di FRANCESCO MARIA PROVENZANO –
Martedì 13 ottobre – L’Aula si è riunita alle ore 9:30 e l’Assemblea ha avviato la discussione della relazione delle Commissioni riunite 5ª e 14ª sulle “Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza” (atto n. 572). In risposta alla crisi generata dalla pandemia da Covid-19, il Consiglio europeo del 17-21 luglio 2020 ha concordato di aggiungere, alle risorse del Quadro finanziario pluriennale (QFP) dell’Unione europea 2021-2027, ulteriori risorse con il programma Next Generation EU (NGEU), il nuovo strumento (noto anche come “Recovery fund”) che raccoglierà fondi sui mercati e li canalizzerà verso i programmi destinati a favorire la ripresa economica e sociale. L’accordo prevede un ammontare di 1074,3 miliardi di euro in termini di impegni per il periodo 2021-2027.
I relatori, sen. Pesco (M5S) e Stefano (PD), hanno riferito rispettivamente sulle due sezioni in cui sono articolate le linee guida presentate dal Governo: crescita e innovazione, inclusione e coesione.
Il sen. Stefano ha posto l’accento sulle infrastrutture di trasporto e comunicazione nel Mezzogiorno e sul completamento delle reti, chiedendo che il Piano sia integrato da un piano straordinario per l’occupazione femminile, da nuove risorse per la ricostruzione dei crateri sismici 2009 e 2016 e per il potenziamento dei servizi di cura. Con riferimento agli investimenti nella sanità, ha invocato il ricorso al Mes e lo sviluppo dei servizi domiciliari.
Il sen. Pesco si è soffermato sugli obiettivi di riconversione industriale e riqualificazione dei processi produttivi in chiave ambientale e digitale.
Alla discussione hanno partecipato i sen. Gelsomina Vono, Michela Montevecchi, Patty L’Abbate, Mautone, Presutto, Laura Granato, Maria Laura Mantovani, Vilma Moronese (M5S); Collina, Valeria Fedeli, Ferrazzi, D’Arienzo, Verducci, Paola Boldrini (PD); Bossi, Centinaio, Pittoni, Erika Stefani, Tosato, Bruzzone, Arrigoni, Pepe, Laura Borgonzoni, Antonella Faggi (L-SP); Buccarella, Paragone, De Bonis (Misto); De Bertoldi, La Pietra, De Carlo (FdI); Paragone (Misto); Maria Virginia Tiraboschi, Perosino, Cangini, Fiammetta Modena, Gabriella Giammanco (FI); Donatella Conzatti, Comincini, Nencini (IV-PSI); Emma Bonino, Quagliarello, Lonardo (Misto); Paola Nugnes (Misto-LeU).
Le opposizioni hanno rilevato che il documento, ben confezionato, alimenta aspettative eccessive, mentre è evidente il divario tra le intenzioni del Governo e la reale situazione del Paese, gravato da disoccupazione, chiusure, burocrazia e tassi insostenibili. Il piano presenta aspetti critici sul versante della tempistica, delle condizionalità, delle capacità di spesa. Le risorse europee, che sono fondamentalmente prestiti, saranno utilizzabili solo nella seconda metà del 2021; le raccomandazioni europee prescrivono la revisione della spesa pensionistica, lo spostamento del carico fiscale dalle persone alle cose, la riduzione delle agevolazioni fiscali e l’aggiornamento dei valori catastali, ovvero un aumento della pressione fiscale. L’elaborazione dei progetti presuppone competenze ed efficienza e richiede il coinvolgimento delle Regioni. Quanto al Mes, non si tratta di risorse aggiuntive, e in ogni caso i fondi non sarebbero disponibili prima del 2021-2022. Le opposizioni hanno proposto di inserire tra le priorità del piano: la ricostruzione post-terremoto, la lotta al dissesto idrogeologico, la sicurezza, l’aumento del tasso di natalità, la riconversione verso marchi italiani.
Il ministro per gli Affari Europei, Amendola, ha evidenziato che nessun paese europeo ha ancora presentato il piano di ripresa e che il Parlamento italiano è il primo a discuterne l’impostazione. Il Governo, che ha iniziato a coinvolgere le Regioni, avvierà i colloqui informali con la Commissione europea la prossima settimana, il piano definitivo sarà presentato l’anno prossimo. Pur non accogliendo la proposta di risoluzione dell’opposizione, il ministro si è impegnato a seguire un percorso parlamentare condiviso per progettare un’Italia migliore.
