Lunedì 5 agosto l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 12. L’Assemblea ha respinto le questioni pregiudiziali riferite al cosiddetto decreto sicurezza-bis. La senatrice De Petris (Misto-LeU) e il senatore Parrini (PD) hanno rilevato che il decreto è privo dei requisiti di necessità e urgenza; le disposizioni del Capo I trasformano in un reato il salvataggio di vite in mare violando principi di umanità, ragionevolezza e diritti sanciti da convenzioni internazionali; conferiscono al Ministro dell’interno un potere di intervento e coordinamento che l’articolo 95 della Costituzione attribuisce al Presidente del Consiglio; criminalizzano l’attività delle Ong; le disposizioni del Capo II, secondo la senatrice De Petris (Misto-LeU) contrastano con l’articolo 21 della Costituzione, limitando la manifestazione pubblica del dissenso. De Falco (Misto-LeU) e Anna Rossomando (PD) hanno annunciato voto favorevole, La Pietra (FdI) e Pagano (FI) hanno annunciato voto contrario.
L’Assemblea ha quindi avviato l’esame del ddl n. 1437, conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 giugno 2019, n. 53, recante disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica, già approvato dalla Camera dei deputati. Poiché la Commissione non ha concluso i lavori in sede referente, il testo è discusso senza relatore. Il provvedimento si compone di 27 articoli, suddivisi in tre Capi. Il Capo I contiene disposizioni in materia di contrasto all’immigrazione illegale e di ordine e sicurezza pubblica.
L’articolo 1 prevede che il ministro dell’Interno – con provvedimento da adottare di concerto con il ministro della Difesa e con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e informato il Presidente del Consiglio – possa limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale per motivi di ordine e sicurezza pubblica e in caso di violazione delle leggi vigenti in materia di immigrazione, come previsto dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare di Montego Bay del 1982. L’articolo 2 introduce una sanzione amministrativa pecuniaria per la violazione, da parte del comandante di una nave, del divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane. La sanzione consiste nel pagamento di una somma che, innalzata dalla Camera, va da 150.000 a un milione di euro. È inoltre disposta la responsabilità solidale dell’armatore. È prevista sempre la sanzione accessoria della confisca dell’imbarcazione (il testo iniziale prevedeva, invece, che la confisca fosse applicata soltanto in caso di reiterazione del reato). L’articolo 3 rende possibile svolgere intercettazioni per acquisire notizie utili alla prevenzione del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La Camera ha introdotto l’articolo 3-bis, che prevede l’arresto obbligatorio anche nei confronti di chiunque sia colto in flagranza di un delitto di resistenza o violenza contro nave da guerra. L’articolo 4 destina risorse per le operazioni di polizia sotto copertura, anche con riferimento al contrasto del delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’articolo 5 prevede che per i soggiorni non superiori alle ventiquattro ore la comunicazione alla questura territorialmente competente, da parte dei gestori di strutture ricettive, delle generalità delle persone alloggiate, debba avvenire entro sei ore (nel testo originario del decreto-legge era prevista la comunicazione “immediata”), anziché entro ventiquattro ore dal loro arrivo. L’articolo 6 interviene sulla legge n. 152 del 1975 (“legge Reale”), con particolare riguardo al regolare svolgimento delle manifestazioni in luogo pubblico e aperto al pubblico: viene inasprita la pena se l’uso di caschi protettivi o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona avviene in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico; è punito con la reclusione da 1 a 4 anni chi, nel corso della manifestazione in luogo pubblico o aperto al pubblico, lancia o utilizza illegittimamente, in modo da creare un concreto pericolo per l’incolumità delle persone, razzi, bengala, fuochi artificiali, petardi, strumenti per l’emissione di fumo o di gas visibile o in grado di nebulizzare gas contenenti principi attivi urticanti, ovvero bastoni, mazze, oggetti contundenti o, comunque, atti ad offendere; la Camera ha previsto che quando il fatto è commesso