L’inizio delle lezioni è alle porte e il caro affitti pesa sempre di più sulle spalle degli studenti e delle loro famiglie: studiare fuori casa ormai sta diventando un’utopia, in un contesto in cui il diritto allo studio è inesistente e i costi della vita sempre maggiori. Basti pensare che in alcune città si arriva ad affitti medi di 600 euro al mese per un monolocale: in prima posizione troviamo Milano, seguito da Roma, con un aumentano dei costi anche nelle città di Firenze, Siena e Bologna. In questo contesto il problema degli affitti in nero è sempre più diffuso colpendo ulteriormente le studentesse e gli studenti che si ritrovano a studiare fuori casa. Inoltre il mercato del ‘nero’ dilaga e le tutele diminuiscono.
Se nel 2014 poco è stato fatto dai comuni per non far pesare la Tasi sulle spalle di noi studenti, nonostante fosse sufficiente modificare gli accordi quadro territoriali, quest’anno vediamo un ulteriore incremento dei costi della vita per gli studenti fuorisede a partire dagli affitti.
Forse non sembreranno costi esorbitanti ma, quando solo l’affitto di una stanza annualmente pesa sulle famiglie almeno 3000 euro, nelle città in cui gli affitti sono più bassi, escludendo tutte le altre spese che uno studente deve affrontare, studiare diventa sempre economicamente meno sostenibile soprattutto in quadro in cui il diritto allo studio sta divenendo quasi assente.
E’ un quadro drammatico in cui gli affitti pesano sulle spalle delle famiglie degli studenti fuorisede, l’accessibilità e la possibilità di scegliere liberamente cosa studiare e dove, viene di fatto negata a chi non può permetterselo. Secondo lo studio di Immobiliare.it pubblicato in questi giorni i prezzi variano da 650 euro mensili nelle città più costose sino a più di 200 euro in quelle più economiche, a cui però vanno aggiunte le utenze e gli ulteriori costi della vita: delle differenze fortissime con le quali si arriva al paradosso per cui il luogo dove studiare è scelto in base ai costi di vita.
Inoltre il problema degli affitti in nero è ben lontano dall’essere affrontato: uno studente su sette dichiara di non avere un contratto e il 26% non ne denuncia l’irregolarità pensando probabilmente di averne un qualche vantaggio, eppure basterebbe costruire accordi territoriali ad hoc in cui i contratti per studenti tutelino quest’ultimi e garantiscano dei vantaggio ai proprietari. E’ dunque necessario imporre più tutele partendo dalla lotta contro gli affitti in nero, costruendo nuove tipologie di contratti territoriali concordati per studenti e combattendo il caro affitti. Per questo in questi giorni di ricerca casa saremo ancora in tutti gli atenei italiani accanto agli studenti e alle studentesse per fornire loro tutele adeguate, difenderne diritti nel momento in cui si trovassero a dover stipulare un contratto e per dare loro strumenti efficaci nella lotta al nero.
*Gianluca Scuccimarra coordinatore nazionale Udu
Commenta per primo