Il parlamento greco ha approvato nella notte (con 251 sì, 32 no e 8 astenuti) una mozione che permette alle proposte di riforme del governo Tsipras di essere usate come base per negoziati con i creditori internazionali (Ue, Bce e Fmi). Alcuni parlamentari del partito di governo Syriza si sono allontanati (fra questi l’ex ministro Varoufakis), astenuti o hanno votato contro.
Il piano proposto dal premier Alexis Tsipras offre riforme e tagli per 13 miliardi in due anni. In cambio Atene otterrebbe, secondo le ultime stime di fonti Ue, un prestito per un totale di 74 miliardi di euro. La proposta sarà esaminata all’Eurogruppo a Bruxelles.
Se i ministri delle Finanze daranno il loro via libera all’intesa non ci sarà bisogno dell’Eurosummit previsto per domenica. D’altronde il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha già preannunciato per oggi possibili “decisioni importanti” e, anche senza entrare nel merito, ha definito “un testo accurato” le proposte di Atene. Ieri si sono riunite le istituzioni creditrici (Fmi, Bce e Commissione Ue): un summit a 4 in teleconferenza che ha visto riuniti Christine Lagarde, Mario Draghi, Jean Claude Juncker e Dijsselbloem.
In caso di un accordo, le banche greche, secondo quanto riferisce la Reuters, avranno bisogno di una ricapitalizzazione dall’importo tra i 10 e i 14 miliardi di euro. Secondo fonti bancarie elleniche gli sportelli “dovrebbero riaprire entro la fine della prossima settimana se domenica ci sarà un’intesa con i creditori”. La riserva di liquidità attuale delle banche greche, aggiungono le fonti, è pari a circa 750 milioni di euro e dovrebbe essere sufficiente fino a lunedì notte.
Il presidente dell’Europarlamento, il socialdemocratico tedesco Martin Schulz, giudica positivamente le proposte di Atene.
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