in modo da creare un concreto pericolo per l’integrità delle cose, la pena è invece della reclusione da 6 mesi a 2 anni. L’articolo 7 introduce circostanze aggravanti per i reati di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, di resistenza a un pubblico ufficiale, di violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario e ai suoi singoli componenti, per l’interruzione di ufficio o servizio pubblico o di pubblica necessità, devastazione e saccheggio, qualora le condotte siano poste in essere in occasione di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico. Il capo II, comprendente gli articoli da 8 a 12-ter, riguarda il potenziamento dell’efficacia dell’azione amministrativa a supporto delle politiche di sicurezza. L’articolo 8 introduce misure straordinarie per l’eliminazione dell’arretrato relativo ai procedimenti di esecuzione delle sentenze penali di condanna, finalizzate a neutralizzare i riflessi negativi sull’ordine pubblico della ritardata esecuzione, consistenti nell’assunzione a tempo determinato annuale di un massimo di 800 unità di personale amministrativo non dirigenziale, in aggiunta alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente. Nel corso dell’esame presso l’altro ramo del Parlamento sono stati inseriti gli articoli 8-bis, 8-ter e 8-quater. L’articolo 8-bis reca disposizioni per agevolare la destinazione di immobili pubblici a presìdi di forze di polizia; l’articolo 8-ter prevede l’aumento dell’attribuzione annua di ore di lavoro straordinario per il personale operativo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; l’articolo 8-quater dispone in merito alla dotazione organica del Ministero dell’Interno, prevedendo un ulteriore posto di funzione dirigenziale di livello generale (con soppressione di posti dirigenziali non generali) per l’area delle funzioni centrali. L’articolo 9 fissa nuovi termini in materia di protezione di dati personali e proroga termini in tema di intercettazioni. L’articolo 10 prevede, dal 20 giugno 2019 fino al 14 luglio 2019, l’impiego di 500 unità di personale militare per l’Universiade Napoli 2019. L’articolo 10-bis, introdotto dalla Camera, reca un’autorizzazione di spesa per garantire la fruizione dei pasti al personale di polizia, qualora impiegato fuori sede. L’articolo 10-ter, inserito alla Camera, istituisce l’Ispettorato delle scuole della Polizia di Stato con funzioni di coordinamento delle attività di formazione e addestramento del personale della Polizia. L’articolo 11 introduce nuove fattispecie di ingresso in Italia – per missione, per gara sportiva e ricerca scientifica – tra quelle per le quali il permesso di soggiorno non è necessario, in caso di soggiorni non superiori a tre mesi, salvo comunque l’obbligo di acquisire il visto d’ingresso. Con l’articolo 12 è istituito nello stato di previsione del Ministero degli affari esteri un fondo per le politiche di rimpatrio, volto a sostenere iniziative di cooperazione o intese bilaterali per la riammissione degli stranieri irregolari presenti nel territorio nazionale e provenienti da Paesi extra UE. Il fondo ha una dotazione inziale di 2 milioni di euro per l’anno 2019, che potranno essere incrementati da una quota annua fino a 50 milioni di euro. L’articolo 12-bis, introdotto dalla Camera, reca alcune misure in favore del personale dell’Amministrazione dell’interno. L’articolo aggiuntivo 12-ter autorizza inoltre la spesa di 100.000 euro per l’anno 2019 e di un milione di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021 per alimentare il Fondo risorse decentrate per la remunerazione delle maggiori attività rese dal personale contrattualizzato non dirigenziale dell’amministrazione civile dell’interno. Il Capo III detta disposizioni urgenti per il contrasto dei fenomeni di violenza connessi a manifestazioni sportive. E’ aggiunto il reato di rissa tra quelli che in caso di denuncia o di condanna anche non definitiva possono comportare l’applicazione del Divieto di accedere alle manifestazioni sportive (Daspo) e si specifica che i fatti che determinano il questore o l’autorità giudiziaria a emettere il provvedimento possono essere stati commessi anche non in occasione o a causa di manifestazioni sportive. È aumentata la durata massima della misura di prevenzione applicabile ai recidivi e a coloro che abbiano violato un