La Commissione Ue ha dato il via alla seconda fase della procedura d’infrazione contro l’Italia e altri Paesi – Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna – per l‘inquinamento eccessivo da biossido d’azoto (NO2) riscontrato nell’aria di città come Roma, Milano, Torino (foto), Berlino, Londra e Parigi. Ai Paesi finiti nel mirino di Bruxelles è stato quindi inviato un parere motivato nel quale si contesta la violazione della direttiva Ue del 2008 e si chiede di spiegare entro due mesi come intendono mettersi in regola.
La Commissione europea, si legge in una nota, ha inviato un ultimo avvertimento a Germania, Francia, Spagna, Italia e Regno Unito perché “non hanno affrontato le ripetute violazioni dei limiti di inquinamento dell’aria per il biossido di azoto (NO2) che costituisce un grave rischio per la salute. La maggior parte delle emissioni provengono dal traffico stradale” e in particolare dai motori diesel. Se gli Stati membri non agiranno entro due mesi per mettere in campo “misure idonee” a risolvere il problema, si sottolinea nella nota, “la Commissione potrà decidere di deferirli alla Corte di giustizia dell’Ue”.
Bruxelles sollecita quindi l’Italia e gli altri Paesi “ad agire per garantire una buona qualità dell’aria e salvaguardare la salute pubblica” ricordando che più di 400 mila cittadini muoiono prematuramente nell’Ue ogni anno a causa della scarsa qualità dell’aria. Milioni di persone, inoltre, soffrono di malattie cardiovascolari e respiratorie causate dall’inquinamento atmosferico. Nel 2013 il persistere di elevati livelli di NO2 ha causato quasi 70 000 morti premature in Europa: pressoché tre volte il numero dei decessi causati da incidenti stradali nello stesso anno. La legislazione dell’Ue sulla qualità dell’aria ambiente (direttiva 2008/50/CE) stabilisce valori limite per gli inquinanti atmosferici, tra cui l’NO2; in caso avvengano superamenti, gli Stati membri sono tenuti ad adottare e attuare piani per la qualità dell’aria che stabiliscono misure adeguate a rimediarvi nel più breve tempo possibile. Il parere motivato odierno, per quanto riguarda l’Italia, si riferisce a persistenti violazioni dei valori limite per l’NO2 in 12 zone di qualità dell’aria, tra cui Roma, Milano e Torino e l’area padana.
Galletti, Ue riconoscerà nostro cambio di marcia
“Governo, Regioni e Comuni hanno già scelto di lavorare insieme per la qualità dell’aria e di farlo programmando misure finalmente strutturali, uscendo dalla logica delle risposte emergenziali. E’ chiaro a tutti che il problema dello smog non si risolve da un giorno all’altro: è il motivo per cui non può sorprendere l’apertura della seconda fase dell’infrazione, rispetto alla quale siamo del resto in buona compagnia in Europa. Siamo convinti che la Commissione riconoscerà il nostro cambio di marcia” ha detto Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente spiegando che “dalle misure previste nel protocollo per la qualità dell’aria di fine 2015 sono stati fatti notevoli passi in avanti per mettere in condizione le Regioni, che sono responsabili degli interventi, di operare con la massima rapidità”.
Il ministro spiega, in particolare, che “abbiamo reso disponibili 11 milioni per quei comuni che hanno attuato nei periodi di maggiore concentrazione di smog una serie di misure anti-inquinamento, così come sono in fase di valutazione i progetti presentati sul bando da 35 milioni per la mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro. Stiamo andando avanti pure sui 50 milioni per la realizzazione di infrastrutture tra cui le colonnine di ricarica elettrica, sull’acquisto nazionale centralizzato di mezzi pubblici ecologici e su tutto il fronte dell’efficienza energetica, una delle chiavi per risolvere il problema smog alla radice: tra questi i 250 milioni per le scuole, i 70 per gli edifici della Pa centrale, il fondo di efficienza energetica nazionale e ovviamente l’ecobonus esteso fino al 2021 e allargato ai condomini”.
Per quanto riguarda il bacino padano, “area per sua conformazione tra le più critiche sotto il profilo dell’inquinamento – spiega Galletti – il lavoro con le quattro regioni interessate sta dando i risultati, a partire dal decreto sulla certificazione di qualità delle ‘caldaiette’. L’attuazione della direttiva Nec e il relativo programma nazionale di riduzione delle emissioni – conclude Galletti – sarà un ulteriore tassello di un’azione mai cosi determinata per elevare la qualità ambientale dei nostri centri urbani”.
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