Il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto, nominato da Renzi quando era capo del governo, si è dimesso nelle mani del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Un altro fallimento del celebre rottamatore, che, deluso dall’operato del suo pupillo, aveva preso a farlo bersagliare dal fido membro pd della Commissione di vigilanza. Quattro giorni fa il suo piano informazione era stato bocciato dal consiglio di amministrazione Rai e tra i voti contrari c’era anche quello della presidente Monica Maggioni. A questo punto le dimissioni erano inevitabili e non più rinviabili.
Ma “Antonio Campo Dall’Orto – sostengonol’ la Federazione nazionale della stampa e Usigrai – non è l’unico responsabile del fallimento di questi due anni di mandato. Pertanto dopo le sue dimissioni, dovrebbero arrivare quelle della presidente e del consiglio di amministrazione. Auspichiamo ora che l’azionista agisca con rapidità – affermano Fnsi e Usigrai – per restituire con urgenza alla Rai Servizio Pubblico una guida autorevole, sicura e stabile in grado di assicurare presto la necessaria riforma editoriale. Ma quanto accaduto in queste settimane dimostra ancora una volta che governo e Parlamento sono chiamati a intervenire per modificare le norme sulla governance per garantire alla Rai Servizio Pubblico autonomia e indipendenza dai partiti. Senza un chiaro percorso di riforma, che parta dalla necessaria separazione dei poteri di indirizzo dai poteri di gestione, l’indecoroso spettacolo degli ultimi mesi non potrà che riproporsi”.
Ma credete veramente che Renzi si ritiri dalla partita in Rai per fare posto a scelte democratiche? Sareste solo dei poveri illusi. Pensate forse che il piccolo duce in maniche di camicia (come amava farsi riprendere Mussolini nei cinegiornali Luce mentre guidava la battaglia del grano) rinunci ai suoi schiavi in Rai che lo osannano ad ogni pie´sospinto su tutti i telegiornali, compresi i cartoni animati dei bambini? Troppo poco la devozione di Dall’Orto. Ora stiamo a vedere chi verra´assunto come zerbino di un Ds che somiglia sempre piu´a Mediaset. Giovanni Perez