7GIORNI IN SENATO (n. 193)/ IL BIOTESTAMENTO è legge con i voti di Pd, Mdp e M5s (come alla Camera)

Il Senato, con 180 voti favorevoli, 71 contrari e sei astenuti, ha approvato, nello stesso testo già approvati dalla Camera a marzo, la legge sul Biotestamento. Decisivo il voto compatto di Pd, Movimento Democratici e Progressisti, Movimento 5 stelle. Un lungo applauso e  molta commozione hanno salutato  la votazione.

7GIORNI IN SENATO/ Il giorno del biotestamento

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO

 Lunedì 11 dicembre niente lavori in Aula ma sono nell’agenda dell’Assemblea i seguenti ddl su: testimoni di giustizia; orfani di crimini domestici; prevenzione estremismo violento jihadista; cittadinanza; professioni sanitarie. Martedì 12, alle ore 15, il presidente del Consiglio dei ministri renderà le comunicazioni sul Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre dedicato al tema della Brexit.

Martedì 12 l’Aula ha iniziato i lavori alle 11:00 ed in apertura di seduta la presidenza, sentiti i capigruppo, ha accolto la richiesta della senatrice Bianconi (AP) di chiusura anticipata della seduta per consentire al Gruppo Area Popolare di partecipare alla direzione nazionale del partito. La votazione finale del testamento biologico resta fissata per giovedì 14 dicembre.

L’Assemblea ha ripreso l’esame del ddl n. 2801, recante norme in materia di consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento (Dat) (questo il titolo del disegno di legge sul Biotestamento) già approvato dalla Camera dei deputati. Il ddl, che si compone di 8 articoli, disciplina il consenso informato del paziente ai trattamenti sanitari e agli accertamenti diagnostici, interviene in tema di terapia del dolore, divieto di ostinazione irragionevole nelle cure e dignità nella fase finale della vita, introduce l’istituto delle disposizioni anticipate di volontà e lo strumento della pianificazione condivisa delle cure. Nella seduta del 6 dicembre si è conclusa la discussione generale. Oggi è iniziata la votazione degli emendamenti riferiti all’articolo 1, sui quali il rappresentante del Governo si è rimesso all’Aula. Sono state respinte tutte le proposte di modifica, tra cui quelle tese a vietare l’eutanasia. Le votazioni riprenderanno domani dall’emendamento 1.5004. Dopo le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2017, rese dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, l’Assemblea ha approvato la proposta di risoluzione di maggioranza, presentata dai senatori Zanda (PD), Zeller (Aut), Bianconi (AP) e Barani (ALA). Sono state, invece, respinte le proposte di risoluzione delle opposizioni.

Il presidente del Consiglio Gentiloni ha evidenziato che il prossimo Consiglio europeo prenderà decisioni su temi specifici (Brexit, difesa, cultura) e proseguirà la discussione su temi strategici (politiche migratorie e unione bancaria). Nelle dichiarazioni di voto, il senatore Monti (Gruppo Misto) ha sottolineato che la Brexit non ha avuto gli effetti disgreganti che erano stati paventati.  Compagna (FL) ha criticato la posizione filopalestinese assunta da Federica Mogherini rispetto alla decisione degli Stati Uniti di spostare l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Centinaio (LN) si è soffermato sul tema migratorio, ricordando che rimpatri e ricollocamenti sono molto limitati. Barani (ALA) ha evidenziato l’opportunità di definire una politica comune per l’asilo ai rifugiati. Secondo Corsini (Art.1-MDP) il presidente del Consiglio è stato eccessivamente ottimista sul tema migratorio. Secondo  Liuzzi (GAL) la crisi di Gerusalemme pone con urgenza il tema di una politica estera europea. De Cristofaro (SI-Sel) ha denunciato la complicità dell’Unione rispetto alle violazioni dei diritti umani in Libia e ha chiesto al governo italiano di proporre in sede europea il riconoscimento dello Stato di Palestina.  Endrizzi (M5S) ha posto l’accento sui progetti di difesa comune che sovvenzionano l’industria degli armamenti. Secondo  Alicata (FI-PdL) occorre condizionare l’attribuzione di fondi europei al rispetto delle norme sull’asilo. Zeller (Aut), Di Biagio (AP) e Sangalli (PD) hanno annunciato voto favorevole alla risoluzione di maggioranza. La seduta è terminata alle ore 18.