Hanno svolto dichiarazione di voto a sostegno della risoluzione di maggioranza, che recepisce le linee guida, i sen. Steger (Aut), Nadia Ginetti (IV-PSI), Errani (Misto-LeU), Pittella (PD) e Lorefice (M5S).
I sen. Fazzolari (FdI), Pichetto Fratin (FI) e Candiani (L-SP), in attesa della presentazione del piano vero e proprio, hanno annunciato l’astensione sulle linee guida e hanno dichiarato voto favorevole alla risoluzione d’opposizione.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Conte, ha reso comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre 2020: il prossimo Consiglio europeo esaminerà la situazione epidemiologica e discuterà del coordinamento degli interventi e della distribuzione del vaccino. Le misure nazionali devono contare su un quadro europeo di sostegno efficace e rispettoso delle competenze nazionali. Dopo la risposta ambiziosa del Next generation EU, occorre lavorare con lealtà all’attuazione della normativa e al quadro finanziario. Il progetto di rilancio è un’occasione senza precedenti per riportare l’Italia su un sentiero di crescita sostenibile e inclusiva: il 40 per cento degli investimenti saranno destinati alla sostenibilità ambientale, il 20 per cento alla digitalizzazione. Le risorse dovranno essere concentrate su obiettivi qualificanti e ogni progetto andrà riferito a un soggetto istituzionale responsabile. Il Governo varerà un provvedimento specifico, che sarà sottoposto al Parlamento, in tema di esecuzione e monitoraggio dei progetti. E’ auspicabile che la leale collaborazione fra i Gruppi parlamentari possa conservarsi in vista del prossimo scostamento di bilancio. Quanto agli altri punti dell’agenda europea, nel negoziato con Londra l’Italia sostiene l’unità della UE, un partenariato ambizioso con il Regno Unito, la piena attuazione dell’accordo di recesso, il rispetto del protocollo d’Irlanda. Al vertice europeo sono previsti, infine, un dibattito di orientamento sul cambiamento climatico e le conclusioni sui rapporti con l’Africa: l’Italia sostiene un partenariato ampio e paritario, che preveda una migliore cooperazione in materia migratoria e nella soluzione delle crisi regionali.
Alla discussione hanno partecipato i sen. Monti (Misto), Rosa Silvana Abate, Marco Pellegrini, Ferrara (M5S), Gasparri, Paola Binetti (FI), Romeo, Bagnai (L-SP), Cattaneo (Aut), Laura Garavini (IV-PSI), Ruspandini (FdI), Laforgia (Misto-LeU), Zanda (PD).
Pur augurandosi che i fondi europei siano disponibili, l’opposizione ha evidenziato che lo strumento Next generation EU non è ancora operativo, il negoziato procede lentamente e faticosamente e anche sul bilancio europeo si registrano difficoltà; per maggiore trasparenza a correttezza bisognerebbe inoltre spiegare ai cittadini che i prestiti erogati comporteranno sacrifici (maggiori entrate e minori spese).
Dopo che il Presidente del Consiglio ha espresso parere favorevole sulla proposta di risoluzione di maggioranza e contrario su quella dell’opposizione, hanno svolto dichiarazione di voto i sen. Casini (Aut) e Renzi (IV-PSI), che hanno rivolto un appello alle opposizioni per approvare lo scostamento di bilancio; i sen. Ciriani (FdI) Schifani (FI) e Salvini (L-SP) hanno sottolineato che la collaborazione presuppone ascolto e coinvolgimento denunciando l’abuso di DPCM e la blindatura dei decreti-legge; la sen. Loredana De Petris (Misto-LeU) ha evidenziato il nesso tra pandemia e cambiamenti climatici, il sen. Marcucci (PD) ha auspicato il ricorso al Mes, il sen. Perilli (M5S) ha evidenziato il ruolo del Governo nella svolta della politica europea e ha ribadito la contrarietà al Mes. (La seduta è terminata alle ore 21:30).
