7GIORNI IN SENATO (n. 5)/ Documento di Economia e Finanza centrato sugli investimenti pubblici. Provvedimenti per le regioni colpite dal terremoto del 2016

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO – 

Martedì 19 giugnoL’Aula presieduta dal presidente Elisabetta Alberti Casellati si è riunita alle ore 11 ed ha avviato l’esame del Documento di economia e finanza 2018-2020, che reca un quadro aggiornato delle previsioni macroeconomiche e del quadro tendenziale, quale base per politiche economiche e programmi di riforma che saranno definiti dal nuovo governo. Il quadro tendenziale è stato validato dall’Ufficio parlamentare di Bilancio. Il Documento contiene allegati sulla riforma della contabilità, le aree sottoutilizzate, le infrastrutture di trasporto e logistica, la riduzione delle emissioni di gas, le spese dello Stato nelle Regioni, gli indicatori di benessere equo e sostenibile, i fabbisogni annuali della Pubblica Amministrazione.

Il DEF presentato dal precedente governo prevede per il 2018 una crescita del Pil reale dell’1,5 per cento (la stima di crescita per il triennio è dell’1,4 nel 2019, dell’1,3 nel 2020 e dell’1,2 nel 2021). Nel DEF si afferma che l’economia italiana è uscita dalla doppia recessione: la ripresa è sostenuta dagli investimenti privati e dalle esportazioni. Il saldo della bilancia commerciale è positivo, il surplus della bilancia dei pagamenti è salito al 2,8 del Pil. L’occupazione registra un aumento dell’1,1 per cento. A livello mondiale prosegue la congiuntura favorevole, sebbene siano presenti rischi legati alle politiche protezionistiche e all’apprezzamento dell’euro. La crescita media dell’Eurozona è stimata al 2,4 per cento. Entro la fine di settembre la BCE è orientata a terminare il programma di espansione del bilancio tramite il Quantitative Easing.

Il relatore, senatore Bagnai (L-SP), con riferimento al quadro macroeconomico e agli scenari mondiali, ha evidenziato le fragilità e i rischi di un modello di crescita incentrato sulle esportazioni; ha auspicato che la Germania aumenti la domanda interna per sanare gli squilibri nell’eurozona e nel cambio euro/dollaro; ha quindi ricordato i rischi legati alla stabilità finanziaria, al protezionismo, all’andamento del prezzo del petrolio.

Con riguardo alla finanza pubblica, il relatore ha evidenziato: la contabilizzazione degli interventi a sostegno del sistema bancario, che hanno avuto un impatto sul debito di 6,3 miliardi; l’aumento dell’avanzo primario conseguito attraverso tagli agli enti locali e riduzione della spesa sanitaria al di sotto del livello raccomandato dall’OMS; la diversa stima del saldo strutturale da parte della Commissione europea, dovuta a una differente metodologia di valutazione dell’output gap.

Con riguardo al programma nazionale di riforma, il relatore ha suggerito cautela rispetto allo smaltimento accelerato dei crediti deteriorati e all’attuazione della riforma del credito cooperativo. Alla discussione hanno partecipato i senatori Steger, Durwalder (Aut); Fazzolari, Stancanelli, Isabella Rauti, Ruspandini, De Bertoldi (FdI); Misiani, Annamaria Parente, D’Arienzo, Valeria Valente, Damiani, Ferrazzi, Flavia Malpezzi (PD); Fiammetta Madera, Perosino, Maria Virginia Tiraboschi, Siclari, Pagano, Battistoni, Aimi, Alessandrina Lonardo, Biasotti, Moles (FI); Patty L’Abbate, Lannutti, Gelsomina Vono, Turco, Pesco (M5S); Montani, Solinas, Erica Rivolta (L-SP); Laforgia (Misto-LeU).

In replica il relatore Bagnai ha richiamato al realismo, ricordando che il Governo precedente aveva annunciato una crescita dell’1,38 per cento che è stata invece dell’0,85 per cento. Ha quindi criticato la subalternità al modello tedesco, evidenziando che le riforme nell’agenda europea sono orientate alla deflazione salariale e non hanno effetti positivi su crescita e produttività. Ha infine sottolineato che l’espressione competente e autorevole dell’interesse nazionale giova al tessuto produttivo e al futuro dell’Europa.

Il ministro dell’economia e finanze Tria ha annunciato che il Governo presenterà il quadro programmatico a settembre. Le linee di politica economica saranno ispirate alla riduzione della dinamica del debito e all’irrobustimento di una crescita inclusiva ed equa attraverso investimenti pubblici e riforme strutturali opportunamente coperte (semplificazione fiscale, riduzione della pressione fiscale, reddito per contrastare la povertà e favorire l’integrazione nel mercato del lavoro). L’economia italiana soffre di problemi strutturali, aggravati da una governance europea inadeguata. Il tasso di crescita è rimasto costantemente al di sotto della media europea: per aumentare la produttività occorre attivare uno stimolo endogeno attraverso il rilancio di investimenti pubblici, che negli ultimi anni sono diminuiti. Il Governo si adopererà affinché l’architettura europea sia orientata alla crescita e alla convergenza (diversa valutazione della spesa in conto capitale, revisione delle regole che consentono squilibri delle partite correnti e non permettono di affrontare shock asimmetrici) e istituirà una task force per rimuovere gli ostacoli agli investimenti (perdita di competenze tecniche, difficili interazioni tra amministrazioni, effetti non voluti del codice degli appalti).

