di GIOVANNI PEREZ – Dopo molte insistenze l’Azienda delle Entrate si è decisa finalmente a pubblicare le entrate derivanti dalla nuova regola sulla riscossione del canone della Rai in base alle direttive di Renzi (“pagare tutti per pagare di meno”). Solo che forse sarebbe giusto correggere lo slogan: “pagare tutti per far incassare di più alla Rai”e quindi ai suoi “pupilli” che, minacciati di vedersi tagliare i compensi milionari, ora rischiano di incassare di più. Chiarito anche che gli abbonati “quasi volontari” sono passati dai 16,5 milioni del 2015 ai 22 milioni di quelli “forzati” del 2016, con un aumento delle entrate pari al 22 per cento.
Il tutto al limite potrebbe anche essere accettabile se i programmi fossero migliorati; invece stiamo assistendo ad un loro progressivo deterioramento. Archiviato il gioco dei pacchi, con un Insinna dalle battute di dubbio gusto, grazie ai migliori incassi con il nuovo canone, ecco le “nuove” trasmissioni con il ritorno dei “Soliti ignoti”, con un Amadeus di annata e ripetitivo nelle sue logore battute o l’eterna “Prova del cuoco” con una Clerici che recita la parte della eterna e innocente ragazzina mentre tra qualche anno potrebbe essere nonna, con tutto il rispetto per le nostre nonne che, meschine, non usano frequentare famosi chef.
In conclusione qualcuno mi dovrebbe spiegare perché dovremmo “pagare tutti per pagare di meno” una Rai che regala i suoi soldi a chi minaccia di andarsene se verrà toccato il suo portafoglio. Magari se ne andassero i tipi come Vespa. Sarei proprio curioso di vedere chi li vorrebbe.
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