“Adesso è il momento per Usa e Italia di lavorare insieme per stabilizzare la situazione in Libia”: questo è il punto più importante del discorso che il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha rivolto a Donald Trump nell’incontro avuto alla casa Bianca. “E’ il momento di collaborare per sostenere il governo di Tripoli” “anche per gestire i flussi migratori”, ha aggiunto Gentiloni. “La Libia resta tra le nostre massime priorità” e “non credo che sia un’idea praticabile quella della divisione della Libia: porterebbe a maggiore instabilità”, mentre “mantenere una leadership congiunta di Italia e Usa” nel Mediterraneo “è non solo una occasione ma anche un obbligo politico”. L’implosione dello stato libico “aumenterebbe i pericoli per tutti i paesi vicini e della regione” e questo mette in evidenza la “necessità di collaborare per il contenimento dei conflitti ed una più efficiente gestione delle crisi”. Soprattutto ora che Daesh appare in difficoltà e “quest’anno potrebbe essere il suo ultimo anno”. Ma non quello della minaccia terroristica e dei flussi migratori.
Stati Uniti e Italia, in sostanza, devono lavorare insieme per stabilizzare il Mediterraneo: questa la tesi esposta da Gentiloni nel suo discorso al Center for Strategic and International Studies a Washington. “Fino a tempi recenti troppi europei hanno coltivato l’illusione di poter separare il loro destino dal Mediterraneo e dalle crisi che in questa regione hanno il loro punto di partenza”; e invece “la situazione richiede iniziative nuove, di breve e lungo periodo”. “Nel breve periodo – ha proseguito – sono necessari una più equilibrata ripartizione dei gravami tra i paesi europei, mentre fondamentali sono più efficienti sistemi di controllo all’arrivo, uniti a più efficaci procedure di identificazione e meccanismi di rientro”, “il migration compact varato dall’Ue nel 2016 deve essere mantenuto e ampliato. Questa è la vera sfida per l’Europa”.
La risposta di Trump. Nella dichiarazione a fine incontro Trump sottolinea che l’Italia “è un partner chiave nella lotta al terrorismo” e per “la stabilizzazione della Libia e per limitare gli spazi vitali dell’Isis nel Mediterraneo”. Ma nella risposta alla domanda specifica sull’impegno degli Usa dichiara che non vede un “ruolo in Libia per gli Usa”, che sono già impegnati in Iraq e Siria, da dove comunque il presidente Usa ribadisce di voler “uscire” appena possibile.
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