Si è tenuto a Napoli un convegno organizzato da Motore Sanità sul tema “Oncologia 4.0 Immuno-oncologia tra innovazione e sostenibilità”. L’immuno-oncologia è sicuramente una delle ultime frontiere terapeutiche di grande interesse, come si sa, il sistema immunitario è da tempo al centro dell’attenzione dei ricercatori per capire il modo in cui interagisce con le cellule tumorali e, quindi, il ruolo che può svolgere nella lotta contro il cancro.
Enrico Coscioni, consigliere del presidente della Giunta Regionale per i temi attinenti alla Sanità, con delega ai rapporti con gli organismi regionali e del Governo in materia di sanità – ha aperto la giornata di lavoro ritenendo l’incontro un approfondimento di altissimo livello per il futuro dell’oncologia e per valorizzare punte di eccellenza come l’istituto Pascale: “Abbiamo investito parecchio e già ottenuto risultati straordinari per quanto riguarda le liste d’attesa. Attraverso quattro strumenti tra cui il decorso dell’oncologia, le diagnosi precoci, i nuovi stili di vita e gli screening, si delinea l’obiettivo di abbattere la mortalità che è ancora alta e in questo i farmaci immuno-oncologici giocano un ruolo fondamentale – continua il Consigliere – il nostro sistema sanitario è universale ed è importante che il know how ed l’expertise delle strutture vengano diffuse sul territorio per evitarne la desertificazione. Il D.M .70 è un’opportunità per la regione Campania, un punto di riferimento per la ricostruzione della rete ospedaliera”.
Paolo Ascierto, direttore SC Oncologia Medica e Terapie Innovative, IRCCS Fondazione Pascale, Napoli. “Dopo le prime due ondate rappresentate dalla chemioterapia e dalle terapie mirate si sta assistendo a un vero e proprio “tsunami” nel trattamento del cancro vista la progressiva estensione dell’efficacia dell’immuno-oncologia. Dal 2006 al 2016, al Pascale sono stati trattati con l’immuno-oncologia 1.050 pazienti colpiti dal cancro: 500 nella pratica clinica quotidiana e 550 nel corso di sperimentazioni: una nuova arma che stimola il sistema immunitario per contrastare la malattia. “Il trattamento con nivolumab – spiega il prof. Paolo Ascierto – ha evidenziato una riduzione del rischio di progressione della malattia del 35% rispetto a ipilimumab, la prima molecola immuno-oncologica approvata. Sono stati arruolati 906 pazienti, di cui 30 a Napoli: i tassi di sopravvivenza libera da recidiva a 18 mesi nei gruppi trattati con nivolumab e ipilimumab erano rispettivamente pari al 66,4% e al 52,7%. L’Istituto si è distinto anche per il CheckMate-224020, un lavoro dove sono state coinvolte più di 200 persone colpite da diversi tipi di tumori solidi. Il Pascale ha contribuito a 39 dei 68 pazienti con melanoma, diventando così il centro con la maggiore esperienza al mondo su questo tipo di malati.
Giuseppe Spadaro, immunologo, responsabile UOSD Immunodeficienze AOU Federico II Napoli- ha dichiarato che: “I recenti progressi della ricerca farmacologica nell’ambito dell’immunologia, hanno reso disponibile, un’ampia gamma di farmaci immunologici, definiti anticorpi monoclonali, che trovano indicazione nella terapia di differenti tipi di tumore – continua Spadaro – la terapia immuno-farmacologica dei tumori determina notevoli alterazioni dei meccanismi di funzionamento della risposta immunitaria conducendo, in alcuni casi, a vari gradi di deficit del sistema immunitario. In questo scenario, la grande sfida cui il sistema sanitario nazionale è chiamato, è la realizzazione di programmi di valutazione della funzione immunitaria nei pazienti oncologici e sorveglianza oncologica nei pazienti con deficit del sistema immunitario”.
Attilio A.M. Bianchi, direttore generale IRCCS Fondazione Pascale Napoli – La dimensione da considerare per ragionare sul futuro in Oncologia interseca la traiettoria della sostenibilità.
Innovazioni tecnologiche, nuove molecole, differenziati settings assistenziali sono le nuove frontiere delle scienze amiche per la caratterizzazione genica, necessitano coerenti approfondimenti sul versante delle risorse.
Presa in carico, condivisione del sapere, reti assistenziali e della ricerca, appropriatezza clinica e dell’ambito di cura sono i driver da considerare perché il futuro che speriamo sia anche un futuro possibile.
Ugo Trama, responsabile UOD politica del farmaco e dispositivi – L’immuno-oncologia si colloca come la terza ondata importante nella cura dei tumori dopo la chemioterapia e la terapia a bersaglio molecolare: “Credo sia dovere degli operatori sanitari, visto l’impatto della patologia, favorire da una parte gli studi necessari allo sviluppo di nuove terapie ottimizzando al contempo sempre di più i percorsi attuali di presa in carico assistenziale” – ha concluso Trama.
Andrea Marcellusi, ricercatore presso I.R.P.P.S. – CNR, EEHTA CEIS, Università Tor Vergata Roma – “L’innovazione in ambito oncologico ha generato da una parte grandi aspettative dal punto di vista clinico, ma dall’altro forti preoccupazioni dal punto di vista economico. Il mercato dei farmaci immuno-oncologici è in forte evoluzione ed i trattamenti attualmente disponibili, o in dirittura d’arrivo, affiancano ad elevati livelli di efficacia prezzi sostenuti necessari per coprire gli elevati costi di ricerca e sviluppo. La sostenibilità del sistema sanitario non può prescindere da una visione multidimensionale del problema che traduca le decisioni cliniche in aspetti economici di sostenibilità e monitoraggio della spesa cercando di abbandonare la logica dei silos budget e la visione di programmazione di breve periodo. Investire in sanità, e soprattutto in tecnologia di comprovata efficacia, non solo migliora la salute della popolazione, ma incrementa la produttività del paese e riduce la spesa previdenziale associata ad inabilità e disabilità”.
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