precedente Daspo. Si subordina il provvedimento di riabilitazione a condotte di ravvedimento operoso e si ampliano i poteri del questore, quando il Daspo colpisca soggetti definitivamente condannati per delitti non colposi. L’articolo 14 novella l’articolo 77 del codice antimafia per consentire il fermo di indiziato di delitto, in deroga ai limiti di pena previsti dal codice di procedura penale, anche per coloro che risultino gravemente indiziati di un delitto commesso in occasione o a causa di manifestazioni sportive. L’articolo 15 rende permanente la disciplina dell’arresto in flagranza differita nei seguenti casi: per reati violenti commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive, per i quali è obbligatorio o facoltativo l’arresto e per i reati commessi con violenza alle persone o alle cose compiuti alla presenza di più persone anche in occasioni pubbliche per i quali è obbligatorio l’arresto. L’articolo 16 è volto a inasprire, in via generale, le pene per i delitti commessi in occasione di manifestazioni sportive. L’articolo 16-bis, introdotto nel corso dell’esame presso la Camera, prevede la possibilità per il sindaco di ordinare l’allontanamento dalle stazioni ferroviarie e marittime, dagli aeroporti e dalle banchine degli autobus anche di coloro che in tali luoghi commettano atti di bagarinaggio. L’articolo 17 amplia, in via generale, l’ambito applicativo della disciplina sanzionatoria della vendita non autorizzata di biglietti per le competizioni sportive e del bagarinaggio. Il nuovo articolo 17-bis riduce da tre mesi a cinque settimane la durata del corso di formazione per l’accesso alla qualifica di capo squadra del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, esclusivamente per la procedura concorsuale con decorrenza 1° gennaio 2019. L’articolo 18 contiene, infine, disposizioni sull’entrata in vigore del decreto-legge.
Alla discussione generale hanno preso parte i senatori Marilotti, Gelsomina Vono, Lannutti (M5S), Urso, Isabella Rauti, Zaffini, Balboni (FdI), Nencini, Paola Nugnes (Misto), Laura Garavini, Verducci, Faraone (PD), Saponara, Michelina Lunesu (L-SP), Minuto, Vitali, Paola Binetti, Aimi (FI), Grasso (Misto-LeU). I sen.
De Falco (Misto-LeU) e Anna Rossomando (PD) hanno annunciato voto favorevole alle pregiudiziali, La Pietra (FdI) e Pagano (FI) hanno annunciato voto contrario. Al termine della discussione, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Fraccaro, ha posto la questione di fiducia sull’approvazione senza emendamenti del testo licenziato dalla Camera. Alla discussione sulla questione di fiducia hanno partecipato Paola Nugnes (Misto), Aimi, Maria Gallone, Caliendo (FI), Alfieri, D’Alfonso, Caterina Biti, Roberta Pinotti (PD), Airola, Crucioli (M5S), Iwobi, Bruzzone, Pepe (L-SP), Errani (Misto-LeU), Daniela Garnero Santanché (FdI).
Secondo i senatori dei Gruppi PD, LeU e Misto, che hanno accusato il Governo di cinismo, il decreto alimenta la paura e la clandestinità, viene meno ai doveri fondamentali di salvataggio in mare, addita l’immigrazione come fonte dei problemi del Paese, mette a nudo il fallimento del primo decreto sicurezza e non affronta il nodo dei rimpatri. FdI condivide invece il contenuto del decreto che avrebbe dovuto essere integrato con norme di contrasto all’integralismo islamico e con risorse più consistenti per le Forze dell’ordine. FI avrebbe voluto lo stanziamento di almeno un miliardo per il rinnovo del contratto del comparto sicurezza, l’aumento degli organici e il riordino delle carriere; il Gruppo avrebbe inoltre auspicato disposizioni contro il degrado urbano e norme di maggiore tutela per le forze dell’ordine. I senatori di L-SP hanno condiviso pienamente le norme che contrastano la tratta di esseri umani, colpiscono i rapporti tra scafisti e ong, pongono fine al business dell’immigrazione sul quale anche il PD ha speculato. I senatori di M5S hanno rilevato che il decreto non limita la manifestazione pacifica del dissenso e non tocca il dovere giuridico e morale di soccorso in mare, precisa invece che il soccorso non implica automaticamente lo sbarco della nave e colma una lacuna dell’ordinamento, come ha riconosciuto la stessa Corte europea; pur esprimendo perplessità su alcuni articoli, in particolari quelli che inaspriscono le pene, il Gruppo ha difeso il patto di governo.
