7GIORNI IN SENATO (n. 104)/ Sì alle misure di sostegno per le categorie danneggiate dalle restrizioni per il coronavirus. Bagarre, invece, sulla cancellazione di alcune norme sull’immigrazione

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO – 

Martedì 15 dicembre l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 11:00 L’Assemblea ha ripreso l’esame del ddl (1994) conversione in legge del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, recante ulteriori misure urgenti in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, giustizia e sicurezza, connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Nella seduta di ieri sono state svolte le relazioni, di maggioranza e minoranza, ed è iniziata la discussione generale. Nel decreto sono confluiti i quattro provvedimenti ristori, adottati per sostenere le attività più colpite dalle chiusure e restrizioni conseguenti all’andamento della pandemia. Il relatore, sen. Presutto (M5S), ha preannunciato un Ristori 5 per le attività che, pur non essendo state chiuse, hanno subito un calo di fatturato. La dotazione complessiva per proteggere il tessuto produttivo del Paese è superiore a 19 miliardi. Tra le misure principali: un contributo a fondo perduto, direttamente sul conto corrente, per le categorie più penalizzate, un credito d’imposta sull’affitto degli immobili commerciali, la cancellazione della seconda rata IMU, il rinvio di adempimenti fiscali; aiuti al turismo e alla cultura e un sostegno all’internazionalizzazione delle imprese; la proroga della cassa integrazione fino al 31 gennaio, la sospensione dei versamenti contributi, un’indennità di mille euro per i lavoratori stagionali e intermittenti, altre due mensilità per il reddito di emergenza, un piano d’acquisto di tamponi rapidi, la destinazione di 85 milioni alla didattica a distanza; risorse per le forze di polizia; interventi per la digitalizzazione dei procedimenti penali e civili; il congedo parentale straordinario e il bonus babysitting; lo stanziamento di 300 milioni per il trasporto pubblico.

Le Commissioni, in fase emendativa, hanno lavorato su temi di interesse collettivo. I Gruppi di opposizione, con diversi accenti, hanno avanzato rilievi di metodo e di merito: la successione dei decreti ristori, poi confluiti in un unico testo, ha comportato un esame lungo e travagliato; l’orizzonte temporale dei provvedimenti è eccessivamente ristretto e lo spazio di intervento parlamentare è stato troppo limitato. La logica dei codici Ateco, che genera esclusioni clamorose e ingiustificate, non è stata superata; lo scostamento di 8 miliardi è stato tardivo, così come tardiva è stata la proroga dei versamenti fiscali: l’opposizione aveva proposto una soluzione più semplice, l’anno o il semestre bianco fiscale. Sebbene siano state accolte tre proposte del centrodestra (la riduzione degli oneri della bolletta elettrica, il sostegno alle convenzioni dei comuni per il trasporto privato, il fondo per le Regioni più colpite) la maggioranza ha respinto emendamenti importanti per la filiera agroalimentare, le disabilità, i magistrati onorari, il deposito telematico degli atti. Nella maggioranza, M5S ha sollecitato l’estensione del superecobonus e ha ricordato che in Commissione sono stati approvati 70 emendamenti di 600 milioni, tra cui la proroga della Tosap; il Gruppo IV ha sottolineato che, per la prima volta, sono stati approvati in Commissione emendamenti proposti dall’opposizione per un valore complessivo di 380 milioni; il PD ha ricordato che la successione dei provvedimenti è legata all’incertezza della fase pandemica e alla difficoltà di individuare le categorie da sostenere.

La discussione è proseguita e si è conclusa oggi con gli interventi dei sen. Comincini, Cucca (IV); Tiziana Nisini, Vescovi, Sonia Fregolent, Raffaella Marin, Rufa, Maria Saponara, Ripamonti, Briziarelli (L-SP); Taricco, Rampi, Mirabelli (PD); Dell’Olio, Maria Domenica Castellone, Croatti, Fenu, Rossella Accoto (M5S); Damiani, Mallegni, Caliendo, Pichetto Fratin (FI); Giovanna Petrenga, Maffoni, Balboni (FdI); De Falco (Misto).

