di FABIO CAMILLACCI/ Baku, il GP dell’Azerbaigian lo vince a sopresa Daniel Ricciardo su Red Bull davanti alla Mercedes di Valtteri Bottas che sul traguardo fulmina Lance Stroll: splendido primo podio in carriera per l’esordiente pilota della Williams. Ma la notizia del giorno è un’altra: è ufficialmente deflagrata la rivalità tra Lewis Hamilton e Sebastian Vettel. L’inglese della Mercedes e il tedesco della Ferrari, rispettivamente quinto e quarto al traguardo, avevano la gara in pugno, quando dietro a una Safety car ecco il fattaccio: Lewis rallenta alla curva 14, Vettel lo tampona, lo affianca e lo colpisce con una ruotata: beccandosi così una penalità per guida pericolosa. Per fortuna della Ferrari, un incredibile problema alla protezione del casco di Hamilton costringe l’inglese a una sosta in più, grazie alla quale il tedesco riesce a finirgli comunque davanti.
La grande polemica. Nel paddock scoppia la violenta lite tra i due. Si parlerà a lungo nei prossimi giorni e nelle prossime gare di quel tamponamento e della reazione del ferrarista, il quale, convinto di aver subito un torto, commette un evidente fallo di reazione. Vettel si difende lamentandosi dell’improvviso rallentamento di Hamilton ma quella manovra di Seb, in questo GP ha fortemente penalizzato il britannico.
Dopo gara di fuoco. Vettel non le manda a dire a Hamilton dopo l’episodio che ha condizionato la gara di entrambi: “Credo che la macchina fosse molto buona, con un passo molto forte. Nel complesso è stata una buona gara, dopo una partenza aggressiva di Bottas e la sua toccata con Raikkonen in cui non so bene cosa sia successo. Dopo, in safety car io ero molto vicino a Hamilton e lui ha frenato un paio di volte. Anche in Cina anni fa sono successe cose simili, ma così non si fa, se fatica chi è secondo cosa succede agli altri? Non so perché ho avuto la penalità io e lui no… Chiarirmi con lui? Non so, diglielo tu (riferito alla giornalista che ha posto la domanda)… Lui è stato pericoloso con chi stava dietro”.
Polemico anche il team Ferrari. Molto duro il team principaldel Cavallino Rampante Maurizio Arrivabene: “Visto come è andata finire, Vettel ha chiuso comunque davanti a Hamilton ed è sempre davanti nella classifica piloti, questo è già un buon punto. Però, facciamo l’analisi della gara, non vogliamo recriminare, perché non è nel nostro stile, ma partendo da quello che è successo tra Bottas e Raikkonen, arrivando, poi, all’episodio di Vettel (con Hamilton, ndr), siamo in Formula 1 o al Colosseo? Se siamo al Colosseo, basta dirlo, basta fare una famosa tecnical directive e tutti ci allineiamo. Detto questo, ci siamo battuti e, purtroppo, i fatti non ci hanno dato ragione. In Austria ci riproveremo più determinati di prima, anche perché parliamo poco, ma lavoriamo molto. Criticare troppo può sembrare inelegante, oppure una scusa da parte nostra. Detto ciò, nel dubbio non diamo ragione alla Ferrari. L’importante è guardare avanti e fare le cose per bene e una bella dimostrazione c’è stata anche oggi, nel momento in cui i ragazzi si sono gettati sulla macchina di Raikkonen, preparandola in men che non si dica, rimandandola fuori, approfittando della bandiera rossa. Questa è la Ferrari, questa è un squadra che non molla mai e continueremo a non mollare mai, ammesso che si parli di sport”. Arrivabene ha poi replicato a Niki Lauda, il quale ha detto che chi è davanti ha diritto a fare l’andatura: “Lauda può dire quello che vuole, a volte parla per se stesso, a volte parla anche per noi, o per chissà cosa. Come ho detto prima, noi stiamo zitti, lavoriamo e lasciamo parlare Lauda. Lui ha i suoi punti di vista, noi i nostri e ci rivediamo in Austria. Lui continuerà a parlare, noi continueremo ad ascoltarlo. Perfetto. Ci sono ancora 12 gare”.
Sebastian Vettel attacca Lewis Hamilton. L’inglese risponde per le rime. Ma che è successo dietro a quella Safety Car? “Mi è stata posta molte volte questa domanda -risponde Lewis- e la mia non è una vera risposta: dico che è visibile cosa è successo, è chiaro quello che è accaduto. Io dico che non è la condotta che ci si aspetta da un quattro volte campione del mondo, ma è andata così”. Quindi sul problema al collare di protezione non ben agganciato dopo la bandiera rossa che l’ha costretto ad una sosta inaspettata per fissarlo, dice: “Ho recuperato dai problemi che ho avuto e non potevo fare di più. Posso dire con il cuore in mano che ho dato tutto quello che potevo e speriamo di fare così anche la prossima gara”. Quindi tornando sulla frenata incriminata, conclude: “Non è vero che ho frenato improvvisamente. Ci sono state varie volte che la Safety car è passata in quel punto dove con la curva non vedevo le sue luci e quindi dovevo controllare il passo. Probabilmente lui non ha guardato”. Come detto, ora appuntamento in Austria, dove si annuncia un’altra corrida Lewis-Seb.
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