di MARIO MEDORI/ E’ un Giro d’Italia storico perchè quello del centenario. E da storico, il Giro 100 non sta tradendo le attese, anzi. Erano anni che non si vedeva un Giro così incerto, apertissimo, in bilico fino alla fine. Nairo Quintana sfila la maglia rosa a Tom Dumoulin, ma i primi 4 della classifica generale adesso sono racchiusi in 53″. E ben 6 in un minuto e mezzo. Quindi, a una tappa dal termine, prima della passerella finale, tutto può succedere. Pazzesco. Entrando nel dettaglio della graduatoria: l’olandese adesso rincorre a 38″, Nibali a 43″, Pinot a 53″; 5° Zakarin a 1’21”, 6° Pozzovivo a 1’30”.
La tappa di Piancavallo. Vince, finalmente, lo spagnolo Landa in fuga solitaria: sfortunatissimo per la caduta contro una moto prima del Blockhaus e poi due volte beffato in volata nelle ultime due tappe di montagna. Sul traguardo la dedica all’amico Michele Scarponi. Tra i big succede di tutto nella salita di Piancavallo: Dumoulin perde contatto ai -12km ma non crolla del tutto (pur perdendo 1’08” da Quintana), Pinot scatta ai -8.5 km e guadagna un bel po’, Nibali prova a forzare con Quintana a ruota ai -6.5 km ma non assesta mai l’attacco decisivo. La corsa era già esplosa ben lontano dalla salita finale, quando intorno ai -120 km dal traguardo Nibali e Quintana hanno attaccato in discesa dopo Sappada e sorpreso Dumoulin che in quel momento era in coda al gruppo. L’olandese poi è stato bravissimo a rientrare e ha tenuto fino all’ascesa conclusiva. E ora le carte si mischiano. Azzardato Quintana: “Il mio avversario è Nibali”. Vincenzo riapre: “Dumoulin è ancora in corsa”. L’olandese però si abbatte: “Ho commesso un errore da principiante…”. E così Pozzovivo non si tira indietro: “Ora voglio il podio”. E sabato 27 maggio che succederà?
Il Giro 100 molto probabilmente si deciderà nella penultima tappa, la 20°. Si tratta della Pordenone-Asiago di 190 chilometri. Frazione pianeggiante che prende il via da Pordenone (già quattro partenze e due arrivi nella sua storia) e che per 100 km si snoda attraverso le pendici delle Prealpi trevigiane (GPM sul Muro di Ca’ del Poggio). Dopo il Traguardo Volante di Feltre si affronta la salita al Monte Grappa (24 km di cui si ricorda la conquista della cima da parte di Nairo Quintana nel 2014 e Ivan Basso nel 2010) e poi, dopo una discesa molto lunga ed impegnativa, il gruppo farà i conti con l’ultima rampa a Foza (GPM inedito per il Giro con salita regolare al 7% con numerosi tornanti). C’e’ spazio per attaccare prima che la cronometro di Milano emetta i suoi verdetti definitivi.
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