La sottosegretaria di Stato per l’Economia e le Finanze Guerra ha riconosciuto il contributo importante venuto dalla minoranza e dalla maggioranza e ha assicurato che il Governo, consapevole dei limiti del decreto, metterà a frutto il dibattito parlamentare nei prossimi provvedimenti. Il ministro per i rapporti con il Parlamento D’Incà ha poi presentato l’emendamento 1.900 interamente sostitutivo, che recepisce le proposte approvate in Commissione. La Presidenza, alla luce dei precedenti sui provvedimenti d’urgenza, dei richiami del Presidente della Repubblica e della sentenza della Corte costituzionale del 2019, ha dichiarato inammissibili, ai sensi dell’articolo 97 del Regolamento, alcuni emendamenti in quanto estranei al contenuto del decreto. Ha quindi rilevato l’eccezionalità della procedura adottata (quattro provvedimenti a contenuto plurimo sono confluiti in un unico testo tramite emendamenti governativi e, in sede referente, sono stati votati subemendamenti avente natura di emendamenti aggiuntivi), precisando che tale procedura non può costituire precedente.

Il ministro D’Incà ha posto la questione di fiducia sull’emendamento 1.900, dal quale sono state stralciate le norme valutate inammissibili dalla Presidenza; il Governo ha poi accolto le correzioni conseguenti alle condizioni poste dal parere della Commissione bilancio.

La Conferenza dei Capigruppo ha organizzato la discussione, alla quale hanno partecipato i sen. Erika Rivolta, Bagnai (L-SP), Urso (FdI), Manca (PD), Paola Binetti (FI) e Agnese Gallicchio (M5S). Hanno poi svolto dichiarazione di votofavorevole il sen. Steger (Aut), il quale ha però criticato le restrizioni che hanno colpito il turismo di montagna, e la sen. Conzatti (IV), la quale ha manifestato insoddisfazione per la soluzione sull’autostrada del Brennero e ha rivendicato il diritto del Parlamento a esprimere indirizzi in tema di piano vaccinale e recovery fund; il sen. Errani (Misto-LeU) ha posto l’accento sulla bontà del lavoro parlamentare svolto e sull’accoglimento di proposte dell’opposizione, tra cui il rinvio delle scadenze fiscali, e ha richiamato la maggioranza al dovere di cambiare il modello di sviluppo del Paese; il sen. Pittella (PD) ha lamentato la riduzione dello spazio di intervento parlamentare e ha ricordato l’opportunità storica dei fondi dell’Unione europea; il sen. Pesco (M5S) ha evidenziato la gravità della situazione, la collaborazione con l’opposizione, l’enorme sforzo compiuto per erogare aiuti concreti. Hanno negato la fiducia il sen. De Bertoldi (FdI), il quale ha evidenziato l’assenza di una maggioranza politica, i gravi rischi per il sistema bancario italiano derivanti dall’entrata in vigore delle nuove norme europee, la mancanza di un progetto per la ripresa; il sen. Causin (FI) ha evidenziato che i problemi di tenuta economica del Paese non possono essere affrontati con provvedimenti frammentari di breve scadenza e ha auspicato la creazione di un tavolo politico per fissare le linee guida del recovery fund; il sen. Romeo (L-SP) ha insistito sulla logica dell’indennizzo anziché del ristoro, ponendo l’accento sulla mancanza di programmazione e visione, sulla parzialità del provvedimento e sulla scarsità di risorse. In dissenso dal Gruppo, il sen. Paragone (Misto) ha annunciato voto contrario. (La seduta è terminata alle ore 00:50).

