Inchiesta sulla Consip (la centrale acquisti della pubblica amministrazione): anche il ministro Lotti tra gli indagati

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 25-02-2014 Roma Politica Camera dei Deputati - Fiducia governo Renzi Nella foto Luca Lotti, Matteo Renzi Photo Roberto Monaldo / LaPresse 25-02-2014 Rome (Italy) Chamber of Deputies - Vote of confidence on Renzi's Government In the photo Luca Lotti, Matteo Renzi
Luca Lotti sul banco del governo alla Camera con Renzi (Foto Roberto Monaldo)

Anche Luca Lotti, ministro dello Sport con delega per i fondi all’editoria, ma soprattutto ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Renzi, è indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento nell’ambito dell’indagine avviata dalla Procura di Napoli sulla corruzione in Consip (che è la centrale acquisti della pubblica amministrazione). Il fascicolo contenente le ipotesi di reato sulla fuga di notizie è stato stralciato dal filone principale sulla corruzione (che vede indagati Alfredo Romeo e il dirigente della Consip Marco Gasparri) ed è finito a Roma per competenza territoriale. A decidere il destino dell’uomo più vicino al segretario del Pd ora sarà il procuratore Giuseppe Pignatone.

L’indagine a suo carico prende le mosse dalle dichiarazioni del suo amico Luigi Marroni, ex assessore alla sanità della Regione Toscana, messo poi da Renzi a capo della Consip, interrogato come persona informata dei fatti, ha chiamato in causa anche il generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia, comandante della Legione Toscana, indagato per le stesse ipotesi di reato. Ma nella lista figura anche il comandante generale dell’Arma Tullio Del Sette, per essersi lasciato sfuggire una informazione sull’inchiesta.

Tutto sarebbe nato – rivela  Marco Lillo sul Fatto Quotidiano – da una bonifica ambientale contro le microspie. “L’amministratore della Consip, Luigi Marroni, poche settimane fa – riferisce il giornalista – incarica una società di rimuovere eventuali cimici dai suoi uffici. La caccia va a segno. Le microspie vengono rimosse, Marroni e compagni azionano mentalmente il rewind, cercano di pensare a discorsi, incontri e parole dette. Martedì i carabinieri del Noe e i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Napoli entrano in via Isonzo per acquisire i documenti in Consip per l’inchiesta relativa al più grande appalto in corso in Europa, il facility management 4, una torta enorme da 2,7 miliardi di euro divisa in lotti, tre dei quali prossimi a finire anche alle società di Alfredo Romeo. Lo stesso giorno – riferisce sempre Il Fatto – i pm Henry John Woodcock, Celeste Carrano ed Enrica Parascandolo sentono a sommarie informazioni anche Marroni, il quale all’inizio minimizza, ma quando intuisce che i pm potrebbero avere elementi precisi, grazie a pedinamenti e intercettazioni ambientali, fa i nomi”.

Marroni – secondo la ricostruzione fatta da Marco Lillo – “dice di avere saputo dell’indagine dal presidente di Consip Luigi Ferrara, che a sua volta era stato informato dal comandante Tullio Del Sette. Poi aggiunge altri nomi. I più importanti sono Lotti e il generale Emanuele Saltalamacchia, suoi amici. Entrambi lo avrebbero messo in guardia dall’indagine che ora si scopre essere imbarazzante per Tiziano Renzi (ndr: padre di Matteo).

“Marroni – commenta il giornalista – potrebbe anche avere travisato le frasi dei suoi interlocutori o potrebbe ricordare male. Come si spiega, però, il suo ritrovamento delle cimici dopo i colloqui con gli amici toscani? In questa storia le cose sono due: o Marroni ha capito male ed è stato molto “fortunato” a pescare le cimici o qualcuno mente”.

Naturalmente l’inchiesta è in una fase iniziale e tutte le persone citate sono da considerare innocenti fino a prova contraria e potrebbero essere vittime di citazioni errate  o vuoti di memoria. Sta ora alla magistratura romana inquirente stabilire come stanno le cose.

La reazione di Lotti. Il ministro  ha reagito alle notizie del Fatto quotidiano con questo post su Facebook: “Sarei indagato per rivelazioni di segreto d’ufficio. E’ una cosa che semplicemente non esiste. Inutile stare a fare dietrologie o polemiche. Sto tornando a Roma per sapere se la notizia corrisponde al vero e, in tal caso, per chiedere di essere sentito oggi stesso”.

A quanto si apprende, il procuratore Pignatone gli ha fatto sapere che la giustizia ha i suoi tempi e quindi Lotti deve avere pazienza.

 

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