In una Monza tappezzata rosso Ferrari, Lewis Hamilton centra la quarantesima vittoria in carriera e mette le mani sul secondo titolo mondiale consecutivo, complice il ritiro di Nico Rosberg. I tifosi della “Rossa” gioiscono per il secondo posto di Sebastian Vettel, “entusiasta” per la prestazione e il risultato, ma, recriminano per l’ennesima occasione mancata da Kimi Raikkonen, naufragato in griglia per un errore alla partenza e classificatosi quinto. Sulla vittoria del campione inglese ha pesato per ore il rischio di squalifica per mancato rispetto dei limiti di pressione pneumatici, ma la Fia ha infine assolto la Mercedes e confermato il primo posto.
I fischi di Monza per Lewis. Una vicenda, quella del giallo, che ha fatto più male ad Hamilton dei fischi ricevuti sul podio, dove invece sono stati acclamati Vettel e Massa, terzo con la Williams. I fischi sono stati in verità ingenerosi per l’autore di una prestazione perfetta, grazie anche ad una vettura con motore aggiornato e dimostratasi ancora una spanna sopra tutte le altre.
Il secondo posto di Seb. Perfetto Vettel nel restare in scia del leader e nel controllare gli altri avversari, tra i quali si è autoeliminato Raikkonen, “piantatosi” al via dalla prima fila e trovatosi subito ultimo, gettando al vento la probabilità di una doppietta Ferrari sul podio. Il flop al via di Raikkonen, accolto con gran delusione sulle tribune e nel box Ferrari: dove erano schierati il premier Matteo Renzi, il presidente Fca, John Elkann e il presidente della Ferrari, Sergio Marchionne (nella foto: Marchionne, a destra, parla col team principal Ferrari Maurizio Arrivabene). Quest’ultimo alla fine ha “punzecchiato” il finladese. E’ stato il colpo di scena d’apertura di una gara filata via in fretta e senza scosse, con Hamilton sempre davanti e Vettel a inseguire al volante di una Ferrari molto performante, mentre Rosberg faticava alle spalle delle Williams di Massa e Bottas.
La rimonta di Kimi e il ritiro di Nico. Dalle retrovie, Raikkonen ha preso a risalire la corrente, salendo fino al terzo posto prima del pit stop, dal quale è rientrato decimo e definitivamente fuori dai giochi per il podio. Grazie al balletto ai box, Rosberg ha superato le Williams e ha cominciato ad avvicinarsi a Vettel. Uno sforzo prolungato per il motore della sua Mercedes, un’unità provata dall’uso che a due giri dalla fine ha ceduto, tra fumo e fiammate. Il ritiro costa probabilmente al tedesco, ora staccato di 53 punti da Hamilton, le ultime chance mondiali, anche se mancano ancora parecchie gare alla fine della stagione.
Duello Williams e il giallo Hamilton. Con Vettel ormai sicuro della seconda piazza, Bottas ha cercato in tutti i modi di superare il compagno di squadra Massa per salire sul podio, ma l’esperto brasiliano ha tenuto duro andando a prendersi gli applausi del popolo ferrarista, che non lo ha dimenticato. Intanto, Lewis Hamilton riceveva dai box Mercedes l’ordine a tenere giù il piede e aumentare il più possibile il vantaggio, già più che consistente. “Ti spiegheremo poi”, gli dicevano dai box. E la spiegazione di questo strano ordine è venuta dopo l’arrivo, quando la Fia ha fatto sapere che i due piloti delle Frecce d’Argento erano finiti sotto indagine per una pressione delle gomme inferiore ai limiti risultata ad un controllo prima della partenza, controllo che invece sulle Ferrari aveva dato esito regolare. Fuori causa Rosberg, alla Mercedes avevano pensato che un largo vantaggio poteva almeno mettere al riparo la vittoria in caso di penalizzazione, paventando però l’ipotesi di una squalifica. Dopo ore di conciliaboli e controlli incrociati, la questione è caduta ed Hamilton ha cominciato davvero a festeggiare.
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