Il parassita che ha causato la malaria a Sofia, la bimba trentina di 4 anni morta a Brescia, dopo il ricovero a Trento, è il Plasmodium falciparum, lo stesso che aveva fatto ammalare due bambine di 4 e 11 anni di ritorno dal Burkina Faso che erano in pediatria a Trento negli stessi giorni della piccola. Nel reparto degli adulti, inoltre, c’erano anche la mamma e un fratello adolescente delle due bambine: tutti e quattro sono guariti e sono ormai stati dimessi.
“Il parassita in questione è il Plasmodium falciparum, ma possono esserci – spiega Nunzia Di Palma, direttrice dell’unità operativa di pediatria dell’ospedale di Trento – diversi ceppi. Da appurare è quindi se quello che ha ucciso la piccola Sofia è o meno lo stesso. Di questo si sta occupando l’Istituto Superore di Sanità”. A sua volta il vicepresidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali, Massimo Galli, ha detto all’Ansa: “Se dalle analisi in corso emergesse che il ceppo o variante di Plasmodium Falciparum che ha provocato la malaria nei due bambini ricoverati a Trento e nella piccola Sofia fosse lo stesso, allora il contagio della bambina sarebbe sicuramente avvenuto in ospedale, ma resterebbe da capire in che modo. Se il ceppo risultasse invece differente, allora il contagio sarebbe avvenuto in un contesto diverso”.
La vicenda. La piccola Sofia Zago è morta per malaria agli Ospedali Civili di Brescia. Figlia di una coppia italiana residente a Trento, la bambina era stata in vacanza a Bibione, sulla riviera veneta. E’ quindi arrivata in condizioni disperate a Brescia dall’ospedale della sua città. La piccola non è mai stata in un Paese malarico. E la zanzara che trasmette la malattia non risulta presente, come specie, in Italia. Dunque appariva misterioso come la Sofia avesse contratto la malattia.
La bimba (nella foto con i genitori e il fratellino) ad agosto era stata prima in ospedale a Trento per un esordio di diabete infantile. Poi, il 21 agosto, ultimo giorno di ricovero della piccola, è arrivata in ospedale una famiglia del Burkina Faso, di ritorno da un viaggio nel Paese d’origine, con due bambini con la malaria, che sono stati ricoverati, ma erano in stanze diverse. I due bambini, come si è detto, sono guariti.
La ministra della Salute Beatrice Lorenzin aveva detto: “Dalle prime indicazioni pare che la bambina potrebbe aver contratto la malaria in ospedale, a Trento. Abbiamo mandato immediatamente degli esperti sia per quanto riguarda la malattia sia per la trasmissione da parte delle zanzare”.
La bambina era stata colpita da malaria cerebrale, la forma più grave della malattia. Questo tipo aggressivo di morbo viene trasmesso dal Plamodium Falciparum, la specie più aggressiva di un protozoo parassita trasmesso dalla zanzara Anopheles. La morte, nei casi più gravi, può arrivare entro 24 ore.
Se venisse confermato, sarebbe il primo caso da oltre trent’anni. Lo dichiara Giampiero Carosi, infettivologo dell’università di Brescia, secondo cui l’ipotesi più probabile è che una zanzara abbia punto qualcuno infetto, magari dopo un viaggio, e poi abbia trasmesso il plasmodio alla bimba.
“La zanzara vive come ciclo 20 giorni e non ha progenie, quindi non c’è il rischio che possano esserci altre zanzare nate dal vettore”, ha spiegato il professor Alberto Mattelli, esperto di malattie tropicali.
La malattia è diffusa prevalentemente nell’Africa Sub-sahariana, in Asia, in America centrale e del Sud. Sul caso la magistratura ha aperto un fascicolo.
In queste ore viene fatta una disinfestazione del reparto di Trento come da prassi. La ministra Lorenzin ha chiesto una relazione anche all’Assessorato alla Salute della Provincia Autonoma di Trento e ha inviato un gruppo di esperti presso l’ospedale Santa Chiara di Trento per accertare le modalità del contagio.
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