di FABIO CAMILLACCI/ Cose da pazzi: cassanate su cassanate. Cassano smentisce Cassano e signora. Ormai non ci sono più parole per definire l’assurdo comportamento di “Fantantonio”, sempre più “Fantapazzo”. Evidentemente, col passare degli anni il neurone impazzito del calciatore barese fa più bizze che in gioventù. Dopo il balletto di dichiarazioni di qualche giorno fa, ennesimo ribaltone di una giornata infinita. Cassano prima decide di annunciare il suo addio all’Hellas Verona ma non al calcio, poi smentisce se stesso e sua moglie mettendo la parola fine sulla sua carriera da giocatore. Un caos totale affidato tanto per cambiare ai social: uno dei tanti aspetti negativi del calcio di oggi. Social, per molti aspetti, autentica rovina dell’umanità e in questo caso del pallone (nella foto-collage in home page: Cassano con tutte le maglie indossate in carriera).
Il balletto su Twitter. Eccola, l’ennesima rettifica alla telenovela: “Non lascio solo il Verona, ma il calcio: la priorità sono i miei figli e mia moglie. Al contrario di quanto apparso sui profili social ufficiali di mia moglie, vorrei precisare quanto segue. Carolina ha sbagliato, dopo averci pensato e riflettuto alla fine ho deciso: Antonio Cassano non giocherà più a calcio. Chiedo scusa alla città di Verona, a tutti i tifosi, al presidente Maurizio Setti, al direttore sportivo Filippo Fusco, all’allenatore Fabio Pecchia, ai miei compagni di squadra e allo staff medico e tecnico. Per un uomo di 35 anni sono le motivazioni a dettare la vita, e in questo momento sento che la mia priorità è rappresentata dal fatto di stare vicino ai miei figli e a mia moglie”. Scelta rispettabilissima, per carità, ma Cassano una volta per tutte faccia pace col cervello che non ha mai avuto; lo faccia almeno per rispetto del mondo scaligero e calcistico. E poi perchè non fa lui, di persona, certi annunci, invece di affidarli alla moglie?
Il retroscena. Antonio Cassano era fuori dal giro da tempo, poi ha deciso di accettare l’offerta del Verona restando però tormentato dai dubbi. Una decina di giorni di ritiro vissuti tra alti e bassi hanno aggravato il suo infantile tormento. Bene il campo e l’amichevole disputata (il talento del calciatore non è mai stato in discussione, un grande talento sprecato), male i momenti senza allenamento, che “Fantantonio” non è più stato in grado di gestire, dopo un anno di inattività. E così ha cominciato a sfogliare la margherita con un personalissimo, “lascio, non lascio”. E poi ha dato il via al balletto di dichiarazioni, “lascio il calcio”, “lascio il Verona ma non il calcio”, “lascio il calcio”. Follia.
Furia Hellas. Dopo la nuova, e ci auguriamo ultima cassanata, almeno nel mondo del calcio, il presidente del Verona ha dichiarato: “Questo ragazzo non ce la fa di testa anche se fisicamente e atleticamente sta molto bene. Professionalmente non gli si può rimproverare nulla, evidentemente non riesce a rimanere sereno e lucido in un gruppo e vuole restare a casa. C’è un up e un down, parla e poi sta muto: peccato, perché dal punto di vista professionale stava facendo tutto per bene”. Meno di una settimana fa, era andato in scena il primo balletto con la notizia della volontà di Cassano di lasciare il calcio: poi Antonio si era fatto convincere a ritornare sui suoi passi. Evidentemente la cosa si era radicata nel suo animo.
“Siamo basiti, ha mancato di rispetto all’Hellas e a Verona”. In tutto questo, restano dunque lo stupore e la rabbia del club scaligero che un colpo di scena così davvero non se lo aspettava. Grave errore conoscendo le follie a cui ci ha abituato Cassano: un calciatore già capace di mancare di rispetto a presidenti come Sensi della Roma (nella foto a sinistra: cassanate in giallorosso) e Garrone della Sampdoria. Un giocatore ricco di talento, capace di fallire col Milan, con l’Inter e addirittura col Real Madrid. Quindi di cosa si meraviglia il presidente del Verona? La colpa non è di Cassano ma del Verona che per farsi pubblicità ha deciso di dare l’ennesima prova di appello al “Balotelli bianco”. Patron Setti rincara la dose: “Rimango, e rimaniamo, basiti per quanto appreso riguardo la presunta mancanza di stimoli di Cassano. Sottolineo che il calciatore è tuttora un tesserato gialloblù e ribadisco che al Verona il gruppo viene prima del singolo e la maglia prima di qualsiasi calciatore. Verona è una piazza storica e appassionata, che merita considerazione e rispetto. Per quanto ci riguarda, proseguiremo nel lavoro per rendere questa squadra in grado di poter lottare per il nostro obiettivo”. Cose da pazzi.
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