Mercoledì 16 l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 10:30. L’Assemblea, a conclusione dell’esame di mozioni sulle limitazioni alla circolazione nel territorio nazionale nel periodo natalizio,ha approvato la mozione di maggioranza. Il sen. Malan (FI) ha illustrato la mozione n. 304, sottoscritta dai Capigruppo di opposizione LS-P, FdI e FI, che, considerata la differenza fra comuni grandi e piccoli, in nome dei principi di equità e ragionevolezza chiede al Governo: 1) di modificare la scelta dell’ambito territoriale di libertà di spostamento nella sola giornata del 25 dicembre da quello comunale a quello provinciale o di area metropolitana, permettendo altresì a Regioni e Province autonome di emettere ordinanze in deroga per aree specifiche nei propri territori di competenza; 2) di prevedere in ogni caso, pur nel rispetto del principio di precauzione e di massima tutela della salute pubblica, la possibilità di derogare ai limiti di spostamento imposti, nel caso di ricongiungimento familiare con persone anziane, persone affette da disabilità o di figli con genitore separato. I Gruppi di maggioranza hanno ritirato i testi originari per confluire sulla mozione n. 306 (testo 2), illustrata dal sen. Alfieri (PD), che impegna il Governo, tenuto conto dell’evoluzione del quadro epidemiologico, e alla luce del principio di massima precauzione e tutela della salute, di rivalutare la possibilità per gli affetti più stretti di ricongiungersi nelle giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021, garantendo equità fra i comuni; e, nell’eventualità di nuove restrizioni, di prevedere misure di ristoro economico.

Alla discussione hanno partecipato i sen. Fulvia Caligiuri (FI), Daniela Sbrollini (IV), Lanzi, Emma Pavanelli (M5S), Maffoni (FdI), Astorre (PD), Romeo (L-SP). Il vice ministro della salute Sileri ha espresso parere favorevole alla mozione di maggioranza e contrario a quella di opposizione. Hanno svolto dichiarazione di voto favorevole alla mozione di maggioranza la sen. Laura Garavini (IV), il sen. Marcucci (PD), la sen. Castellone (M5S), la quale ha ribadito che le restrizioni sono basate su evidenze scientifiche, e il sen. Errani (Misto-Leu) il quale ha detto che occorre invitare  i cittadini a rimanere a casa ritenendo prioritario evitare il rischio di ripresa pandemica anche in vista della riapertura delle scuole e delle attività economiche. La sen. Unterberger (Aut) ha dichiarato l’astensione. In dissenso dal Gruppo il sen. Airola (M5S) ha annunciato l’astensione, ritenendo preferibile, a tutela della salute, restrizioni più rigorose nel periodo natalizio. I sen. Zaffini (FdI), Paroli (FI) e Salvini (L-SP), ricordando la lotteria degli scontrini, hanno invocato decisioni coerenti, comprensibili, basate su dati scientifici certi, e hanno rilevato che la maggioranza, nella mozione, rinuncia ad esprimere un indirizzo e rimette le decisioni al Governo. Il sen. Salvini ha chiesto, inoltre, un miliardo di euro nella legge di bilancio per potenziare il trasporto locale. L’Assemblea ha esaminato e approvato il rendiconto delle entrate e delle spese del Senatoper l’anno finanziario 2019 (Doc. VIII, n. 5) e il progetto di bilancio interno del Senato per l’anno finanziario 2020 (Doc. VIII, n. 6).

Il presidente della Commissione bilancio sen. Pesco (M5S) ha ricordato che il Senato partecipa al processo di stabilizzazione della finanza pubblica; la dotazione finanziaria è rimasta invariata dal 2012, il rapporto con la spesa statale complessiva è passato dallo 0,083 allo 0,056, la spesa effettiva, sia sul versante del funzionamento sia sul versante previdenziale, è costantemente diminuita e nell’ultimo anno è arrivata a 486 milioni. I risparmi di natura previdenziale dovuti alla riforma dei vitalizi e all’intervento sui trattamenti pensionistici più elevati sono iscritti in uno specifico fondo. Il sen. questore De Poli (FI), dopo aver ricordato le misure sanitarie e gli interventi di digitalizzazione adottati per fronteggiare l’emergenza Covid, ha sottolineato che non vi è stato sforamento in alcun capitolo di bilancio ed è stato conseguito un risparmio di 61 milioni. Il sen. De Falco (Misto) ha ritirato gli ordini del giorno sui contratti dei collaboratori, in considerazione del fatto che il Senato ha istituito un tavolo di raccordo con la Camera per rendere pubblici tali contratti. Hanno svolto dichiarazione di voto favorevole i sen. Nadia Ginetti (IV), Laforgia (Misto-LeU), Collina (PD), Paola Binetti (FI), Tosato (L-SP) e Lanzi (M5S). (La seduta è terminata alle ore 16:30).

