Una ondata di azioni terroristiche, l’una a breve distanza di tempo dall’altra, è stata messa in atto oggi da miliziani dell’Isis o da elementi che si richiamano al cosiddetto Stato islamico di Siria e Iraq, eredi spirituali dei talebani ma con spirito ancor più sanguinario perché queste belve umane colpiscono alla cieca, sia luoghi di culto, sia località turistiche, uccidendo persone innocenti, sia oggetto di loro vendette personali, come pèare dia accaduto in particolare in Francia, a poca distanza dalla città di Lione.
L’ATTACCO IN TUNISIA – Nuovo attentato in Tunisia, a tre mesi dalla strage al museo del Bardo. A Sousse, importante centro turistico, colpi di arma da fuoco sono stati esplosi sulla spiaggia davanti a due hotel, uno di questi l’Imperial Marhaba. Il bilancio è di almeno 37 vittime, tra questi almeno 7 stranieri di nazionalità tedesca, britannica e belga. Lo riferisce il ministero della Salute tunisino. Un attentatore è stato ucciso dalla polizia. Panico tra gli ospiti degli hotel che si sono rifugiati dentro le stanze. Un uomo della sicurezza presente sulla scena ha raccontato che un uomo armato di kalashnikov ha aperto il fuoco sulla spiaggia. Un secondo presunto terrorista- riferiscono i media locali che hanno anche diffuso le foto dell’uomo, visibile tra due poliziotti – è stato arrestato. In seguito, è stata arrestata una terza persona. Ma sul numero dei responsabili della strage non c’è ancora chiarezza. L’attentatore ucciso era uno studente non conosciuto alle forze dell’ordine, originario di Qayrawan, nel centro del Paese, una delle città sante dell’Islam e sede della più antica moschea del Maghreb. Lo riferisce il segretario di Stato tunisino per gli Affari di sicurezza, Rafik Chelly, citato dai media locali. La dinamica dell’assalto però è ancora confusa. Secondo quanto riferito dal portavoce del ministero dell’Interno tunisino, Mohamed Ali Aroui, un terrorista “è entrato dal retro dell’hotel e ha aperto il fuoco”. Rafik Chelly ha più tardi parlato di un solo assalitore “arrivato dalla spiaggia e vestito come un bagnante, con in mano un ombrellone sotto cui nascondeva l’arma da fuoco”. Alcuni testimoni, infine, hanno raccontato di un commando giunto via mare sulla costa. “Sono arrivati in barca. Dalla spiaggia, poi, si sono diretti verso l’hotel”, ha spiegato un turista russo, Pyotr Chervonets, alla Bbc in lingua russa. Certo è che, improvvisamente, sul litorale si è scatenato il muro di fuoco di un kalashnikov. “Abbiamo sentito degli scoppi come di petardi. Pensavamo che qualcuno stesse festeggiando. Ma molto rapidamente ci siamo accorti del panico che c’era nel resort accanto a noi”, è la testimonianza resa a Sky news da Gary Pine, turista britannico. “Era circa mezzogiorno e ho visto a circa 500 metri da me una piccola mongolfiera venire giù e poi subito una sparatoria. Poi ho visto alcune persone correre verso di me, io pensavo fossero fuochi d’artificio”, ha raccontato una donna irlandese che ha fatto appena in tempo a raccogliere i suoi figli dall’acqua per poi rifugiarsi in hotel. “Ho pensato, ‘oh mio Dio, sembrano colpi d’arma da fuoco’, così sono corsa in mare, ho acchiappato i miei figli e le nostre cose e mentre correvo verso l’hotel i camerieri e il personale gridavano ‘correte! correte’! Cosi’ siamo corsi verso il nostro bungalow e siamo ancora intrappolati qui dentro. Non sappiamo che cosa stia succedendo”. Sousse, situata sulla costa centro-orientale tunisina, è capoluogo del governatorato omonimo, terza città tunisina per popolazione, uno dei poli turistici più importanti del Paese e la sua Medina è stato inserito nel Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. La Tunisia era già in allerta elevata dopo la strage al museo Bardo di Tunisi dello scorso marzo, in cui morirono 24 persone, fra cui quattro italiani. Anche la località di Sousse, in passato, era finita nel mirino dei terroristi: alla fine di ottobre del 2013, un kamikaze si fece esplodere sulla spiaggia davanti al Rihad Palm, uno degli hotel più famosi della città. Nell’attentato morì solo il kamikaze e nessuno rimase ferito. – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Tunisia-spari-sulla-spiaggia-a-Sousse-davanti-a-hotel-almeno-28-morti-ucciso-attentatore-97ba06bf-73cf-4db1-a28d-adb31dbe74c7.html
L’ATTENTATO A KUWAIT CITY – E’ salito ad almeno 25 il numero dei morti nell’attentato – rivendicato dalle milizie jihadiste sunnite dello Stato Islamico (Isis) – contro la moschea sciita di al-Imam al-Sadeq, a Kuwait City: lo hanno reso noto fonti governative dell’emirato; i feriti sarebbero oltre 200. In un comunicato diffuso dall’organizzazione la “Provincia di Najd”, che si è di recente autodefinita la branca saudita dell’Isis, i jiahdisti hanno identificato l’attentatore suicida come Abu Suleiman al-Muwahhid. La moschea sarebbe stata scelta come obiettivo perché “diffondeva gli insegnamenti sciiti tra la popolazione sunnita”; la “Provincia di Najd” aveva già rivendicato nel maggio scorso altri due attacchi contro la comunità sciita.
