L’Italia ha deciso di espellere l’ambasciatore della Corea del Nord. Ma la decisione, anziché attraverso i canali ufficiali, come sarebbe doveroso, è stata annunciata dal ministro degli Esteri, Angelino Alfano, in una intervista a Repubblica! Una trasgressione alle regole della diplomazia e della comunicazione ufficiale di cui il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, dovrebbe fornire una giustificazione o, come sarebbe più corretto, da cui dovrebbe dissociarsi per la forma e il mezzo attraverso cui è stata divulgata da un membro del governo. Anche perché – è bene ricordarlo – il destinatario del provvedimento è un personaggio come Kim Jong-un che si sta rivelando molto pericoloso e privo di scrupoli nei suoi rapporti non solo con gli Stati Uniti ma con il mondo intero.
Ma ecco le parole di Angelino Alfano come riportate dal giornale: “Noi abbiamo preso una decisione forte e cioè di interrompere la procedura di accreditamento dell’ambasciatore della Repubblica Popolare Democratica di Corea. L’ambasciatore dovrà lasciare l’Italia. La Corea del Nord ha effettuato nelle scorse settimane un ulteriore test nucleare, di potenza superiore a tutti quelli precedenti, e ha continuato con lanci di missili balistici. L’Italia, che presiede il Comitato Sanzioni del Consiglio di Sicurezza, chiede alla comunità internazionale di mantenere alta la pressione sul regime”.”Noi (ndr: cioè l’Italia, da sola?) vogliamo far capire a Pyongyang – spiega Alfano – che l’isolamento è inevitabile se non cambia strada”. Ma poi aggiunge (udite!): “Tuttavia, non tronchiamo le relazioni perché può essere sempre utile mantenere un canale di comunicazione”.
Infine, immaginando la reazione di chi chiede che venga esercitata una azione diplomatica energica con l’Egitto dopo l’uccisione sotto tortura di Giulio Regeni , Alfano giustifica l’invio del nuovo l’ambasciatore italiano al Cairo affermando che “i rapporti con l’Egitto restano condizionati dalla nostra fortissima e instancabile volontà di fare luce sul caso Regeni. E anche dalla nostra attesa che Il Cairo faccia di più, anche su altri casi, sul rispetto dei diritti umani”. “Il nostro ambasciatore – aggiunge – ha precise istruzioni su queste priorità, che non escludono però l’esigenza di dialogare con il governo egiziano su dossier importanti come quello libico”.
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