Nelle dichiarazioni di voto la senatrice Unterberger (Aut) ha precisato che nel Gruppo convivono sensibilità diverse e ha annunciato a titolo personale voto contrario, ritenendo che la questione dell’immigrazione vada affrontata nelle sedi internazionali e rimproverando al Governo di non aver partecipato al Global compact. La Russa (FdI) non ha accordato la fiducia al Governo ma non ha annunciato voto contrario al decreto. Mirabelli (PD), annunciando voto contrario, ha rilevato che il decreto risponde a fini propagandistici, non difende i confini nazionali e non potenzia le Forze dell’ordine. Pirovano (L-SP), annunciando la fiducia, ha ricordato che l’Italia è stata lasciata sola a difendere i confini europei e i precedenti Governi hanno accettato gli sbarchi in cambio di una flessibilità minima sul bilancio. Gasparri (FI), favorevole alle norme per la sicurezza ma contrario al Governo, ha dichiarato la non partecipazione al voto. Grassi (M5S), nell’annunciare la fiducia, ha ricordato che il Gruppo è favorevole a corridoi umanitari e smistamenti dei migranti in tutta Europa: il decreto pone fine alla prassi per cui le navi del Mediterraneo si sentivano autorizzate a sbarcare nei porti italiani, in ogni caso nessuna nave privata sarà sanzionata per il salvataggio.
Domani alle ore 10,30 è convocata la Conferenza dei Capigruppo per definire il calendario dei lavori di settembre. L’Assemblea si riunirà alle ore 12 per il decreto relativo alle fondazioni liriche e ai beni culturali e il collegato in materia di ordinamento sportivo. La seduta è terminata alle ore 20:30.
Martedì 6 l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 12:00 La Conferenza dei Capigruppo ha approvato il calendario dei lavori dopo la pausa estiva fino al 20 settembre. Le Commissioni torneranno a riunirsi lunedì 2 settembre, salvo sopravvenute esigenze, l’Assemblea tornerà a riunirsi da martedì 10 settembre alle ore 12,30 per esaminare il ddl sul distacco dei comuni marchigiani, provvedimenti dalla sede redigente, ratifiche di accordi internazionali, prima deliberazione sul ddl costituzionale di soppressione del CNEL, sindacato ispettivo. La settimana dal 16 al 20 settembre sarà riservata ai lavori delle Commissioni.
L’Assemblea con 139 voti favorevoli, nessun contrario e 109 astensioni, ha approvato definitivamente il ddl n. 1374-B, conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 giugno 2019, n. 59, recante misure urgenti in materia di personale delle fondazioni lirico sinfoniche, di sostegno del settore del cinema e audiovisivo e finanziamento delle attività del Ministero per i beni e le attività culturali e per lo svolgimento della manifestazione UEFA Euro 2020.
