Lunedì 10 dicembre. L’Aula si è riunita alle ore 17 con il seguente ordine del giorno: Comunicazioni del Presidente del Senato, ai sensi dell’articolo 126, comma 4, del Regolamento, sul contenuto del disegno di legge di bilancio.
In base al parere espresso dalla 5a Commissione permanente, i valori del saldo netto da finanziare sono coerenti con l’indebitamento netto programmatico riportato nella Nota di aggiornamento al DEF come modificato dalla manovra. La presidente Elisabetta Casellati ha deferito il ddl di bilancio, nel testo trasmesso dalla Camera, alla 5a Commissione permanente e ha autorizzato le Commissioni a convocarsi. Il ddl è deferito all’esame, in sede referente, alla 5a Commissione, che ha cominciato oggi la discussione, con la relazione dei senatori Dell’Olio e Tosato, e che concluderà in tempo per riferire all’Assemblea martedì 18, dopo aver ricevuto, entro le 19 di mercoledì 12 dicembre, i rapporti delle Commissioni permanenti.
In apertura di seduta la presidente Casellati ha espresso il dolore e l’incredulità del Senato per il tragico incidente avvenuto nella notte tra venerdì e sabato scorso nella discoteca “Lanterna azzurra” di Corinaldo in provincia di Ancona e, per commemorare le vittime, ha invitato l’Assemblea a osservare un minuto di silenzio. Per esprimere vicinanza alle famiglie e alla comunità marchigiana hanno quindi preso la parola i senatori Accoto (M5S), Casini (Aut), Errani (Misto-LeU), Pertoldi (FdI), Verducci (PD), Romeo (L-SP) e Gasparri (FI).
Nel 70° anniversario della Dichiarazione dei diritti umani, la presidente Casellati ha ricordato le iniziative assunte dal Senato e ha invitato a non abbassare la guardia sulla tutela dei valori e dei principi a fondamento dello Stato di diritto. A causa di impegni internazionali del Presidente del Consiglio dei Ministri le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 13 e 14 dicembre si svolgeranno domani alle ore 15,30. La seduta è terminata alle ore 18.
Martedì 11 alle ore 15:30 l’Aula ha iniziato i lavori con il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, che ha reso comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 13 e 14 dicembre. Il primo tema in agenda è la Brexit, dopo il rinvio dell’accordo di recesso da parte del Regno Unito, che chiede rassicurazioni sulla questione irlandese. L’Italia sosterrà l’esigenza di un’uscita ordinata, che fornisca certezze, ma si preparerà anche allo scenario di un recesso senza accordo. L’Europa è in una fase di transizione e il Governo italiano si adopererà per un’Unione più equa e più sicura: occorre superare un rigorismo miope, completare l’unione bancaria con un meccanismo di mutualizzazione del rischio, attribuire al bilancio europeo una funzione di stabilizzazione, affiancando alla leva finanziaria la leva fiscale per attenuare divergenze e shock asimmetrici. In tema di riforme economiche la posizione italiana diverge da quella franco-tedesca e il rinvio dello schema assicurativo sui depositi è un segno che l’Europa si fa condizionare dai mercati più che governarli. Sul tema dei flussi migratori, occorre dare seguito alle conclusioni approvate lo scorso mese di giugno, che prevedono un coordinamento europeo fin dallo sbarco, una redistribuzione dei migranti, una gestione comune dei rimpatri. L’Italia considera inaccettabile lo spacchettamento del sistema dell’asilo dal regolamento di Dublino, chiede un approccio integrato ed equilibrato nei finanziamenti e un aggiornamento del mandato per la missione Sophia.
Quanto al quadro finanziario pluriennale, occorre spendere meglio le risorse convogliandole verso le nuove priorità.
