laureato e definire lo stato giuridico dei ricercatori. La seduta è terminata alle ore 16,00.
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