L’ASSALTO A LIONE – L’attentato allo stabilimento Air Products di Saint-Quentin-Fallavier, nella regione dell’Isère, a una mezz’ora di strada da Lione, è stato un attacco terroristico. Lo ha confermato il presidente francese Francois Hollande prima di rientrare da Bruxelles. Per l’attacco, su cui si allunga l’ombra del gruppo jihadista dello Stato islamico, sono stati fermati almeno due uomini: almeno uno era noto ai servizi, che lo hanno sorvegliato dal 2006 al 2008 per atti di radicalismo e che potrebbe essere vicino alle frange salafite, ha aggiunto il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve sul posto. “L’intento dell’attacco era senza dubbio di causare un’esplosione. E’ stato un attacco terroristico – ha spiegato Hollande che ha convocato il Consiglio di difesa al suo rientro a Parigi – L’inchiesta è ancora in corso ed è stata affidata alla Procura antiterrorismo. Per questo chiedo il massimo riserbo”.
L’uomo fermato “risiede non lontano da Isère. Dal 2006 al 2008 era stato sotto osservazione ma poi non era noto per atti terroristici. Nel 2006 si era reso protagonista di episodi di radicalismo e forse apparteiene a frange salafite, ma i servizi non lo avevano identificato mai perché non aveva preso parte ad attività terroristiche”, ha spiegato Cazeneuve. “Sotto mia responsabilità ho attivato il dispositivo di tutela degli obiettivi sensibili e dei luoghi di culto che permette di garantire la sicurezza dei cittadini francesi che sono vittime o obiettivo di questi attacchi”, ha aggiunto il ministro. Resta ancora ignota l’identità dell’uomo il cui corpo con la testa mozzata è stato trovato nel cortile dello stabilimento. La testa, coperta da scritte arabe, “non ancora tradotte”, come sottolineato dal ministro dell’Interno, era infilzata nel recinto del cortile dell’impianto classificato Seveso perché utilizza sostanze pericolose per la salute. “Esprimo solidarietà nei confronti della vittima”, ha detto il presidente francese. Secondo le indagini non è ancora chiaro se il corpo con la testa mozzata sia stato portato sul luogo o se la decapitazione sia avvenuta nello stabilimento. “Solidarietà è stata espressa anche a me in seno al Consiglio europeo, perché i leader europei sanno che potrebbe succedere in altri Paesi. La prima reazione a qjuesti fatti è stata emotiva ma l’emotività non può essere la risposta: bisogna evitare di fare divisioni inutili e sospetti intollerabili. Dobbiamo proteggere i francesi e stabilire la verità, eliminando i gruppi e gli individui responsabili di atti simili”, ha spiegato Hollande. Il bilancio dell’attentato è di un morto e due feriti. “Secondo i primi rilievi uno o più individui a bordo di un veicolo sono entrati nello stabilimento” e subito dopo “c’è stata un’esplosione”, ha dichiarato una fonte. Per questo motivo la polizia e i servizi cercano un altro uomo o possibili complici dell’attentato.
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