In tema di completamento del mercato unico, l’Italia chiede maggiore sostegno a piccole e medie imprese; in tema di relazioni estere, intende favorire una ripresa del dialogo dopo la crescente tensione in Ucraina; sul cambiamento climatico, è favorevole alla piena realizzazione degli accordi di Parigi. Dopo aver ricordato che a febbraio ci sarà un summit con la Lega araba e a maggio si svolgeranno le elezioni per rinnovare il Parlamento europeo, il presidente del Consiglio ha riferito sull’interlocuzione in corso con la Commissione europea sul ddl di bilancio, i cui saldi si scostano dal deficit previsto. Ribadendo il diritto a varare una manovra espansiva che punti alla stabilità sociale, non solo a quella finanziaria, il presidente del Consiglio si è detto fiducioso nel buon esito del dialogo: la manovra economica è sostenibile, risponde alle specifiche esigenze del paese, punta ad arrestare la tendenza all’impoverimento e all’emarginazione.
Alla discussione hanno partecipato i senatori Casini (Aut), Monti (Misto), Iwobi, Vescovi (L-SP); Loredana De Petris (Misto-LeU); De Bertoldi (FdI); Fantetti, Pichetto Fratin (FI); Vono, Marilotti (M5S); Pittella (PD).
Hanno svolto dichiarazioni di voto a favore delle rispettive proposte di risoluzione i senatori Loredana De Petris (Misto LeU), Urso (FdI), Alfieri (PD) e Malan (FI). Hanno annunciato voto favorevole alla risoluzione di maggioranza Bagnai (L-SP) e Luisa Agrisani (M5S).
La risoluzione di maggioranza impegna il Governo, nell’ambito del quadro finanziario pluriennale 2012-2027, ad evitare un aggravio della pressione fiscale sui contribuenti nazionali; a negoziare un adeguamento del bilancio europeo alle sfide future della UE; a potenziare i fondi europei a sostegno delle politiche di welfare, destinando appositi stanziamenti al contrasto della povertà e al sostegno del settore agricolo; a rafforzare gli strumenti a sostegno di politiche per l’occupazione; a negoziare una ridefinizione degli stanziamenti per la politica di coesione e la politica agricola comune; nell’ambito del mercato unico, a proseguire negli sforzi per un mercato equo; a supportare l’adozione di misure comuni per contrastare la delocalizzazione fiscale dell’industria digitale e a sostenere le piccole imprese nel rinnovamento dei processi produttivi; in tema di migrazione, ad affrontare la gestione condivisa della questione migratoria mediante lo stanziamento di risorse stabili e una politica comune di lungo termine; ad affermare il principio della condivisione delle responsabilità nella difesa delle frontiere esterne; ad affermare la necessità di riformare il regolamento di Dublino; a sostenere politiche di partenariato con i Paesi di origine e transito dei migranti; in tema di relazioni esterne, a negoziare la blindatura delle risorse dedicate alla politica europea di vicinato; a promuovere un rifinanziamento consistente del fondo fiduciario per l’Africa; ad aprire nuovi spazi di collaborazione e dialogo con la Federazione russa.
La Conferenza dei Capigruppo ha rimodulato il calendario dei lavori: nelle sedute di domani e dopodomani sarà discusso il ddl anticorruzione e, ove conclusa, la ratifica della convenzione di Faro. I rapporti alla Commissione bilancio dovranno essere trasmessi entro le ore 19 di giovedì 13 dicembre. La seduta è terminata alle ore 18:45.
Mercoledì 12 l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 9:30 e ha avviato l’esame del ddl n. 955, noto come Anticorruzione, recante “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici“, già approvato dalla Camera dei deputati.