A conclusione dell’esame del Documento di economia e finanza 2018-2020, l’Assemblea ha approvato la risoluzione di maggioranza che impegna il Governo a presentare al Consiglio e alla Commissione europea un aggiornamento del programma di stabilità e di riforma in armonia con il programma del Governo Conte; a favorire il disinnesco delle clausole di salvaguardia inerenti l’aumento dell’IVA e delle accise; a riconsiderare il quadro di finanza pubblica nel rispetto degli impegni europei per quanto riguarda i saldi di bilancio 2019-2021.

Hanno annunciato voto favorevole alla risoluzione di maggioranza i senatori Romeo (L-SP) e Patuanelli (M5S). Unterberger (Aut) ha annunciato l’astensione. Hanno annunciato voto contrario Loredana De Petris (Misto-LeU), Urso (FdI), Pittella (PD) e Pichetto Fratin (FI). Tutti gli emendamenti alla risoluzione di maggioranza sono stati respinti, ad eccezione dell’emendamento 2.16 del senatore Gasparri (FI), concernente l’applicazione della direttiva Bolkenstein, che è stato ritirato e sarà ripresentato la prossima settimana in occasione delle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.

Il Senato approva la risoluzione n. 2, proposta dai senatori Romeo e Patuanelli e accettata dal Governo, con 166 voti favorevoli, 127 contrari e 6 astenuti. Il Senato tornerà a riunirsi giovedì 21 giugno.

La Conferenza dei Capigruppo ha approvato il nuovo calendario dei lavori fino al 5 luglio. L’esame del decreto sugli eventi sismici comincerà giovedì 21 alle ore 9, con la sola relazione, e proseguirà martedì 26 giugno. Giovedì 28 il ministro per lo Sviluppo economico renderà un’informativa sugli incidenti nei luoghi di lavoro. Dal 3 al 5 luglio sarà definito il decreto-legge sugli ammortizzatori sociali. La seduta è terminata alle ore 18.

Mercoledì 21- L’Aula si è riunita alle ore 9 presieduta dal vice presidente, senatrice Rossomando, ed ha avviato l’esame del ddl. n. 435, di conversione in legge del decreto-legge 29 maggio 2018, n. 55, recante ulteriori misure urgenti a favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016. Il decreto-legge, che si compone di due articoli, disciplina la proroga e la sospensione dei termini relativi agli adempimenti e ai versamenti tributari e contributivi, la sospensione del pagamento del canone RAI e la sospensione del pagamento delle utenze nei confronti delle popolazioni del centro Italia colpite dal sisma. Nel ringraziare tutte le forze politiche che hanno lavorato trasversalmente al testo, e augurandosi che il Governo possa dare soluzione a questioni di assoluto rilievo che non sono state affrontate, in successivi provvedimenti, a partire dalla prossima legge di bilancio, il relatore Patuanelli (M5S) ha sottolineato che la Commissione speciale ha approvato 42 emendamenti che, prorogando lo stato di emergenza al 31 dicembre 2018, concernono interventi quali: l’erogazione di contributi per la creazione di aree attrezzate, per l’adeguamento antincendio e il superamento delle barriere architettoniche, per gli oneri per l’occupazione di suolo pubblico; la deroga al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata; esenzioni nella zona rossa per le utenze; la cassa integrazione in deroga, per i primi sei mesi del 2019, per le imprese con oltre 400 dipendenti.

La discussione generale avrà inizio nella seduta di martedì 26 giugno, mentre il voto finale è previsto entro il 29 giugno. La seduta è terminata alle ore 9:35.

All’uscita dell’Aula ho fermato nella Sala del Risorgimento il senatore del M5S Gianluca Castaldi e gli ho chiesto un commento su tale provvedimento. Ecco la sua risposta: «L’emergenza permanente in cui vivono i cittadini colpiti dal sisma del 2016 è uno dei tanti guai lasciati in eredità dai governi precedenti. La scarsa attenzione destinata alle zone terremotate del Centro Italia è dimostrata dal fatto che il decreto terremoto è stato uno degli ultimissimi provvedimenti del governo Gentiloni, una legge last minute dai contorni molto limitati, insufficiente per rispondere ad un problema di enorme complessità. Quelli che per gli altri erano gli ultimi, per il nostro governo sono diventati i primi: in Commissione speciale abbiamo svolto un intenso lavoro sugli emendamenti al decreto, in modo da allargare il raggio d’azione della legge. Porto ad esempio un mio emendamento approvato, grazie al quale viene estesa l’esclusione dei redditi dei fabbricati dal reddito imponibile IRES e IRPEF, spostando il limite temporale dal 30 giugno 2017 al 31 dicembre 2018. Vengono esclusi i fabbricati inagibili od oggetto di ordinanza di sgombero e viene prorogata la possibilità per il cittadino di dichiarare la distruzione o l’inagibilità dell’immobile. Agli attacchi mediatici senza precedenti che il nostro governo subisce quotidianamente stiamo rispondendo con misure concrete che andranno davvero ad aiutare i cittadini».

L’Aula è convocata per  martedì 26 giugno, alle 16,30, per il seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge 29 maggio 2018, n. 55, recante ulteriori misure urgenti a favore delle popolazioni del Centro-Italia, interessate dal sisma del 2016 (A.S. 435). Il voto finale in Senato è previsto entro il 29 giugno.

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