7GIORNI IN SENATO/ Percorso a ostacoli per la riforma del Terzo settore

provenzanodi FRANCESCO MARIA PROVENZANO –

Martedì 22 marzo, alle ore 15,  in apertura di seduta il vice presidente Gasparri ha evidenziato la valenza simbolica degli attentati terroristici di Bruxelles contro l’Europa e i suoi valori; ha quindi auspicato una risposta corale e ferma. Ha poi ricordato le sette studentesse italiane che, domenica scorsa, hanno perso la vita nell’incidente stradale in Spagna.

L’Assemblea ha poi ripreso l’esame, nel testo proposto dalla Commissione, del ddl n. 1870: delega al governo per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale, già approvato dalla Camera dei deputati. Nella seduta antimeridiana di giovedì 17 marzo il relatore, senatore Lepri (PD), ha illustrato il provvedimento e ha preannunciato un emendamento del governo volto a istituire la fondazione Italia sociale. L’articolo 1 delega il governo ad adottare, entro un anno, uno o più decreti di riforma del Terzo settore, al fine di sostenere l’autonoma iniziativa dei cittadini che concorrono, anche in forma associata, a perseguire il bene comune, ad elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale. Per Terzo settore si intende il complesso di enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, che promuovono e realizzano, in attuazione del principio di sussidiarietà, attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita, di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi. L’articolo 2 richiama, tra i principi generali della delega, la garanzia più ampia del diritto di associazione, il riconoscimento dell’iniziativa economica privata che concorra ad elevare la tutela dei diritti civili e sociali, la tutela dell’autonomia statutaria, la semplificazione della normativa vigente. L’articolo 3 riguarda il riordino del titolo II del libro primo del codice civile. L’articolo 4 riguarda il riordino e la revisione della disciplina e del codice del Terzo settore. L’articolo 5 definisce attività di volontariato, promozione sociale e mutuo soccorso. L’articolo 6 precisa che l’impresa sociale, quale organizzazione che destina i propri utili prioritariamente allo svolgimento delle attività statutarie in analogia con le cooperative a mutualità prevalente, adotta modalità di gestione responsabili e trasparenti, favorisce il coinvolgimento dei dipendenti e utenti, rientra a pieno titolo nel complesso degli enti del Terzo settore. L’articolo 7 riguarda le funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo pubblico sugli enti del Terzo settore che sono esercitate dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali in collaborazione con il Dipartimento della protezione civile. L’articolo 8 istituisce il servizio civile universale che, finalizzato alla difesa non armata della patria, viene aperto anche agli stranieri regolarmente soggiornati in Italia. L’articolo 9 mira a ridefinire e semplificare le misure agevolative e di sostegno e la fiscalità di vantaggio. L’articolo 10 reca disposizioni finanziarie e finali. L’articolo 11 prevede una relazione annuale alle Camere.

Respinta la pregiudiziale di costituzionalità dei senatori Calderoli (LN) e altri, è iniziata la discussione generale, alla quale hanno partecipato Liuzzi e Bruni (CoR); Laura Bottici, Rosetta Blundo, Airola, Puglia (M5S); Paola Pelino, Piccoli, Marin (FI-Pdl); Manuela Granaiola, Nerina Dirindin, Nicoletta Favero (PD); Silvana Comaroli (LN); Alessia Petraglia (SI-SEL) e Sacconi (AP). Sono state rivolte critiche alla genericità della delega e all’impostazione economicistica del ddl, che non valorizza la partecipazione attiva e l’autorganizzazione dei cittadini e detta norme ambigue sull’impresa sociale, che andrebbe nettamente distinta dalle associazioni di volontari.

In replica il sottosegretario al Lavoro e le Politiche sociali, Bobba, ha evidenziato che la finalità principale del ddl è dare attuazione al principio di sussidiarietà, sancito dall’articolo 118 della Costituzione: la Repubblica favorisce l’iniziativa dei cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale. Ha precisato, inoltre, che l’obbligo di iscrizione al registro unico, per godere di vantaggi fiscali, è volto a garantire maggiore trasparenza e che il governo, con le due ultime leggi di stabilità e con i fondi istituiti dal ddl, ha stanziato complessivamente 900 milioni di euro per il Terzo settore. Ha affermato, infine, che la revisione del servizio civile e la revisione della normativa sulle imprese con finalità sociali sono punti qualificanti della delega. La seduta è terminata alle 20,20.

