Si sono svolti questo pomeriggio nella Chiesa di Cristo Risorto ad Umbertide in Umbria i funerali dell’imprenditore Gabriele Bartolini, che si è ucciso ieri impiccandosi nella sua azienda. Bartolini ha lasciato una lettera in cui spiega che le banche gli avevano negato linee di credito e da mesi non pagava gli stipendi agli operai. Nella stessa lettera ha chiesto ai suoi avvocati di provvedere ai suoi dipendenti. Lascia moglie e due figli.
Bartolini stava per firmare un accordo con i sindacati che lo avrebbe portato al pagamento dilazionato degli stipendi dovuti ai suoi circa 130 dipendenti. Invece, di prima mattina, uno di loro lo ha trovato impiccato in un sottoscala. Nella lettera che ha lasciato nel suo ufficio l’uomo ha raccontato che non aveva più accesso a linee di credito in banca e che non riusciva più a sostenere la situazione. Sul posto sono intervenuti i poliziotti del commissariato di Città di Castello e i sanitari che però, purtroppo, non hanno potuto far altro che constatarne la morte. Il pm ha subito disposto la restituzione del corpo alla famiglia.
L’Amministrazione Comunale di Umbertide “esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Gabriele Bartolini, l’imprenditore che ieri mattina si è tolto la vita nella sua azienda di Umbertide a causa della difficile situazione economica che non riusciva più a sostenere. La morte di Bartolini ha subito destato grande sconcerto e preoccupazione in tutta la città di Umbertide, sia per le circostanze drammatiche che hanno indotto l’imprenditore a compiere l’estremo gesto, sia per le condizioni dei lavoratori che da tempo non percepivano più regolare stipendio”.
Anche il sindaco Locchi “si è detto profondamente preoccupato ed è intervenuto mettendo a disposizione delle organizzazioni sindacali il Centro socio – culturale San Francesco per il giorno di lunedì 7 agosto, alle ore 16, quando si terrà un incontro per discutere di quanto accaduto”.
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