Mercoledì 14 l`Aula si è riunita alle ore 10:30 e l’Assemblea ha avviato la discussione congiunta del documento Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2020 (doc. LVII, n. 3-bis) dell’annessa Relazione al Parlamento sullo scostamento dall’obiettivo di medio periodo, predisposta ai sensi dell’articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (voto a maggioranza assoluta dei componenti del Senato).
Il relatore, sen. Dell’Olio (M5S), ha illustrato i due documenti. La Nota aggiorna le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica, nonché gli obiettivi programmatici, la Relazione aggiorna il piano di rientro del rapporto debito/Pil. Le revisioni al ribasso delle stime riflettono la contrazione dell’economia, conseguente al blocco del commercio mondiale e all’aumento del prezzo del petrolio. Degli effetti della pandemia hanno risentito in particolare le esportazioni verso i Paesi extra UE; il mercato del lavoro ha subito una contrazione significativa; a causa del crollo del Pil, il rapporto debito/Pil sale al 158 per cento. Nei mesi di maggio e giugno si è registrata una ripresa graduale, ma con un andamento disomogeneo. La Nota disegna in modo prudenziale due scenari: uno tendenziale che tiene conto della flessione reale del Pil (-9 per cento), del decreto espansivo di agosto (+5,1 per cento del 2021), della gestione controllata dei focolai, della probabile distribuzione dei vaccini nella primavera del prossimo anno, e prevede un ritorno del Pil ai livelli precrisi nel 2023. L’ufficio parlamentare del bilancio ha validato le previsioni, pur sottolineando i profili di rischio e le incertezze legate all’andamento della pandemia. Lo scenario programmatico considera invece l’accesso ai fondi del Next Generation EU, il piano di resilienza, gli effetti dei provvedimenti di sostegno alla ripresa negli anni 2021-2023. Fra gli obiettivi della politica di bilancio figurano: il sostegno ai lavoratori e ai settori più colpiti, l’utilizzo dei fondi europei, il rafforzamento degli interventi per il mezzogiorno, la riforma fiscale (taglio del cuneo e dei versamenti contributivi al Sud, assegno unico universale per i figli), investimenti in ricerca, formazione, digitalizzazione e sostenibilità ambientale. L’obiettivo di indebitamento netto è fissato al 7 per cento nel 2021, al 4,7 per cento nel 2022 e al 3 per cento nel 2023.
Alla discussione hanno partecipato i sen. Roberta Toffanin, Saccone, Ferro (FI), Donatella Conzatti, Annamaria Parente (IV-PSI), De Bertoldi, Isabella Rauti (FdI), Monti (Misto), Manca, D’Alfonso, Nannicini (PD), Briziarelli, Erica Rivolta (L-SP), Lannutti (M5S).
In replica il relatore ha precisato che il contrasto all’evasione fiscale, stimata in 100 miliardi di euro, è finalizzato alla creazione di un fondo per la riforma fiscale. Ha sottolineato l’impegno a spendere in modo efficace ed efficiente le risorse europee, nonostante i costi di costruzione in Italia siano più alti. Ha condiviso l’esistenza di un problema demografico e la necessità di intervenire sugli oneri di sistema; ha infine auspicato il supporto di tutte le forze politiche.
La relatrice di minoranza, sen. Ferrero (L-SP), ha rilevato la tendenza del Governo a drammatizzare la situazione sanitaria e a sottovalutare l’emergenza economica. La maggioranza tende a minimizzare le difficoltà della negoziazione europea, enfatizza i concetti di parità di genere, inclusione e transizione verde ma difetta di concretezza. Nelle dichiarazioni di voto favorevoli alla proposta di risoluzione di maggioranza, il sen. Steger (Aut) ha affermato che l’efficienza dell’amministrazione pubblica, l’equità del fisco e la riforma della giustizia sono i pilastri della crescita; il sen. Faraone (IV-PSI) ha segnalato le difficoltà della pandemia anche rispetto alle votazioni in Parlamento, ha auspicato un voto unitario sullo scostamento; il sen. Errani (Misto-Leu), dopo aver ricordato che gli scostamenti hanno evitato che all’emergenza sanitaria si saldasse un’emergenza sociale; il sen. Mirabelli (PD) ha manifestato fiducia nell’acceso ai fondi europei e ha auspicato la proroga del superbonus; il sen. Pesco (M5S) ha sottolineato che nessun organismo è in grado di fare previsioni.