La relatrice Granato (M5S) ha illustrato le modifiche apportate dalla Camera: nella procedura selettiva per le assunzioni a tempo indeterminato di personale artistico e tecnico delle fondazioni lirico sinfoniche, la quota riservata ai precari storici è stata riportata al 50 per cento. La proroga per l’adeguamento alla normativa antincendio delle scuole è stata differita al 31 dicembre 2021, per gli asili al 2019 ma è prevista l’emanazione di un decreto per la diminuzione dei rischi e la fissazione di scadenze. Il relatore di minoranza sen. Verducci (PD) ha osservato che il provvedimento ha un’impostazione emergenziale e la stabilizzazione del personale ha un sapore propagandistico in mancanza di risorse per un’adeguata programmazione. Nella discussione è intervenuto il sen. D’Arienzo (PD) che, riconosciuti aspetti positivi quali i patti con il territorio e il credito agevolato per le fondazioni lirico sinfoniche, ha invitato il Governo a rivedere alcuni parametri di finanziamento che penalizzano i teatri con maggiore pubblico. In replica la relatrice ha ricordato che, dopo anni di mala gestione, commissariamento, tagli e licenziamenti, il Governo ha invertito la tendenza e ha avviato un percorso di stabilizzazione del personale. Nelle dichiarazioni di voto, la senatrice De Petris (Misto-LeU) ha annunciato l’astensione, segnalando che il decreto non scioglie l’ambivalenza circa il carattere pubblico o privato delle fondazioni e penalizza i precari storici. Iannone (FdI), annunciando l’astensione, si è rammaricato del mancato accoglimento di emendamenti sulla stabilizzazione e sui biglietti nominali. La senatrice Malpezzi (PD), annunciando l’astensione, ha evidenziato che alla Camera è stato ridotto il numero di posti riservati ai precari storici e ha rimproverato al Governo di non aver stanziato risorse per la cultura. Cangini (FI), annunciando l’astensione, ha affermato che il decreto non stanzia risorse per ripristinare i corpi di ballo, non ridisegna il rapporto tra piattaforme digitali e creatività, non elimina il problema dei biglietti nominali. Pittoni (L-SP) e Daniela De Lucia (M5S) hanno annunciato voto favorevole ricordando che le risorse per la cultura saranno stanziate dalla legge per lo spettacolo dal vivo e dalla legge di bilancio.
L’Assemblea ha avviato l’esame del ddl n. 1372, Deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione, già approvato dalla Camera dei deputati, collegato alla manovra di finanza pubblica. Il relatore, Barbaro (L-SP), ha illustrato il provvedimento con il quale il Governo propone un’ampia delega volta a ridisegnare il settore e a proseguire il riordino avviato con la legge di bilancio che ha stanziato maggiori risorse per 60 milioni di euro: a un ridimensionamento del ruolo del Coni, ricondotto alla funzione di Comitato olimpico come negli altri Paesi del mondo, si accompagna l’esigenza di dare risposte in materia di sport sia per i profili sanitari che per quelli dell’istruzione. Il Capo I reca disposizioni in materia di ordinamento sportivo e conferisce delega al Governo per il riordino del Comitato olimpico nazionale (CONI) e della disciplina di settore. Tra i principi e criteri direttivi della delega, vi sono la definizione degli ambiti di attività del CONI, delle Federazioni sportive nazionali, delle discipline sportive associate, degli enti di promozione sportiva, dei gruppi sportivi militari, dei corpi civili dello Stato e delle associazioni benemerite, in coerenza sia con le novità introdotte dall’ultima legge di bilancio sia con il ruolo proprio del CONI quale organo di governo dell’attività olimpica; la conferma dell’attribuzione al CONI, in coerenza con quanto disposto dalla Carta olimpica, della missione di incoraggiare e divulgare i principi e i valori dell’olimpismo, in armonia con l’ordinamento sportivo