di FABIO CAMILLACCI/ Roma che succede? La squadra giallorossa ha seriamente compromesso la sua stagione in 8 giorni: tanto è passato dalle due sberle prese nella semifinale di andata di Coppa Italia contro i cugini della Lazio, al crollo di Lione per 2-4 in Europa League, passando per l’1-2 casalingo in campionato contro il Napoli. Tre date fatali: 1, 4 e 10 marzo. Quasi “idi di marzo” di cesariana memoria per la Roma di Spalletti: un tecnico sempre più in confusione e alle prese con una rosa troppo corta per far fronte ai tanti impegni. Sembra passato un secolo dal 3-1 romanista nel Meazza nerazzurro: e invece era solo domenica 26 febbraio. In 11 giorni De Rossi e compagni hanno gettato tutto, o quasi, alle ortiche. Problemi fisici di tenuta? Problemi mentali? Troppo stress psicofisico senza ombra di dubbio, alla luce dei numerosi impegni ravvicinati; peraltro, tutti impegni difficili.
Poker Olympique. A Lione, città fondata dai romani in terra di Gallia, è arrivata la terza pesante sconfitta consecutiva: un passaggio a vuoto pericoloso, in una fase cruciale della stagione. In Francia la squadra giallorossa prima parte male, poi cresce e ribalta il match, infine, nella ripresa subisce la maggior corsa e forma fisica dell’OL, che ha pure tanta qualità, e crolla. Prova a chiudersi, la Roma, prova a partire in contropiede, ma dietro soffre. Quella solidità vista fino a Inter-Roma è svanita nel nulla. Lacazette chiude i conti nel finale e vince la sfida fra bomber con un irriconoscibile Dzeko: per il bosniaco 8 gol in 8 partite di Europa League, prima di questa, in cui resta a secco senza rendersi mai davvero pericoloso. Sembra tornato il “tenero Dzeko” dell’anno scorso.
Lione-Roma 4-2. Diakhaby è un difensore classe 1996, come il compagno di reparto Mammana: nei primi 20 minuti è lui il protagonista assoluto del match. Dopo 8′ è al posto giusto, sul secondo palo, su una punizione da destra di Valbuena prolungata di testa da Rafael. Deviazione sottoporta, con difesa giallorossa un po’ ferma a guardare, e vantaggio transalpino. Dopo 20′ Diakhaby invece è per terra: su una palla tutto sommato gestibile scivola spalancando la via della porta a Salah. L’egiziano innesta la solita marcia alta e trafigge il portiere in uscita. E’ un regalo, ma un regalo meritato perché dopo qualche tentennamento iniziale la Roma cresce. Cresce al punto che al 33′ passa anche in vantaggio: sugli sviluppi di un corner la palla viene respinta dai francesi, Nainggolan la recupera e di prima la gira a De Rossi: cross perfetto e Fazio va più in alto di tutti per il 2-1.
Ripresa da incubo per i giallorossi. Per tutto il primo tempo si erano visti pochino i due gioielli francesi, prossime stelle del mercato dell’OL: Lacazette e Tolisso. Quasi a voler rimediare subito, dopo 2′ della ripresa quei due iniziano un doppio scambio, tutto di prima, che finisce col liberare al tiro Tolisso: il diagonale è preciso e potente, Allison forse avrebbe potuto fare di più. Il risultato torna in parità: 2-2. Il portiere brasiliano avrà modo di rifarsi, perché a metà secondo tempo dovrà superarsi su Gonalons, Lacazette e Valbuena. Jallet, entrato nella ripresa, cambia di fatto la fascia destra del Lione, da cui arrivano i pericoli maggiori, Lacazette cresce col passare dei minuti , facendo saltare con giocate il pressing alto della Roma. Il tecnico del Lione Genesio sbilancia i suoi inserendo Fekir per un difensore centrale. La mossa è un azzardo, ma paga subito: il franco-algerino al 29′ si trova in mezzo a tre difensori romanisti, ma riesce a ritagliarsi lo spazio per un tiro a giro che vale il contro-ribaltone. Il Lione conferma di essere squadra con grandi individualità specialmente da metà campo in su, con giovani di grande prospettiva. Un passaggio a vuoto nel primo tempo, un’esplosione quando prende confidenza nei suoi mezzi. Lacazette nel finale sancisce la superiorità sua e dei francesi, con una bomba per il 4-2. E’ tornata la Roma delle montagne russe.
Black-out giallorosso. A tratti, finché reggono le gambe e Tolisso non prende possesso del centrocampo, la Roma mostra maturità: Dzeko fa la boa, si vedono i soliti inserimenti, con Salah imprendibile quando ha campo per scatenarsi. De Rossi fa le due fasi (poi sostituito), Fazio chiude dietro. A un certo punto il black-out: con Emerson che soffre sulla fascia, Strootman che viene preso in mezzo, i tre dietro che non riescono ad arginare gli scambi nello stretto. Allison ne prende quattro, ma ne para almeno altrettanti. Giovedi prossimo all’Olimpico sarà molto dura ribaltare il 2-4 di stasera. Il Barcellona ha dimostrato che ormai nel calcio non c’è quasi più niente di impossibile, ma, per vincere 2-0 o 3-1 e volare ai quarti di Europa League, servirà la miglior Roma.
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