Nelle dichiarazioni di voto dell’opposizione, il sen. Calandrini (FdI) ha negato sostegno al Governo, rilevando che la Nota prevede aiuti a pioggia. Il sen. Damiani (FI) ha annunciato l’astensione sullo scostamento, rilevando che il Governo non ascolta le proposte della minoranza. Per senso di responsabilità il sen. Romeo (L-SP) ha dichiarato l’astensione sullo scostamento: un vero accordo politico implica che vi sia collaborazione.
Giovedì 15 l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 9:30. La presidente Alberti Casellati ha ricordato la figura di Jole Santelli, Presidente della Regione Calabria, deputata della Repubblica dal 2001 al 2020, prematuramente scomparsa la scorsa notte, dopo una lunga malattia. Nella commozione generale, sono intervenuti in ricordo della Santelli, donna forte e tenace, i sen. Anna Maria Bernini (FIBP), Daniela Santanché (FdI), Erika Rivolta (L-SP), Loredana De Petris (LeU), Gelsomina Vono (IV), Morra (M5S), Pittella (PD) e Bressa (Aut).
L’Assemblea ha ripreso l’esame congiunto del ddl n. 1721, Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2019, e connessi Doc LXXXVI n. 3 e Doc LXXXVII n. 3, Relazioni (programmatica e consuntiva) sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea, relative all’anno 2019.
Nella seduta del 7 ottobre, dopo le relazioni del sen. Pittella (PD) sulla legge di delegazione europea, che dà attuazione a 38 direttive e adegua l’ordinamento a 18 regolamenti, e della sen. Gaudiano (M5S) sulle relazioni programmatica e consuntiva, è iniziata la discussione generale (comunicato n. 262), che si è conclusa oggi con gli interventi dei sen. Bossi Simone (L-SP) e Rosa Silvana Abate (M5S). Il sen Bossi, dopo aver stigmatizzato la fretta con cui si è proceduto all’esame in Commissione, ha evidenziato il mancato riferimento nel testo alle ricadute dell’emergenza pandemica sul tessuto economico, produttivo, sanitario e sociale, auspicando che la Camera intervenga in tal senso. La sen. Abate si è soffermata sull’ambito agricolo, per anni trascurato e oggi sempre più settore strategico, chiedendo al Governo la massima attenzione rispetto alla destinazione dei fondi del recovery fund. Alle ore 15 si sono svolte interrogazioni a risposta immediata.
Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Di Maio, ha risposto alle interrogazioni sul sequestro dei pescatori di Mazara del Vallo a 35 miglia da Bengasi [interrogazioni 3-01980, illustrata dal sen. Faraone (IV-PSI), 3-01978, illustrata dal sen. Urso (FdI), 3-01972, illustrata dal sen. De Bonis (Misto), 3-01979 illustrata dalla sen. Papatheu (FI), 3-01975, illustrata dal sen. Iwobi (L-SP)].
Riportare a casa prima possibile i pescatori sequestrati è una priorità del Governo; la discrezione e il riserbo della Farnesina è d’obbligo in questa circostanza per tutelare l’incolumità dei connazionali. La condanna nei confronti di Bengasi è stata espressa; la particolarità di questo caso deriva dalla circostanza che l’autorità libica, che ha dichiarato unilateralmente la propria competenza su una fascia marittima, non è riconosciuta internazionalmente. L’intelligence e la diplomazia sono al lavoro e il Governo ha chiesto collaborazione anche ai partner che hanno influenza su Bengasi. I pescatori si trovano in buone condizioni, non sono detenuti in carcere, sono trattati in modo corretto e hanno ricevuto le medicine di uso abituale.
Il Governo sta seguendo la vicenda con la massima attenzione; il sequestro dei pescherecci sarebbe avvenuto per violazione di confini; il Ministro ha escluso un collegamento fra il sequestro e la sua visita in Libia il 1° settembre e ha precisato che il Ministero aveva segnalato la pericolosità di quelle acque. In questo momento non è possibile stringere accordi con un Paese in guerra e lacerato.
L’Aula riprenderà i lavori martedì 20 ottobre.
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