Giovedì 17 l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 9:30 L’Assemblea ha respinto, con unica votazione, le questioni pregiudiziali in ordine al disegno di legge 2040, conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all’utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, già approvato dalla Camera dei deputati. Il sen. Dalmas (FI) ha illustrato la pregiudiziale n. 1, argomentando che il decreto è privo dei requisiti di necessità, urgenza, straordinarietà e omogeneità, richiesti dall’articolo 77 della Costituzione, e viola indirettamente l’articolo 70, che attribuisce la funzione legislativa alle Camere. Il provvedimento, che abroga la sanzione amministrativa per le navi che violano il divieto di ingresso nelle acque territoriali, e modifica la normativa vigente in materia di permesso di soggiorno, controlli alle frontiere, flussi di ingresso, è eterogeneo, intervenendo anche su cinque articoli del codice penale. Il sen. Balboni (FdI), illustrando la questione pregiudiziale n. 2, ha parlato di disegno ideologico immigrazionista della maggioranza. Il sen. Calderoli (L-SP), nell’illustrare la pregiudiziale n. 3, ha replicato a recenti polemiche che hanno investito la Presidenza del Senato, rilevando che anche il Presidente della Camera dei deputati ha assegnato il ddl alle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia. Ha poi evidenziato che, grazie ai decreti sicurezza Salvini, gli ingressi irregolari erano stati dimezzati, mentre con l’attuale Governo sono triplicati. Nella discussione, il sen. Bressa (Aut) ha affermato che la valutazione di urgenza è di natura politica e il decreto è stato controfirmato dal Presidente della Repubblica. Il sen. Cucca (PD) ha affermato che i decreti Salvini necessitano di correttivi, avendo fallito nell’obiettivo di bloccare gli sbarchi. Secondo la sen. Garnero Santanché (FdI) è inconcepibile che, in un periodo di restrizioni alla circolazione, si favorisca l’immigrazione; le urgenze e le necessità del Paese sono molto distanti da quelle perseguite dalla maggioranza. Secondo la sen. De Petris (Misto-LeU) i decreti Salvini hanno violato principi fondamentali di umanità e hanno criminalizzato le Ong, il provvedimento in esame riporta il testo sull’immigrazione in un alveo di costituzionalità. La sen. Biti (PD) ha osservato che il provvedimento ripristina la proporzionalità delle sanzioni e la conformità ai trattati internazionali. Secondo il sen. Aimi (FI) la situazione economica e sanitaria del paese non consente una politica di accoglienza dignitosa; la maggioranza rischia di trasformare il Paese in campo profughi, dimenticando che la criminalità fa più affari con l’immigrazione che con la droga. Il sen. Candiani (L-SP) ha accusato la maggioranza di ipocrisia e ha ricordato che la stessa Unione europea sta mutando indirizzi in materia di immigrazione. Il sen. Garruti (M5S) ha evidenziato la necessità di intervenire per superare le difficoltà applicative della normativa vigente. L’Assemblea ha quindi avviato l’esame del ddl 2040, conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all’utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, già approvato dalla Camera dei deputati. L’articolo 1 reca disposizioni in materia di permesso di soggiorno e controlli di frontiera. In particolare, si prevede che, in caso di mancata pubblicazione del decreto di programmazione annuale dei flussi di ingresso di stranieri, il Presidente del Consiglio dei ministri possa provvedere in via transitoria con proprio decreto. Si stabilisce che il rifiuto o la revoca del permesso di soggiorno non possano intervenire quando ricorrano seri motivi derivanti dal rispetto degli obblighi