La relatrice, Riccardi (M5S), ha riferito sul contenuto del Capo I (articoli da 1 a 8), che inasprisce l’ambito delle pene accessorie, introduce nuove ipotesi di procedibilità d’ufficio, interviene sulla prescrizione, adegua gli strumenti di contrasto a quelli previsti da convenzioni internazionali. La relatrice Piarulli (M5S) ha riferito sul contenuto del Capo II (articoli da 9 a 15), che prevede l’obbligo di pubblicare sul sito internet dei partiti informazioni sui candidati e sui contributi ricevuti dai partiti. La Commissione giustizia ha soppresso la lettera r) dell’articolo 1, relativa al peculato, che è stata introdotta alla Camera con un emendamento votato a scrutinio segreto. I relatori di minoranza, Cucca (PD) e Caliendo (FI), hanno lamentato la mancanza di confronto in Commissione e hanno eccepito la costituzionalità delle norme sulla durata sine die delle pene accessorie. Secondo Cucca, norme efficaci di contrasto alla corruzione sono state approvate nella scorsa legislatura; il ddl in esame è un spot, reca norme inutili o contrarie ai principi costituzionali. Secondo Caliendo il ddl, equiparando i reati contro la pubblica amministrazione ai reati mafiosi, non tiene contro della realtà giudiziaria, dove l’accertamento dei fenomeni corruttivi è soddisfacente e l’incidenza della prescrizione è irrilevante. Le senatrici Modena (FI) e Rossomando (PD), nel proporre una questione pregiudiziale, hanno richiamato i principi di eguaglianza, del giusto processo e della finalità rieducativa della pena, violati dal blocco della prescrizione dopo sentenza di primo grado anche se di assoluzione; hanno criticato inoltre la norma sull’agente sotto copertura che è in realtà un agente provocatore. Pur condividendo le perplessità di ordine costituzionale, Balboni (FdI) ha auspicato un confronto di merito del provvedimento e ha annunciato l’astensione sulla pregiudiziale. Hanno invece annunciato voto favorevole le senatrici Cirinnà (PD) e Bernini (FI).
La presidente di turno Taverna non ha ammesso il voto segreto sulle questioni pregiudiziali, richiesto dalle opposizioni. Malan (FI) ha contestato la decisione della Presidenza e ha chiesto la convocazione della Giunta del Regolamento. La presidente Casellati ha convocato la Giunta del Regolamento che ha confermato la decisione della Presidenza, senza escludere un riesame della questione. Respinte le questioni pregiudiziali, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Fraccaro, ha presentato un maxiemendamento interamente sostitutivo del ddl sul quale ha posto la questione di fiducia.
La Conferenza dei capigruppo ha organizzato il dibattito sulla fiducia: questa sera si concluderà la discussione, domani mattina si svolgeranno le dichiarazioni e il voto finale. La Commissione bilancio ha espresso parere non ostativo all’emendamento.
Alla discussione sulla fiducia hanno partecipato Dal Mas, Alessandrina Lonardo, Aimi, Malan, Mallegni, Gasparri, Caliendo (FI); Mirabelli, Monica Cirinnà, D’Alfonso, Cucca (PD); Grazia D’Angelo, Lomuti, Elvira Evangelista, Giarrusso, Crucioli (M5S); Balboni, La Russa (FdI); Buccarella (Misto), che ha preannunciato il voto favorevole; Grasso (Misto-LeU), che si è dichiarato favorevole all’agente sotto copertura.
Secondo le opposizioni il provvedimento, illiberale e giustizialista, non spazza via i corrotti bensì i principi fondamentali del diritto penale. Anziché varare norme per abbreviare la durata dei processi, il Governo allunga all’infinito i procedimenti sospendendo la prescrizione, istituto sostanziale a garanzia del cittadino, senza distinguere peraltro tra sentenze di condanna e di assoluzione, e alimenta la cultura del sospetto e della delazione con la norma sull’agente sotto copertura. Il ricorso alla fiducia è un sintomo della fragilità della maggioranza, che teme l’esito di eventuali voti segreti. Secondo M5S il provvedimento concretizza l’impegno per la legalità e per la trasparenza. La corruzione, che avvelena la vita politica, economica e sociale del Paese, poggia sulla difficoltà di portare alla luce il fenomeno e sulla certezza della non punibilità dei reati; di qui l’opportunità di eliminare la prescrizione, ovvero la rinuncia dello Stato a far valere la pretesa punitiva, e di introdurre l’agente sotto copertura, che è stato impiegato con successo nella lotta alla droga e al terrorismo. La seduta è terminata alle ore 20.
Giovedì 13 – L’Aula ha iniziato i lavori alle ore 9:30 e con 162 voti favorevoli, 119 contrari e un’astensione, l’Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando l’emendamento 1.900 interamente sostitutivo del ddl n. 955, recante “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici“.
