La notizia era nell’aria e puntualmente è arrivata. La procura di Cremona ha chiesto il rinvio a giudizio per il c.t. della Nazionale Antonio Conte alla chiusura dell’inchiesta sul calcioscommesse. L’accusa è di frode sportiva. Insieme al c.t. azzurro, chiesto il rinvio a giudizio anche per altri 103 indagati, tra cui: Mauri, Signori e Colantuono (per Crotone-Atalanta del 2012). Sono 60 le partite per cui c’è un’imputazione. Erano in origine circa 200 i match in odore di combine, ma in alcuni casi non si sono raggiunti sufficienti indizi per arrivare a un dibattimento. Otto sono risultate invece le partite prescritte, tra queste figura anche Napoli-Chievo del 31 maggio 2009 finita 3-0.
La gara incriminata che mette nei guai il c.t. azzurro. Per Conte, la richiesta di rinvio a giudizio riguarda la partita AlbinoLeffe-Siena del 29 maggio 2011, quanto Conte era allenatore della squadra toscana. Per quanto riguarda invece Novara-Siena il procuratore Roberto di Martino ha chiesto l’archiviazione, così come per l’originaria accusa di associazione a delinquere. Accusa che rimane per Cristiano Doni, Beppe Signori ed altri. Mentre per altri dieci indagati, per lo più stranieri, la richiesta di rinvio a giudizio interverrà tra alcuni giorni. Nella richiesta di rinvio a giudizio del c.t. si fa riferimento agli accordi sottoscritti tra gli allenatori della Federcalcio, in cui è previsto che l’allenatore debba “salvaguardare la condotta morale dei calciatori”. Obbligo del tecnico è anche quello di sorvegliare affinché i calciatori mantengano “una condotta consona ai principi di lealtà e probità”. Secondo le accuse, Antonio Conte non avrebbe rispettato certi doveri da allenatore.
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