Appena uscito dalla Commissione ho incontrato il senatore Sergio Puglia del M5s, che mi ha detto testualmente: “In X Commissione proseguono i lavori sul ddl Concorrenza. Il provvedimento dovrebbe dare ai consumatori strumenti per poter ampliare la scelte dei servizi da chiedere al mercato e per avere tariffe e prezzi più vantaggiosi. In tema rc auto la maggioranza si è completamente prostrata alle richieste delle Imprese di assicurazione. Difatti ha reso più complicato burocraticamente l’iter per dimostrare il danno, ha allungato i tempi per l’azione giudiziale per chiedere il risarcimento, vuole cancellare lo sconto per gli automobilisti virtuosi ed onesti residenti in regioni dove il costo delle tariffe è altissimo. Insomma già  i primi 15 articoli, che sono quelli in materia di rc auto, sono un flop per gli interessi dei consumatori ma sono pioggia di benefici per le imprese assicurative. Mi rendo conto che fintanto non andiamo noi al governo nulla cambierà”.

Mercoledì 23 l’Aula, riunitasi alle ore 9,30, ha proseguito la discussione del testo proposto dalla Commissione Affari costituzionali di delega al governo per la riforma del Terzo settore. Nella seduta odierna l’Assemblea ha approvato l’articolo 5 che riguarda le attività di volontariato, promozione sociale e mutuo soccorso. La Commissione ha introdotto criteri specifici per favorire le organizzazioni di soli volontari e per rivedere il sistema, la gestione e la programmazione dei centri di servizio per il volontariato. Il sistema degli Osservatori sarà superato con l’istituzione del Consiglio nazionale del terzo settore. In Aula sono stati approvati gli emendamenti del relatore e gli emendamenti  del senatore Cuomo (PD), della senatrice Petraglia (SI-SEL) e della senatrice Dirindin (PD).

L’Assemblea è passata poi all’esame dell’articolo 6: esso precisa che l’impresa sociale, quale organizzazione che destina i propri utili prioritariamente allo svolgimento delle attività statutarie, in analogia con le cooperative a mutualità prevalente, adotta modalità di gestione responsabili e trasparenti, favorisce il coinvolgimento dei dipendenti e utenti, rientra a pieno titolo nel complesso degli enti del Terzo settore. Dopo che a favore della soppressione dell’articolo si sono pronunciati Luigi Marino (AP), Crimi (M5S), Falanga (AL), Petraglia (SI-SEL), D’Ambrosio Lettieri (CoR), Consiglio (LN) e D’Alì (FI-PdL), il sottosegretario Pizzetti ne ha chiesto l’accantonamento. Alla luce di questa decisione, i senatori Palma (FI-PdL) e Volpi (LN) hanno rilevato che la maggioranza di governo è mutata perché il Gruppo AL-A (Verdini) ne fa parte organicamente. All’articolo 7, che riguarda le funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo pubblico degli enti del Terzo settore, è stato approvato l’emendamento del relatore che prevede che il ministero del Lavoro promuove forme di autocontrollo degli enti del terzo settore sulla base di apposito accreditamento delle reti associative di secondo livello, anziché sulla base di convenzioni. La presidenza ha stabilito che la votazione dell’articolo nel complesso avverrà dopo l’approvazione dell’articolo 6.

Approvata la proposta di Schifani (AP) di riprendere l’esame dell’articolo 6, il relatore  Lepri (PD) ha rettificato il parere già espresso, dichiarandosi favorevole all’emendamento della senatrice Dirindin (PD) che prevede forme di remunerazione del capitale sociale nei limiti massimi previsti per le cooperative a mutualità prevalente. Nella votazione dell’emendamento del senatore Galimberti (FI-PdL), volto a distinguere nettamente l’attività sociale dall’attività commerciale, prevedendo che gli utili siano destinati esclusivamente, anziché prioritariamente, alle attività statutarie, è mancato il numero legale. Date le circostante, il seguito dell’esame è stato rinviato ad una data che sarà decisa dalla Conferenza dei capigruppo, convocata per mercoledì 30 marzo alle ore 10. La seduta è terminata alle ore 14.

Questa rubrica riprenderà dopo le festività pasquali, il 30 marzo. A tutti i lettori gli auguri di una Felice Pasqua.

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