7GIORNI IN SENATO (n. 70)/ Posizioni a confronto sulla protesta esplosa nelle carceri, ma anche sull’emergenza sanitaria

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO

Martedì 10 marzo l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 16:30 e l a Conferenza dei Capigruppo ha deciso all’unanimità che domani alle ore 9,30 il Ministro della giustizia renderà un’informativa sull’attuale situazione delle carceri; alle ore 11 la Conferenza è nuovamente convocata per stabilire il calendario die lavori della prossima settimana; alle ore 15 di domani sarà discussa la relazione al Parlamento per aggiornare l’obiettivo di medio termine nel percorso di rientro del debito: dopo l’intervento del relatore e del rappresentante del Governo, saranno svolte le dichiarazioni di voto.

La Presidente del Senato Elisabetta Casellati ha comunicato inoltre le misure cautelative, adottate in relazione all’emergenza epidemiologica, per lo svolgimento delle sedute (limitazione delle presenze in Aula e modalità di votazione per prevenire l’affollamento dell’emiciclo). Sulla mancata riunione della Giunta delle elezioni e delle immunità per il caso Open Arms riguardante l’ex ministro Salvini, il presidente della Giunta, sen. Gasparri, ha precisato che il rinvio è conforme ad una prassi seguita in altre circostanze. Il Presidente del Senato ha ricordato che il rinvio di due settimane, in deroga al termine tassativo, è stato deciso dalla Conferenza dei Capigruppo. La seduta è terminata alle ore 17:00.

Mercoledì 11 alle ore 9:30 in un’Aula quasi deserta con soli 37 senatori presenti a causa del coronavirus Il ministro della giustizia Bonafede ha reso un’informativa sull’attuale situazione delle carceri, soffermandosi in particolare sul caso di Foggia. I disordini che dal 7 marzo si sono manifestati in tutte le regioni, si inquadrano nella saldatura tra gli annosi problemi di sovraffollamento delle carceri e l’emergenza epidemiologica, in relazione alla quale l’amministrazione penitenziaria ha adottato misure restrittive dei colloqui a tutela della salute. Dopo aver sottolineato la reazione compatta delle istituzioni e aver ringraziato la polizia penitenziaria, il ministro, che si è adoperato per l’assunzione di 2500 unità nella polizia penitenziaria, ha operato una netta distinzione tra le preoccupazioni e le proteste senza danni da parte della maggior parte della popolazione carceraria e le rivolte e le devastazioni alle quali hanno partecipato un numero limitato di detenuti, che hanno peraltro aggravato i problemi rendendo inagibili alcuni edifici.

Nel successivo dibattito, il senatore Casini (Aut)ha auspicato una reazione ferma da parte dello Stato anche per evitare che, nell’emergenza sanitaria, comportamenti illegali si estendano ad altri ambiti; Faraone (IV-PSI) ha chiesto la rimozione del capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria;  La Pietra (FdI) si è dichiarato nettamente contrario a provvedimenti di indulto e ha sollecitato il ministro a prendere posizioni politiche;  Grasso (Misto-LeU) ha sollecitato l’aumento dei colloqui telefonici e la permanenza nel domicilio, criticando la mancanza di comunicazione e le incertezze del capo del DAP, e ha invitato il Governo a costituire presidi nei centri di identificazione e di asilo; secondo  Mirabelli (Pd) occorre indagare se ci sia stato un disegno destabilizzatore nelle rivolte e sarebbe opportuno estendere il ricorso alle misure alternative alla detenzione in carcere; Ostellari (L-SP) ha invitato il Ministro a un maggiore coraggio; secondo Gasparri (FI) non si possono scaricare le responsabilità dell’accaduto sul capo del DAP, perciò il ministro dovrebbe dimettersi. La senatrice Piarulli (M5S) ha ricordato le misure adottate per consentire i colloqui a distanza.

Con 221 voti favorevoli e nessun voto contrario, l’Assemblea ha approvato la proposta di risoluzione che autorizza lo scostamento di bilancio e l’aggiornamento del piano di rientro verso l’obiettivo di medio termine.

La relatrice, Gallicchio (M5S), ha spiegato che, per fronteggiare l’emergenza sanitaria ed economica legata al coronavirus, il Governo adotterà un pacchetto di misure per il quale ha stimato risorse aggiuntive fino a 20 miliardi di euro (1,1 del Pil) nel 2020. Nella lettera alla Commissione europea il Governo fa presente che i maggiori oneri, connessi all’emergenza, sono una tantum e andrebbero perciò esclusi dal calcolo del saldo strutturale. Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Gualtieri, ha evidenziato che, con l’aggravarsi dell’epidemia, la stima di risorse necessarie, inizialmente di 7,5 miliardi, è stata integrata con ulteriori 13,5 miliardi: è in preparazione un decreto-legge di 12 miliardi, che sarà varato venerdì prossimo.