costituzionali o internazionali dello Stato e che i permessi di soggiorno per motivi di lavoro siano convertibili in altri tipi di permesso (ad esempio per cure mediche). Viene soppressa la facoltà del Ministro dell’interno di limitare o vietare l’ingresso, il transito, la sosta di navi nel mare territoriale per motivi di sicurezza pubblica o di contrasto di violazioni delle leggi sull’immigrazione; è soppressa la multa per violazione del divieto di ingresso, transito o sosta nelle acque territoriali italiane. Sono vietati il respingimento, espulsione o estradizione in presenza del rischio di trattamenti inumani e degradanti. Tra i motivi di persecuzione che determinano il divieto di respingimento la Camera ha introdotto anche l’orientamento sessuale e l’identità di genere. La nuova norma sull’espulsione prevede inoltre che si tenga conto della natura e della effettività dei vincoli familiari, dell’effettivo inserimento sociale in Italia, della durata del soggiorno, dell’esistenza di legami familiari, culturali o sociali con il Paese d’origine. Sono reintrodotti i permessi di soggiorno speciale e si prevede che lo straniero per il quale valga il divieto di espulsione, e al quale non sia accordata la protezione internazionale, ottenga un permesso di soggiorno per protezione speciale. L’articolo 2 modifica la procedura di esame prioritario e di esame accelerato delle domande di riconoscimento della protezione internazionale. I minori stranieri non accompagnati e, come specificato nel corso dell’esame presso la Camera, i soggetti portatori di esigenze particolari (minori, disabili, anziani, vittime di tratta) sono esclusi dall’applicazione della procedura accelerata delle domande. Viene portata da uno a due anni la durata del permesso di soggiorno per protezione speciale rilasciato, a determinate condizioni, a coloro ai quali è stata respinta la domanda di protezione internazionale. L’articolo 4 modifica le disposizioni riguardanti il Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati, con la definizione del nuovo Sistema di accoglienza e integrazione (SAI). L’articolo 5 individua alcune linee prioritarie di intervento per l’aggiornamento del Piano nazionale di integrazione dei titolari di protezione internazionale per il biennio 2020-2021. L’articolo 6 consente l’applicazione dell’istituto dell’arresto in flagranza differita anche con riguardo ai reati commessi in occasione o a causa del trattenimento in uno dei centri di permanenza per il rimpatrio o delle strutture di primo soccorso e accoglienza. L’articolo 8 interviene sull’articolo 391-bis del codice penale allo scopo di inasprire il regime sanzionatorio per chiunque agevoli, nelle comunicazioni con l’esterno, il detenuto sottoposto alle restrizioni di cui all’articolo 41-bis della legge sull’ordinamento penitenziario. L’articolo 9 inserisce nel codice penale il nuovo articolo 391-ter per punire con la reclusione da 1 a 4 anni chiunque mette a disposizione di un detenuto un apparecchio telefonico. L’articolo 10 modifica l’articolo 588 del codice penale, che punisce il reato di rissa, inasprendone le pene. L’articolo 11 amplia l’ambito di applicazione delle misure del divieto di accesso ai locali pubblici e ai locali di pubblico trattenimento (cosiddetto Daspo), che possono essere disposte nei confronti di coloro che siano stati denunciati per specifici reati. L’articolo 12 implementa gli interventi per il contrasto dei reati di stupefacenti commessi attraverso l’utilizzo della rete internet. L’articolo 13 interviene sulla disciplina del Garante nazionale delle persone private della libertà personale, attribuendogli funzioni nell’ambito della prevenzione della tortura.