internazionale; la previsione di limitazioni e vincoli – inclusa la possibilità di disporne il divieto – per le scommesse sulle partite di calcio delle società che giocano nei campionati della Lega nazionale dilettanti; la previsione che il CONI eserciti poteri di vigilanza sulle attività sportive delle federazioni sportive nazionali, delle discipline sportive associate, degli enti di promozione sportiva e delle associazioni benemerite, al fine di garantire il loro svolgimento in armonia con le deliberazioni e gli indirizzi del Comitato olimpico internazionale e del CONI medesimo. L’articolo 2 introduce misure relative ai centri sportivi scolastici con l’obiettivo di organizzare e sviluppare la pratica dell’attività sportiva nelle istituzioni scolastiche. L’articolo 3 reca disciplina relativa alla cessione, al trasferimento o all’attribuzione del titolo sportivo, definito quale insieme delle condizioni che consentono la partecipazione di una società sportiva a una determinata competizione nazionale. L’articolo 4 introduce l’obbligo, per gli atti costitutivi delle società sportive professionistiche, di prevedere la costituzione di un organo consultivo deputato a tutelare gli interessi dei tifosi tramite l’espressione di pareri obbligatori, ma non vincolanti, sulle questioni di loro interesse. Il Capo II interviene in materia di professioni sportive. L’articolo 5 conferisce delega al Governo per il riordino e la riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché del rapporto di lavoro sportivo. Tra i principi e criteri direttivi della delega: il riconoscimento del carattere sociale e preventivo-sanitario dell’attività sportiva, quale strumento di miglioramento della qualità della vita e della salute, nonché quale mezzo di educazione e sviluppo sociale; il riconoscimento dei principi di specificità dello sport e del rapporto di lavoro sportivo (come definito a livello nazionale ed europeo) e delle pari opportunità, anche per le persone con disabilità; l’individuazione della figura del lavoratore sportivo. L’articolo 6 conferisce delega al Governo per il riordino delle disposizioni in materia di rapporti di rappresentanza di atleti e di società sportive e di accesso ed esercizio della professione di agente sportivo. Il Capo III reca disposizioni di semplificazione e sicurezza in materia di sport. L’articolo 7 conferisce delega al Governo per il riordino e la riforma delle norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi, nonché della disciplina relativa alla costruzione di nuovi impianti sportivi, alla ristrutturazione e al ripristino di quelli già esistenti, inclusi quelli scolastici. L’articolo 8 conferisce delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative relative agli adempimenti e agli oneri amministrativi e di natura contabile a carico delle Federazioni sportive nazionali, delle discipline sportive associate, degli enti di promozione sportiva, delle associazioni benemerite e delle loro affiliate riconosciuti dal CONI. L’articolo 9 conferisce delega al Governo per l’adozione di uno o più decreti legislativi in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali, al fine di garantire livelli di sicurezza più elevati. Il Capo IV, costituito dal solo articolo 10, reca le disposizioni finali. Il relatore ha sottolineato che il Governo ha accolto un ordine del giorno sull’armonizzazione del processo legislativo con i principi della carta olimpica. La relatrice di minoranza, Sbrollini (PD), richiamando la lettera inviata questa mattina dal Comitato internazionale olimpico, ha contestato l’eccessiva ampiezza della delega, affermando che contrasta con i principi della carta olimpica, limita l’autonomia dello sport, svilisce il CONI che è ridotto a un ruolo di rappresentanza, non tiene conto delle indicazioni emerse nelle audizioni.