Il Governo ha aperto un confronto con le opposizioni, le parti sociali, le autonomie territoriali. Il decreto avrà quattro assi portanti: 1) Risorse per la sanità e la protezione civile: tutti i cittadini hanno diritto a essere curati; saranno aumentati i posti letto, semplificate le procedure di acquisto dei ventilatori, previsto un reclutamento straordinario di medici e infermieri, istituite unità speciali per l’assistenza ordinaria. 2) Lavoro: nessuno deve perdere il posto di lavoro. La cassa integrazione straordinaria e il fondo di integrazione salariale saranno estesi a tutti i settori produttivi, il sostegno al reddito sarà previsto per lavoratori autonomi, stagionali, lavoratori dello spettacolo; saranno rafforzati i congedi parentali per aiutare i genitori e coperte le spese per babysitter. 3) Liquidità: sarà potenziato il fondo centrale di garanzia a sostegno delle piccole e medie imprese e prolungate le garanzie statali per la sospensione delle rate dei mutui e i prestiti bancari; sarà potenziato l’intervento della Cassa depositi e prestiti e di Sace. 4) Fisco: saranno posticipati gli adempimenti fiscali e adottate misure per accelerare e sbloccare gli investimenti. E’ molto difficile valutare l’evoluzione dell’epidemia e delle sue conseguenze economiche: il Governo si sta preparando agli scenari peggiori, ma sta lavorando per un ritorno alla normalità, che dipenderà anche dallo scenario internazionale. Il prossimo DEF conterrà valutazioni realistiche, in ogni caso lo scostamento dall’obiettivo del medio termine non mette a repentaglio il percorso di rientro strutturale. Il ministro ha ringraziato le forze di opposizione per la collaborazione.

Hanno dichiarato voto favorevole alla proposta di risoluzione autorizzativa, presentata dalla maggioranza, i sen. Steger (Aut), Renzi (IV-PSI), Urso (FdI), Loredana De Petris (Misto-LeU), Marcucci (PD), Bagnai (L-SP), Anna Maria Bernini (FI), Perilli (M5S). I senatori dell’opposizione hanno evidenziato che il Governo ha accolto due loro richieste: lo stanziamento di tutte le risorse necessarie oltre i limiti del fiscal compact, la battaglia nell’Unione europea affinché si adottino misure comuni.

La crisi sanitaria e socio-economica dovuta al coronavirus sta mettendo in luce alcuni aspetti: la rivalutazione dello Stato, l’importanza del Servizio sanitario nazionale, la necessità di un nuovo paradigma economico, il valore della scienza e dei vaccini.

L’opposizione propone inoltre la nomina di un commissario straordinario e l’applicazione della massima precauzione (chiusura delle attività per 15 giorni) al fine di uscire più rapidamente dall’epidemia. Questa mattina il ministro della giustizia Bonafede ha reso un’informativa sull’attuale situazione delle carceri, soffermandosi in particolare sul caso di Foggia. I disordini che dal 7 marzo si sono manifestati in tutte le regioni, si inquadrano nella saldatura tra gli annosi problemi di sovraffollamento delle carceri e l’emergenza epidemiologica, in relazione alla quale l’amministrazione penitenziaria ha adottato misure restrittive dei colloqui a tutela della salute. Dopo aver sottolineato la reazione compatta delle istituzioni e aver ringraziato la polizia penitenziaria, il Ministro, che si è adoperato per l’assunzione di 2500 unità nella polizia penitenziaria, ha operato una netta distinzione tra le preoccupazioni e le proteste senza danni da parte della maggior parte della popolazione carceraria e le rivolte e le devastazioni alle quali hanno partecipato un numero limitato di detenuti, che hanno peraltro aggravato i problemi rendendo inagibili alcuni edifici. Nel successivo dibattito, il sen. Casini (Aut) ha auspicato una reazione ferma da parte dello Stato anche per evitare che, nell’emergenza sanitaria, comportamenti illegali si estendano ad altri ambiti; il sen. Faraone (IV-PSI) ha chiesto la rimozione del capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria; il sen. la Pietra (FdI) si è dichiarato nettamente contrario a provvedimenti di indulto e ha sollecitato il Ministro a prendere posizioni politiche; il sen. Grasso (Misto-LeU) ha sollecitato l’aumento dei colloqui telefonici e la permanenza nel domicilio, criticando la mancanza di comunicazione e le incertezze del capo del DAP; ha quindi invitato il Governo a costituire presidi nei centri di identificazione e di asilo; secondo il sen. Mirabelli (PD)occorre indagare se ci sia stato un disegno nelle rivolte e sarebbe opportuno estendere il ricorso alle misure alternative alla detenzione in carcere; il sen. Ostellari (L-SP) ha invitato il Ministro a un maggiore coraggio; secondo il sen. Gasparri (FI) non si possono scaricare le responsabilità dell’accaduto sul capo del DAP, il Ministro dovrebbe dimettersi. La sen. Piarulli (M5S) ha ricordato le misure adottate per consentire i colloqui a distanza.

La Conferenza dei Capigruppo all’unanimità ha deciso di considerare prioritario, per la prossima settimana, l’esame in Commissione del decreto-legge sull’emergenza coronavirus. Il termine di presentazione degli emendamenti è differito al 20 marzo. E’ stato prorogato al 16 aprile il termine per l’espressione dei pareri su atti del Governo aventi scadenza il 2 maggio. L’Assemblea tornerà a riunirsi il 25 marzo alle ore 14 per le comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 marzo. Una nuova Conferenza dei Capigruppo, convocata per il 18 marzo alle ore 16,30, stabilirà le modalità del dibattito.

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