Mercoledì 13 l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 9:35 e l’Assemblea ha proseguito l’esame del ddl n. 2801, recante norme in materia di consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento (Dat), già approvato dalla Camera dei deputati. Il ddl disciplina il consenso informato del paziente ai trattamenti sanitari e agli accertamenti diagnostici, interviene in tema di terapia del dolore, divieto di ostinazione irragionevole nelle cure e dignità nella fase finale della vita, introduce l’istituto delle disposizioni anticipate di volontà e lo strumento della pianificazione condivisa delle cure. In particolare, l‘articolo 1 prevede che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata. Ognuno ha il diritto di conoscere le proprie condizioni di salute, di essere informato in modo completo, aggiornato e comprensibile, di rifiutare qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario, di revocare il consenso prestato. Il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiutare o rinunciare al trattamento sanitario ed è esente da responsabilità civile o penale.

Nella seduta di ieri il governo si è rimesso all’Assemblea su tutte le proposte di modifica ed è iniziata la votazione degli emendamenti riferiti all’articolo 1. Gli 8 articoli del ddl sono stati approvati senza modifiche: sono stati respinti tutti i tremila emendamenti presentati, tra cui quelli volti a non considerare trattamenti sanitari l’idratazione e la nutrizione artificiali, a vietare espressamente l’eutanasia, a richiedere la manifestazione di volontà del minore, a richiamare la Convezione ONU sui diritti dell’infanzia, a sostituire la parola “disposizioni” con la parola “dichiarazioni”, a prevedere il rinnovo periodico delle DAT. All’articolo 1 è stato approvato un ordine del giorno per escludere dal consenso informato documentato le prestazioni sanitarie implicanti rischi minimi. Le dichiarazioni e il voto finale si svolgeranno domani, givedì. La seduta è terminata alle ore 20.

Giovedì 14 l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 9:35 e l’Assemblea ha approvato in via definitiva, con 180 voti favorevoli, 71 contrari e sei astenuti il ddl n. 2801, in materia di consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento.

Nelle dichiarazioni finali hanno espresso voto favorevole i senatori Manuela Repetti (Misto-IPI), Mazzoni (ALA), Nerina Dirindin (Art. 1-MDP), Palermo (Aut), Alessia Petraglia (SI-SEL), Paola Taverna (M5S), Emilia De Biasi (PD).

Hanno espresso voto contrario i senatori Quagliariello (FL), Centinaio (LN),  D’Ambrosio Lettieri (GAL), Aiello (AP) e Zuffada (FI-PdL) e, in dissenso dal Gruppo. i sen. Romano (Aut) e Amoruso (ALA). Alcuni di loro hanno sostenuto la legge sancisce “la via italiana all’eutanasia” e contiene disposizioni ideologiche e fortemente opinabili, trasformando il medico in vero e proprio burocrate di Stato addetto all’esecuzione testamentaria.

Con motivazioni differenti, i senatori Carraro (FI-PdL) e Sacconi (AP) hanno annunciato la non partecipazione al voto. La seduta è terminata alle ore 12.

Al termine della seduta ho chiesto un parere al senatore Aldo Di Biagio di AP. Ecco la sua risposta: “Sulla DAT si sarebbe dovuto lavorare per modificare un testo che presenta evidenti criticità, dalla mancanza di un registro unico nazionale all’eccessiva vincolatività delle stesse disposizioni anticipate di trattamento, la cui configurazione contrasta col principio stesso del consenso informato che, per essere tale, deve necessariamente avere un carattere di attualità. Le modifiche proposte intervenivano proprio su questi temi dirimenti, che contemplano anche la questione dei minori, l’obiezione di coscienza e il tema dell’idratazione e alimentazione. Su tutto questo serviva una prudenza e una lucidità proprio in vista della maggiore tutela del paziente e dell’alleanza terapeutica che invece oggi ne risultano fortemente compromesse. Pur comprendendo che su questo tema si confrontavano sensibilità differenti, spiace rilevare che, proprio di fronte a questioni di tale complessità, non ci sia stata la dovuta mediazione “.

