Theresa May, che aveva indetto le elezioni anticipate in Gran Bretagna per rafforzare la sua maggioranza dei conservatori, ha subìto dalle urne uno smacco, perdendo la maggioranza e 12 seggi, anziché guadagnarne; al contrario Jeremy Corbin di seggi ne ha guadagnati 29, con un successo che da molti anni i laburisti non ottenevano, tanto da sentirsi autorizzato a chiedere alla May di dimettersi. E invece lei è andata dalla regina per chiedere e ottenere il reincarico, potendo contare in parlamento sul sostegno degli irlandesi del Dup.
Il risultato finale è stato 318 seggi per la May e 261 per Corbin. Brusca frenata per gli indipendentisti scozzesi di Nicola Sturgeon che perdono 21 deputati fermandosi a 35. Ai Lib-Dem vanno 12 seggi (+4), mentre gli unionisti nordirlandesi del Dup ottengono 10 seggi (+2) e su di loro con la May per formare un governo.
Leader Ukip annuncia dimissioni – Il leader dell’Ukip, Paul Nuttall, ha annunciato le proprie dimissioni nel corso di una conferenza stampa. Il voto è stato “stupido, convocato per un atto di ‘ubris’ e arroganza”, ha aggiunto spiegando che le elezioni hanno “messo in pericolo la Brexit”. Quanto al pessimo risultato del suo partito, Nuttall ha commentato di “essere rimasti vittima” del loro successo. “Siamo l’assicurazione per la Brexit”, ha concluso.
L’ex leader laburista Ed Miliband, uscito sconfitto dal voto del 2015, ha detto che “Theresa May non può ora negoziare la Brexit perché ci ha detto che perdere la maggioranza avrebbe distrutto la sua autorità. E così è stato”.
Nelle prime ore della giornata erano arrivate le prime, velate richieste di dimissioni a Theresa May, anche dall’interno del Partito Conservatore, dopo il risultato elettorale disastrosamente sotto la maggioranza assoluta che la premier si proponeva di consolidare in termini di seggi. Anche per colpa dell’inattesa resurrezione del Labour di Jeremy Corbyn, risalito a sua volta oltre il 40%. La premier “dovrebbe considerare ora la sua posizione”, ha detto alla Bb, Anna Soubry, deputata anti-Brexit e da tempo voce critica nei confronti di May, rieletta d’un soffio dopo un primo annuncio ufficioso che l’aveva data per sconfitta. Una frase che tutti gli osservatori in studio hanno interpretato come un benservito. Ironico il commento di William Hague, ex leader Tory, che ha scritto: “Il nostro partito é una monarchia temperata dal regicidio”.
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