L’Assemblea ha respinto la questione pregiudiziale avanzata dal sen. Ferrari (PD), a favore della quale hanno svolto dichiarazione di voto i sen. Simona Malpezzi (PD), Loredana De Petris (Misto-LeU) e Casini (Aut), mentre il sen. Romeo (L-SP) ha dichiarato voto contrario. Alla discussione generale hanno partecipato i sen. Tatjana Rojc, Taricco (PD), Laniece (Aut), Ciriani (FdI), Cangini (FI) i quali hanno paventato il rischio che la politica invada l’ambito sportivo e che l’Italia sia esclusa dalle competizioni olimpiche. Il relatore, Sbarbaro (L-SP), si è rammaricato per la restrizione del dibattito al solo articolo 1. Ha ricordato che negli anni il CONI ha perduto autonomia finanziaria e ha assicurato che ci sarà una riflessione su Sport e Salute Spa, cui la legge di bilancio ha affidato il compito di finanziare gli organismi sportivi. La relatrice di minoranza ha ribadito che il provvedimento non riveste carattere d’urgenza e richiede un esame più approfondito. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Valente, ha ricordato le storture della gestione clientelare del CONI e ha difeso la scelta di attribuire compiti finanziari a Sport e Salute Spa. Ha richiamato i principi della delega che tutelano espressamente l’autonomia del CONI, cui spettano in via esclusiva compiti di vigilanza, e ha assicurato che i decreti delegati rispetteranno la carta olimpica. Ha ricordato inoltre che il Governo ha svolto un confronto con il mondo sportivo e ha posto l’accento sull’articolo 5 che riconosce il lavoro sportivo con le relative tutele previdenziali e assicurative. Respinti tutti gli emendamenti, nelle dichiarazioni finali , Errani (Misto-LeU) e Daniela Sbrollini (PD) hanno annunciato voto contrario rimproverando al Governo di aver creato una spaccatura nel mondo dello sport; Iannone (FdI) e Moles (FI) hanno annunciato l’astensione confidando nel confronto in sede di attuazione della delega; Rufa (L-SP), annunciando voto favorevole, ha rivendicato allo Stato le scelte di indirizzo e la responsabilità dello sport, che in passato sono state delegate al CIO, e ha richiamato le norme sull’istituzione di centri sportivi nelle scuole, sulla valorizzazione dei laureati in scienze motorie e sulla tutela del lavoro sportivo. Angela Piarulli (M5S), annunciando voto favorevole, ha posto l’accento sulla funzione sociale dello sport, su una visione di lungo periodo e sulla trasparenza degli investimenti. La seduta è terminata alle ore 17:45.
Mercoledì 7 l’Aula si è riunita alle ore 9:00. Al termine della discussione di mozioni sulla TAV Torino-Lione, l‘Assemblea ha approvato le mozioni n. 153 (testo 2) del PD, la n. 156, sostenuta da 9 parlamentari di Leu, Aut, Pd e Misto, la n. 157 (testo 2) di FdI e la n. 162 (testo 2) di FI. La mozione del M5S è stata respinta.
Le mozioni approvate affermano la valenza strategica dell’opera. Nello specifico, la mozione del PD n. 153 (testo 2), illustrata dal senatore Margiotta, impegna il Governo ad adottare tutte le iniziative necessarie per consentire la rapida realizzazione della nuova linea ferroviaria TAV Torino-Lione. La mozione n. 156, illustrata dal senatore Nencini (Misto) e sostenuta da 9 parlamentari di Leu, Aut, Pd e Misto, chiede al Governo di proseguire nelle attività amministrative finalizzate alla realizzazione dell’opera e in particolare della sezione transfrontaliera e del tunnel di base del Moncenisio dando attuazione a quanto già previsto dalla normativa vigente e dagli accordi stipulati dall’Italia in sede internazionale. La mozione n. 157 (testo 2) di FdI, illustrata dal senatore De Bertoldi, impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa necessaria a scongiurare che l’Italia incorra in inevitabili effetti penalizzanti e dannosi, che deriverebbero sia dall’emergere di profili di responsabilità contrattuale per inadempimento o ulteriori ritardi esecutivi rispetto agli impegni assunti, sia dalla mancata realizzazione di un’opera infrastrutturale strategica per lo sviluppo economico nazionale. La mozione n. 162 (testo 2) di FI, illustrata dai senatori Pichetto Fratin e Saccone, impegna il Governo a dare piena attuazione all’accordo ratificato dal Parlamento italiano (legge n. 1 del 2017), confermando la valenza strategica della realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione in termini economici e occupazionali. È risultata preclusa la mozione n. 159, illustrata dalla senatrice De Petris (Leu), e sostenuta da 7 parlamentari dei Gruppi Misto e M5s, che chiedeva al Governo: di bloccare le procedure di appalto, revocando i membri italiani del consiglio di amministrazione del promotore italo-francese dell’opera TELT e nominandone di nuovi; di trasferire le risorse sul trasporto ferroviario regionale, sulle tratte dei pendolari e sul trasporto pubblico locale; in subordine, di bloccare l’allineamento temporale del lavori di realizzazione della tratta transfrontaliera all’effettivo avvio dei lavori di realizzazione da parte francese della loro tratta nazionale.