Di parere opposto è stata però la maggioranza dei senatori come lo era stata la maggioranza dei deputati.

L’EMOZIONE IN TRIBUNA E DAVANTI A PALAZZO MADAMA, LE PAROLE DI PIETRO GRASSO, DI LAURA BOLDRINI E PAOLO GENTILONI 

I dirigenti dell’associazione Coscioni hanno assistito dalla tribuna del pubblico (foto in alto) e davanti a Palazzo Madama ( foto a lato) alla conclusione dell’esame e della votazione sul biotestamento. Accanto a Emma Bonino c’erano  Mina Welby, presidente dell’associazione e moglie di Piergiorgio; Filomena Gallo segretario dell’associazione; Carlo Troilo, consigliere generale, nonché  i genitori di Luca Coscioni Rodolfo e Anna Cristina e la figlia di Carlo Lizzani, Flaminia. Con loro anche Generosa Spaccatore, moglie di Luigi Brunori e Maddalena Soro, moglie di Giovanni Nuvoli.

Il presidente del Senato Pietro Grasso ha rivolto loro un saluto durante i lavori di Aula. Con la presenza in Aula l’associazione testimonia l’impegno di una battaglia portata avanti da anni per vedere riconosciute le dichiarazioni di fine vita.

Il presidente del Senato, Pietro Grasso, nel corso del tradizionale scambio di auguri di fine anno con la stampa parlamentare, commentando l’approvazione del biotestamento ha affermato: “Pur nella diversità delle opinioni, di fronte a noi dobbiamo tener presente la vita reale delle persone, i loro bisogni, le loro sofferenze, le loro aspettative. Possiamo dire di aver assolto al nostro compito quando, in coscienza, decidiamo secondo criteri di responsabilità, cercando tutti insieme la strada di maggior condivisione possibile anche sulle questioni più divisive”:

Su twitter questo il commento del premier Paolo Gentiloni: “Biotestamento: Dal Senato via libera a una scelta di civiltà. Un passo avanti per la dignità della persona”.

++++++

I CONTENUTI DELLA LEGGE

Il cuore del provvedimento, di 5 articoli, è l’articolo 3 sulle disposizioni anticipate di trattamento (DAT).

IL CONSENSO INFORMATO – L’articolo 1 prevede che, nel rispetto della Costituzione, nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata. Viene ‘promossa e valorizzata la relazione di cura e di fiducia tra paziente e medico il cui atto fondante è il consenso informato’ e ‘nella relazione di cura sono coinvolti, se il paziente lo desidera, anche i suoi familiari’.

I MINORI – Per quanto riguarda i minori ‘il consenso è espresso dai genitori esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore o dall’amministratore di sostegno, tenuto conto della volontà della persona minore’.

LE DISPOSIZIONI ANTICIPATE DI TRATTAMENTO – L’articolo 3 prevede che ‘ogni persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso Disposizioni anticipate di trattamento, esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonchè il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali’. Le Dat, sempre revocabili, risultano inoltre vincolanti per il medico e ‘in conseguenza di cio’ – si afferma – e’ esente da responsabilità civile o penale’. Sempre questo articolo stabilisce le modalita’ di espressione della propria volontà: ‘Le DAT devono essere redatte per atto pubblico o per scrittura privata, con sottoscrizione autenticata dal notaio o da altro pubblico ufficiale o da un medico dipendente del Servizio sanitario nazionale o convenzionato. Nel caso in cui le condizioni fisiche del paziente non lo consentano, possono essere espresse attraverso videoregistrazione’. In caso di emergenza o di urgenza, precisa inoltre il ddl, ‘la revoca può avvenire anche oralmente davanti ad almeno due testimoni’.

PIANIFICAZIONE DELLE CURE – ‘Nella relazione tra medico e paziente – si legge nell’articolo 4 – rispetto all’evolversi delle conseguenze di una patologia cronica e invalidante o caratterizzata da inarrestabile evoluzione con prognosi infausta può essere realizzata una pianificazione delle cure condivisa tra il paziente e il medico, alla quale il medico e’ tenuto ad attenersi qualora il paziente venga a trovarsi nella condizione di non poter esprimere il proprio consenso o in una condizione di incapacità’.

 

Commenta per primo

Lascia un commento