Il provvedimento si compone dei seguenti due capitoli così suddivisi: Il capo I (articoli da 1 a 8) inasprisce l’ambito delle pene accessorie, introduce nuove ipotesi di procedibilità d’ufficio, sospende la prescrizione dopo la sentenza di primo grado anche di assoluzione, introduce l’agente sotto copertura e adegua gli strumenti di contrasto a quelli previsti da convenzioni internazionali. Dal testo è stata espunta la lettera r) dell’articolo 1, relativa al peculato, che era stata introdotta alla Camera con un emendamento votato a scrutinio segreto. Il capo II (articoli da 9 a 15) prevede l’obbligo per i partiti di pubblicare sul sito internet informazioni sui candidati e sui contributi ricevuti.
Nella seduta di ieri, dopo le relazioni di maggioranza e minoranza e l’esame delle pregiudiziali, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Fraccaro, ha presentato il maxiemendamento interamente sostitutivo, che riproduce il testo proposto dalla Commissione, sul quale ha posto la questione di fiducia.
Oggi hanno svolto dichiarazione di voto contraria alla fiducia i senatori Balboni (FdI), Juliane Unterberger (Aut), Grasso (Misto-LeU), Valeria Valente (PD) e Vitali (FI).
Hanno annunciato voto favorevole i senatori Pepe (L-SP) e Morra (M5S).
Secondo FdI il provvedimento, che calpesta il principio della ragionevole durata del processo, è uno spot propagandistico, tenuto conto che quasi il 60 per cento dei procedimenti si prescrive in istruttoria e la riforma della prescrizione, che entrerà in vigore nel 2020, dispiegherà i primi effetti dopo il 2030. Per ridurre i tempi dei procedimenti e garantire la certezza del diritto, bisognerebbe intervenire sulle Corti d’appello, snellire le notifiche, estendere i riti alternativi, prevedere la non impugnabilità delle sentenze di assoluzione. Aut ha rilevato che, nonostante le intenzioni positive, il provvedimento, che ha sollevato le proteste di tutti gli operatori della Giustizia, non ne riduce i tempi, che costano un punto di Pil ogni anno, e riduce invece le garanzie dell’imputato. Pur essendo favorevole alla sospensione della prescrizione e all’agente sotto copertura, che è impiegato perfino nella lotta contro le contraffazioni dei marchi, LeU ha negato la fiducia a un Governo. Secondo il PD, la lotta alla corruzione è un pretesto per varare un provvedimento illiberale, che calpesta i principi della presunzione di innocenza e della finalità rieducativa della pena; la norma sull’agente sotto copertura alimenta la cultura del sospetto e della delazione; i partiti di maggioranza cavalcano il malcontento sui temi della sicurezza e dell’onestà, ma attaccano la magistratura e accettano finanziamenti poco trasparenti. Secondo FI il Governo ricorre alla fiducia per costringere la maggioranza a votare un provvedimento che, allungando a venti anni la durata della prescrizione, introduce l’istituto del processo infinito, che non ristora la parte resa ed è destinato a produrre, rispetto al fenomeno corruttivo, effetti opposti a quelli dichiarati. La norma sull’agente sotto copertura, sotto mentite spoglie, garantisce la non punibilità dell’agente provocatore che, anziché prevenire e acquisire prove, provoca i reati. La Lega ha ricordato che il PD, per proprie convenienze, non ha esitato a abolire l’abuso di ufficio e ad accorciare la prescrizione. Secondo M5S il provvedimento dà attuazione all’impegno per la legalità e per la trasparenza. La corruzione, che avvelena la vita politica, economica e sociale del Paese, prospera sulla difficoltà di portare alla luce il fenomeno, sulla previsione di pene irrisorie, sulla certezza della non punibilità dei reati; di qui l’opportunità di aumentare le pene minime, eliminare la prescrizione, introdurre l’agente sotto copertura, che è stato impiegato con successo nella lotta alla droga e al terrorismo. La seduta è terminata alle ore 12.
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