La senatrice Pirro ha illustrato la mozione n. 152 del M5S, sottoscritta anche dal senatore Cerno (PD), che, partendo dal presupposto che il progetto è obsoleto e presenta gravi criticità dal punto di vista della sostenibilità economica, sociale e ambientale, chiede che il Parlamento si pronunci per la cessazione delle attività relative al progetto per la realizzazione e la gestione della sezione transfrontaliera del nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione e disponga una diversa allocazione delle risorse stanziate per il finanziamento della linea affinché siano successivamente destinate a opere pubbliche alternative, maggiormente utili e urgenti, sul territorio italiano.
Al termine della discussione, alla quale hanno preso parte i senatori Perosino, Maria Alessandra Gallone, Maria Rizzotti (FI), Laus, Anna Rossomando (PD), Martelli (Misto), Ruspandini (FdI), Marzia Casolati (L-SP) e Airola (M5S), il vice ministro dell’Economia e delle Finanze, Garavaglia, ribadendo la posizione della Lega, da sempre favorevole all’opera, si è espresso a favore delle mozioni che ne promuovono la realizzazione. Di contro, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Santangelo, nel sottolineare di intervenire a nome del Governo, si è rimesso all’Assemblea. Nelle dichiarazioni finali sono intervenuti i senatori Julia Unterberger (Aut), Emma Bonino (Misto), Loredana De Petris, Errani (LeU), Ciriani (FdI), Marcucci (PD), Romeo (L-SP), Malan (FI), Patuanelli (M5S) e, in dissenso dal Gruppo, Cerno (PD).
La senatrice Bonino non parteciperà al voto della mozione di M5S, stigmatizzando pesantemente l’atteggiamento delle opposizioni, che darà a Salvini il pretesto di presentarsi come dominus assoluto dell’Esecutivo e ai 5 Stelle la possibilità di parlare di “inciucio Lega-opposizioni”. La senatrice De Petris (LeU) ha dichiarato voto favorevole a entrambe le mozioni NO TAV, criticando però l’incoerenza dei senatori di M5S, la cui unica paura è che il Governo possa cadere.Errani (LeU) ha annunciato la non partecipazione alle votazioni, evidenziando che la rottura politica all’interno della maggioranza non è più risolvibile. Dello stesso avviso Ciriani (FdI), che ha parlato di situazione tragicomica invitando il ministro Toninelli a dimettersi: l’unica preoccupazione del M5S è quella di difendere posizioni di potere. Di teatro dell’assurdo ha parlato Marcucci (PD): quella del PD è una ferma condanna nei confronti dell’operato dell’Esecutivo; M5S è il principale responsabile del blocco del Paese. Romeo (L-SP) ha rivendicato la coerenza del suo Gruppo: la TAV non è mai stata in discussione; il Paese deve andare avanti e un passo indietro comprometterebbe in maniera irrevocabile la credibilità del Governo, che ha confermato la realizzazione dell’opera, e soprattutto del Paese Italia. Secondo Malan (FI), FI è l’unica forza politica ad aver sempre espresso una posizione chiara in tutte le sedi. Patuanelli (M5S) ha richiamato la centralità del Parlamento cui spetta il potere di decidere e ha invitato gli alleati a lasciare che siano le opposizioni a regalare soldi alla Francia: i fondi siano dirottati su altre opere. Cerno (PD), ribadendo un no convinto alla TAV, ha attaccato il proprio partito che con il suo voto ha concesso una sorta di fiducia al Governo. La seduta è terminata alle ore 12:45.
Ai lettori auguro buone vacanze: l’Aula del Senato tornerà a riunirsi dopo la pausa estiva martedì 10 settembre.
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