La Procura di Genova ha iscritto, come vuole la procedura, nel registro degli indagati Beppe Grillo e il deputato Alessandro Di Battista in seguito alla querela di parte per diffamazione presentata contro di loro da Marika Cassimatis (nella foto, di qualche tempo fa, abbracciata da Grillo), risultata prima nelle “comunarie” via web del M5s per la candidatura a sindaco di Genova alle prossime elezioni amministrativa dell’11 giugno, ma esclusa per decisione del “garante” del Movimento, cioè lo stesso Grillo, che le ha negato l’uso del simbolo. La querela della Cassimatis è nelle mani del pm Walter Cotugno.
Sul blog di Grillo era stata pubblicata il 17 marzo scorso la seguente motivazione per l’annullamento della candidatura della Cassimatis: “In qualità di garante del MoVimento 5 Stelle, al fine di tutelarne l’immagine e preservarne i valori e i principi, ho deciso, nel pieno rispetto del nostro metodo, di non concedere l’utilizzo del simbolo alla lista di Genova con candidata sindaco Marika Cassimatis in quanto molti esponenti della lista di Cassimatis hanno ripetutamente e continuativamente danneggiato l’immagine del MoVimento 5 Stelle“. Difficile cogliere in queste parole gli estremi della diffamazione, comunque, come vuole il codice, di fronte ad una querela la Procura ha l’obbligo di aprire un fascicolo d’indagine da consegnare poi al gip, che potrà chiedere il processo o il proscioglimento.
L’ex candidata aveva ritenuto lesive della sua reputazione anche alcune dichiarazioni di Alessandro Di Battista, che, in un’intervista video al Corriere della Sera, aveva dichiarato che “ci sono persone non in linea con la nostra lotta” e che, “piuttosto che correre il rischio di ritrovarseli nel gruppo misto qualche settimana dopo, si prende questa decisione”.
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