La sen. Valente (PD) ha riferito sui primi cinque articoli che riguardano il testo unico sull’immigrazione; la sen. Evangelista (M5S) ha riferito sugli articoli successivi in materia di giustizia. I sen. Augussori (L-SP) e Pillon (L-SP), nello svolgere la relazione di minoranza, hanno criticato lo smantellamento dei controlli previsti dai decreti sicurezza e denunciato la confusione fra obbligo di soccorso in mare e diritto di asilo. Il ministro per i rapporti con il Parlamento D’Incà ha posto la questione di fiducia sull’approvazione del testo licenziato dalla Camera. La Conferenza dei Capigruppo ha organizzato la discussione, che è iniziata questa sera con gli interventi dei sen. Grassi, Urraro, Pepe, Bossi, Campari (L-SP), Mollame, Ferrara (M5S), Pacifico (Misto), Nugnes (Misto-LeU), Binetti, Gallone, Aimi (FI), De Falco (Misto). L’esame proseguirà domani mattina, le dichiarazioni di voto inizieranno alle 13.30. (La seduta è terminata alle ore 21:00).

Venerdì 18 l’Aula si è riunita alle ore 9:30 e  ha ripreso l’esame del ddl 2040, conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all’utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, già approvato dalla Camera dei deputati. Nella seduta di ieri, respinte le pregiudiziali di costituzionalità, sono state svolte le relazioni di maggioranza e minoranza, il Governo ha quindi posto la questione di fiducia sull’approvazione del testo licenziato dalla Camera (v. comunicato n. 284).

Questa mattina, dopo un dibattito sul processo verbale, è ripresa la discussione sulla questione di fiducia con gli interventi dei sen. Stefania Pucciarelli, De Vecchis, Marti, Erika Stefani, Lucia Borgonzoni (L-SP) e Malan (FI). Il sen. Calderoli (L-SP) ha chiesto una sospensione per poter partecipare a una cerimonia istituzionale e, nella votazione della proposta, è mancato per due volte il numero legale. Nelle dichiarazioni di voto finale, hanno annunciato la fiducia la sen. Unterberger (Aut), secondo la quale il provvedimento pone fine a una stagione segnata dalla chiusura dei piccoli centri di accoglienza, dalla soppressione dei permessi umanitari e dall’adozione di misure in contrasto con il diritto internazionale sul soccorso in mare; la sen. Garavini (IV-PSI) ha ricordato che i decreti sicurezza hanno avuto come risultato la creazione di sacche di irregolarità e ha auspicato la riforma del trattato di Dublino e della legge sulla cittadinanza; il sen. Ruotolo (Misto-LeU) ha ricordato che la storia dell’umanità è segnata dalle migrazioni: il provvedimento sana una ferita inferta al sistema giuridico, ristabilisce principi di umanità e civiltà, rilancia una politica di integrazione; il sen. Mirabelli (PD) ha argomentato che il problema è governare, non agitare, il fenomeno migratorio per contrastare la clandestinità, e il decreto-legge corregge misure che hanno aumentato l’illegalità; secondo il sen. Cioffi (M5S) il tema migratorio va affrontato con razionalità; la posizione del Gruppo è coerente e rimane incentrata sul governo dei flussi e sul contrasto allo sfruttamento: l’attuale Governo ha aumentato i rimpatri e ha corretto il precedente decreto nelle norme che hanno prodotto risultati negativi. In dissenso dal Gruppo, la sen. Bonino (Misto) ha annunciato l’astensione, denunciando la prassi del monocameralismo di fatto. In dissenso dal Gruppo, il sen. Paragone (Misto) ha annunciato voto contrario, affermando che il PD ha addomesticato il M5S, divenuto parte integrante di un centrosinistra favorevole ai taxi del mare, ai diktat europei, agli interessi della finanza e avverso ai lavoratori. Hanno negato la fiducia il sen. La Russa (FdI), il quale ha evidenziato la distanza della maggioranza dalle priorità e dalle necessità del Paese: in un periodo di restrizioni alla circolazione e di difficoltà economiche e sociali, l’urgenza è smontare i decreti sicurezza (approvati da una parte della maggioranza nel precedente Governo), smantellando i controlli alle frontiere e ripristinando un sistema che favorisce scafisti e business dell’accoglienza; secondo il sen. Gasparri (FI) un decreto ideologico, lassista, eterogeneo, che confonde diritto d’asilo e protezione umanitaria, è destinato ad aumentare il traffico di esseri umani e le morti in mare; il sen. Salvini (L-SP) ha preannunciato un referendum sul provvedimento, dopo aver ricordato che i decreti sicurezza hanno dimezzato le morti in mare e che con l’attuale Governo gli ingressi irregolari sono passati da 11.000 a 33.000.

Con 153 voti favorevoli, 2 contrari e 4 astensioni, l’Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo approvando definitivamente il ddl 2040, conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all’utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. L’opposizione, in segno di protesta, non ha partecipato alla votazione. (La seduta è terminata alle ore 19:00). L’Aula si riunirà lunedì 21 dicembre alle ore 17:00 con all’o.d.g.; Comunicazioni del Presidente.

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