di FABIO CAMILLACCI/ Sarà ancora Juventus-Napoli. E’ questa infatti la prima semifinale di Coppa Italia: dopo i partenopei che hanno battuto 1-0 la Fiorentina, eliminandola al San Paolo grazie a un gol di Callejon, superano i quarti di finale anche i bianconeri sconfiggendo 2-1 il Milan allo Stadium. Per la prima volta in questa stagione, dunque, la Vecchia Signora riesce a esorcizzare il “Diavolo” che l’aveva fatta piangere al Meazza in campionato e a Doha in Supercoppa.
La gara. Dominio juventino nei primi 45 minuti, 2-0: apre Dybala, raddoppia Pjanic su punizione dalla sua mattonella preferita. Ripresa: non passano nemmeno due minuti tra il gol di Bacca che accorcia le distanze e l’espulsione di Locatelli, che mostra tutti i suoi 19 anni nell’ingenua entrata su Dybala, nonostante fosse già stato ammonito: doppio giallo e conseguente rosso per il giovane milanista. E così la speranza del Milan di riaprire subito la partita perde subito consistenza. Neto deve parare solo una punizione di Kucka e un tiro-cross dell’interessante neoacquisto Deulofeu, mentre è la Juve, che chiude col modulo 4-4-1-1 a mancare per due volte il 3-1 con Mandzukic: nella prima occasione per sfortuna, nella seconda per l’imprecisione di Supermario. Senza contare il consueto prodigio di Donnarumma sul destro di Pjanic.
Perchè ha vinto la Juventus. Perché ha saputo concretizzare da subito una superiorità evidente, negli uomini e nel gioco. I gol nei primi 21′ di Dybala (altro esorcismo riuscito, gol pesante dopo l’infortunio di San Siro e gli sprechi di Doha), e Pjanic, hanno permesso ai bianconeri di gestire la gara, abbassandosi e lasciando fare la partita al Milan. Allegri ha riproposto il 4-2-3-1 visto con la Lazio, con gli stessi interpreti da centrocampo in su, Barzagli e Rugani titolari in difesa. La Juventus non ha nemmeno avuto bisogno di produrre troppe fiammate, trovando il gol alla prima occasione. Si apre già il dibattito: questo modulo sarà riproponibile in Champions? Di sicuro l’uomo chiave è l’attaccante Mandzukic: lo trovi a ripiegare su Kucka e ad avviare l’azione del primo gol con la consueta magistrale spizzata.
Perchè ha perso il Milan. Perchè stavolta i rossoneri non sono riusciti a imbrigliare la Juventus. La catena di destra è andata subito in sofferenza contro Mandzukic e le discese di Asamoah, bravi a mettere in mezzo Abate. Sotto dopo 10′, i rossoneri sono stati chiamati a fare la partita e a produrre gioco. Quello che sanno fare meno bene, perché la qualità dei centrocampisti e anche dei difensori centrali in impostazione non è certo sopraffina. Quello che non manca è lo spirito: sotto di due gol come a Torino coi granata e col Napoli, la squadra non ha mai smesso di provarci, tenendo aperta la partita fino al 93′. E senza il rosso a Locatelli, la qualificazione della Juve sarebbe stata meno agevole. Da segnalare i 10′ finali d Deulofeu, entrato per Bacca. Promette bene il 22enne attaccante spagnolo arrivato in prestito dall’Everton. Talento e velocità ci sono.
Le reti. Dopo 10′ la difesa del Milan collassa troppo al centro sul cross di Asamoah e il tocco di Cuadrado libera Dybala, perfetto nel tiro di destro. Asamoah, vera alternativa ad Alex Sandro, entra anche nel secondo gol, guadagnandosi la punizione che Pjanic mette nel sette facendola pure sembrare facile. Dybala fallisce il controllo del possibile 3-0 e si va al riposo senza che il Milan abbia vagamente impensierito Neto. Nel gol rossonero, invece c’è tutto Bacca: una rete da bomber di razza. Il colombiano, fin lì irritante, produce una gran girata su un pallone vagante su svarione di Khedira. Sfortunatamente per il Milan, non ci saranno altre palle pulite per il colombiano, anche perchè i rossoneri un minuto dopo restano in 10. La settimana prossima gli altri due quarti di finale: martedi 31 gennaio Inter-Lazio, mercoledi 1 febbraio Roma-Cesena.
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