Il governo riduce i poteri di Cantone? Scoppia il caso Anac con l’accusa, che viene dal M5s (Di Maio, Lombardi, Cioffi) ma anche da esponenti renziani del Pd (Esposito, Filippi), di aver indebolito la lotta alla corruzione sopprimendo una norma del Codice degli appalti dopo il via libera del Consiglio dei ministri.
Si tratta di poteri di ‘raccomandazione vincolante’ che tuttavia non sono mai stati azionati dall’Autorità perchè da mettere in campo in situazioni di estrema criticità per scongiurare il rischio di gravi illeciti. Anche il ministro della Giustizia Orlando, candidato alla guida del Pd, invita il governo a riflettere sulla norma soppressa. “Dobbiamo verificare – dice Orlando – perchè se le norme producono questi effetti, il Cdm deve fare una riflessione”.
“Hanno tolto i poteri all’Anac – ha detto Di Maio – e ora i senatori fingono di litigare con il governo ma quello che sta facendo questo governo non ha niente a che fare con la lotta alla corruzione”. Lo ha detto il 5 Stelle Luigi Di Maio commentando la notizia della cancellazione della norma che rafforza i poteri dell’Anac nel nuovo codice appalti.
“Se le indiscrezioni apparse su alcuni organi di stampa fossero confermate – afferma Marco Filippi, senatore Pd – la cancellazione dei poteri di intervento dell’ANAC in caso di evidente vizio di legittimità in un appalto già concluso, senza attendere eventuali (e più lenti) interventi dell’autorità giudiziaria, sarebbe un errore sotto molti punti di vista”.
“Nessuna volontà politica di ridimensionare i poteri dell’Anac“, puntualizzano però fonti di Palazzo Chigi. “Il Presidente Gentiloni in missione a Washington, è stato in contatto con Cantone. Sul punto, assicurano le stesse fonti, sarà posto rimedio già in sede di conversione del DEC e in maniera inequivocabile”.
Il presidente dell’Anac Raffaele Cantone “prende atto positivamente” dell’impegno politico assunto dal premier Paolo Gentiloni, che da Washington in un colloquio telefonico ha sottolineato l’intenzione di porre rimedio alla modifica, inserita nel decreto correttivo del Codice degli appalti, che ridimensiona il ruolo dell’Autorità nazionale anticorruzione. Però una successiva nota, non firmata, pone interrogativi su come si sia arrivati a questo “errore”.
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