DOMENICO MACERI/ Kasich rivale di Jeb Bush con le sue vedute moderate?

Domenico Maceridi DOMENICO MACERI*/

«Quando arriverò alle porte del paradiso voglio avere una risposta su ciò che ho fatto per i poveri». Parole che potrebbero essere uscite dalla bocca di Papa Francesco, ma invece appartengono a John Kasich, governatore repubblicano dell’Ohio e attuale candidato alla nomination del Gop per le presidenziali americane.
Con tono di voce ascendente fino a sfiorare la rabbia, Kasich rispondeva alla domanda di un’ultraricca donna in una riunione fra facoltosi donatori e candidati repubblicani in cerca di fondi per la loro campagna politica. La signora voleva sapere perché Kasich da governatore repubblicano aveva ampliato il programma di Medicaid, la sanità per i poveri, come permesso dalla legge comunemente chiamata Obamacare, avversata dall’ortodossia repubblicana.
Come abbiamo già scritto in più occasioni,  la stragrande
maggioranza dei governatori repubblicani si sono rifiutati di offrire sanità ai loro cittadini poveri, rinunciando alle generose agevolazioni del governo federale per l’ampliamento del Medicaid. Kasich è uno dei rarissimi governatori repubblicani ad abbandonare l’ortodossia del Gop.
Con ciò non si vuole dire che Kasich sia divenuto un Rino (Repubblican in name only) ma di certo ha fatto una sterzata a sinistra che lo piazzerà lontano dall’estrema destra del suo partito verso il campo dei pochissimi aspiranti moderati alla nomination.
La strategia di Kasich di remare verso il centro sta funzionando. Dopo il primo dibattito repubblicano del sei agosto scorso, il governatore del Buckeye State ha migliorato nei sondaggi e adesso si trova comodamente fra i primi dieci, il che gli garantisce il posto sul palco al prossimo dibattito in programa il sedici settembre. La sua performance al primo dibattito televisivo dei candidati repubblicani è proseguita sulla linea di vedute moderate e, al momento, comincia a preoccupare Jeb Bush e Chris Christie, altri due candidati
“centristi” del Gop.
I sondaggi nello Stato del New Hampshire, terreno fertile per i moderati, piazzano Kasich al secondo posto e cominciano a preoccupare i diretti concorrenti.
Kasich ricorda in un certo modo il tipo di repubblicano stile George W. Bush, il quale nella sua campagna presidenziale del 2000 si era etichettato come “compassionate conservative”, un conservatore compassionevole che favorisce le imprese ma con tendenze socialmente moderate.
Kasich ha, per esempio, chiuso la porta alla sua opposizione sulle nozze gay dicendo che la Corte Suprema ha chiuso il capitolo con la decisione di legalizzarle. Continua ad essere contrario all’aborto ma farebbe eccezioni in casi di donne incinte a causa di abusi sessuali. E spiega che l’aborto è una questione importante ma non l’unica. La mortalità infantile, l’educazione, la salute mentale, i problemi ambientali sono altrettanto importanti. Ha anche sostenuto l’importanza dell’empatia, spiegando che quando un bambino o una bambina “muore in Africa, una piccola parte di noi muore con loro”.
Per quanto riguarda l’immigrazione Kasich ha anche sterzato a sinistra e favorisce un percorso di inclusone degli undici milioni di clandestini. Ha spiegato anche che i dreamers, giovani portati in America illegalmente dai genitori, possono ottenere la patente automobilistica nel suo Stato. L’idea assurda di Donald Trump di deportare tutti i clandestini è vista da Kasich come inumana ed allo stesso tempo impossibile da mettere in pratica.
Nonostante tutto questo Kasich ha una lunga carriera di ortodossia repubblicana specialmente per quanto riguarda la questione delle tasse. Da governatore dell’Ohio ha ridotto le imposte sul reddito Statale del dieci percento ed ha aumentato il sales tax, la tassa sugli acquisti dal 5,5 al 5,75 percento, aumento basso ma regressivo perché colpisce di più i poveri.
Inoltre ha ridotto le tasse ai benestanti del cinque percento. Ha anche
firmato una legge Statale per limitare le contrattazioni sindacali
collettive che è stata abolita  attraverso un referendum.
In politica estera Kasich ha supportato la guerra in Iraq ma adesso, sapendo dell’assenza di armi di distruzione di massa, ha fatto marcia indietro dicendo che la guerra è stata uno sbaglio.
Kasich ha vinto le elezioni a governatore dell¹Ohio, uno degli Stati in
bilico, determinanti per l’elezione presidenziale, con il 64 percento dei
voti. Attualmente  il 60 percento dei suoi concittadini approva il suo
operato.
Ciò vuol dire che riesce ad ottenere buoni voti da almeno una parte dei democratici. Secondo lui questo è molto importante perché nessuno dei due partiti  può realizzare programmi da solo. Il governo funziona mediante il “teamwork”, il lavoro di squadra.
Ha ragione. È proprio quello che è mancato a Washington negli ultimi tempi, principalmente per l’inflessibilità dei repubblicani.
Le vedute moderate di Kasich non gli garantiscono la nomination del partito dove gli “urlatori” estremisti al momento vanno per la maggiore. Ma forse lui aspira al secondo posto nel ticket. Era quasi successo nel 1996 quando l’allora candidato repubblicano Bob Dole lo aveva preso in considerazione, scegliendo però alla fine Jack Kemp. Forse questa volta gli andrà meglio?

*Domenico Maceri
Docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California
(dmaceri@gmail.com)

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