Un “trust fund” per raccogliere fondi della Commissione Ue e contributi degli Stati, per cooperare con i Paesi africani e risolvere all’origine le cause delle migrazioni: secondo fonti di Bruxelles, Jean Claude Juncker ne parlerà al Parlamento Ue. Il fondo potrebbe partire con una cifra iniziale di un miliardo e mezzo. Ma la cifra dovrebbe variare anche nella misura della partecipazione dei vari Stati membri. illustrando il piano per la crisi dei rifugiati, che ha superato l’esame del Collegio dei Commissari riunitosi a Strasburgo. Il Parlamento europeo voterà lo schema di ripartizione intra-Ue di 40mila richiedenti asilo (24mila da Italia e 16mila da Grecia, siriani ed eritrei, in 24 mesi). La decisione sarà poi adottata ufficialmente dal consiglio straordinario dei ministri dell’Interno Ue del 14 settembre, e con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue prenderanno il via i primi ricollocamenti.
Ma è prevedibile che saranno valutate anche le ripercussioni del colpo di scena arrivato da Berlino, con la cancelliera Angela Merkel, che dichiara la disponibilità ad ospitare nientemeno che 500mila rifugiati l’anno per i prossimi anni, proprio mentre l’Ungheria invoca la chiusura delle frontiere e il premier Viktor Orban chiede più operai per la costruzione del muro anti-migranti.
I Paesi europei ora potranno rifiutare la ripartizione dei migranti ma pagando una multa dello 0,002% del Pil. Le sanzioni pagate dagli Stati membri confluiranno nel Fondo per asilo, migrazione e integrazione (Amif), secondo la proposta del piano Juncker per l’emergenza profughi.
La Spagna fa sapere che è pronta ad accogliere il numero di rifugiati che la Commissione europea affiderà al paese iberico. L’eurogoverno dovrebbe affidare alla Spagna 14.931 rifugiati, la terza quota più importante dopo quelle di Germania (31.443) e Francia (24.031).
Nel frattempo prosegue l’esodo dei profughi anche lungo la rotta balcanica. E nel 2015 l‘Unhcr prevede che circa 400.000 persone in fuga attraverso il Mediterraneo faranno richiesta d’asilo in Europa. Nel 2016 si potrebbe arrivare a 450.000 nuove richieste o più.
IL PIANO UE. Stando agli ultimi numeri del piano Ue – che tuttavia non tengono conto della partecipazione dell’Irlanda – alla Germania saranno assegnati 31 mila richiedenti protezione internazionale, mentre Parigi ne accoglierà 24 mila e la Spagna 15 mila (i tre Paesi assieme totalizzeranno circa il 60%).
La proposta di ridistribuire 120 mila persone da Italia, Grecia e Ungheria si baserà su un meccanismo temporaneo, per quote obbligatorie e saranno 15.600 i richiedenti asilo che verranno ricollocati dall’Italia. La cifra andrà ad aggiungersi ai 24 mila già previsti dal precedente schema (quello per 40 mila che a causa di forti resistenze col consiglio dei ministri dell’Interno Ue di luglio si era fermato a 32.600), totalizzando 39.600 profughi su 160 mila. Dalla Grecia ne saranno ridistribuiti 54 mila, e 66 mila dall’Ungheria.
Stando alle cifre diffuse dal Financial Times, con questa operazione Bruxelles si prepara a spendere un miliardo di euro (calcolando 6 mila euro per ciascun profugo). “Un cambio di segno e di passo significativo”, secondo il premier Matteo Renzi, che in mattinata si è sentito con la cancelliera tedesca. Anche perché oltre alla proposta della ridistribuzione dei 120 mila, Juncker presenterà anche quella per un meccanismo di ripartizione permanente, anche in questo caso e per quote obbligatorie. Il Paese potrà fare ‘opt out’, ma solo per un anno, per motivi gravi, e dietro pagamento di una sanzione calcolata in base al Pil. Il dossier passerà poi al Consiglio straordinario dei ministri dell’Interno Ue del 14 settembre e, secondo fonti, è possibile che nella stessa settimana – su richiesta di Francia e Germania – si riunisca anche un vertice straordinario dei leader. Intanto David Cameron annuncia che il Regno Unito accoglierà fino a 20 mila rifugiati siriani, in 5 anni, ma direttamente dai campi profughi, e senza alcun vincolo al piano europeo.
In Italia è partita la circolare del Viminale ai prefetti per la pianificazione dell’accoglienza di altri 20 mila immigrati. La distribuzione è sempre per quote regionali che dovranno essere definite entro pochi giorni.
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