“L’aumento del salario minimo permetterà di sfidare il cancro di Los Angeles, la povertà”: con queste parole il consigliere comunale Mike Bonin ha voluto celebrare il voto che ha approvato l’aumento del salario minimo della città a quindici dollari l’ora a partire dal 2020. Los Angeles è la seconda città statunitense e al momento si trova alla guida del Paese per quanto riguarda il salario minimo. L’aumento sarà graduale con i seguenti traguardi: 10, 50 dollari nel 2016; 12 nel 2017; 13, 25 nel 2018; 14, 25 nel 2019; 15 nel 2020. Dopo avere raggiunto 15 dollari l’ora vi saranno ulteriori aumenti basati sul Consumer Price Index (CPI), l’indice dei prezzi al consumo. Tutto ciò si applicherà alle imprese con 26 o più dipendenti. Le aziende con meno di 26 lavoratori avranno un anno in più per raggiungere la mèta dei quindici dollari. Per i giovani fino a 17 anni si continuerà ad applicare la legge statale che garantisce l’85% del salario minimo per le prime 160 ore di lavoro. Dopo di ciò anche i giovani della città di Los Angeles beneficeranno della nuova ordinanza.
Il voto al consiglio comunale è stato di 14 favorevoli e uno contrario. Come era da aspettarsi, il voto negativo è venuto da Mitchell Englander, l’unico repubblicano. Le obiezioni tipiche dei repubblicani su qualunque aumento del salario minimo sono emerse come era prevedibile. Si tratta di obiezioni standard che risalgono al 1938, quando il salario minimo (25 centesimi l’ora) fu stabilito per la prima volta. La Camera del Commercio di Los Angeles ha dunque dichiarato il suo disappunto spiegando che molte imprese ridurranno i costi licenziando dipendenti oppure abbandonando Los Angeles per trasferirsi nelle città limitrofe. Ma ciò sarà difficile per tante ragioni e perché il Consiglio dei supervisori della Contea di Los Angeles ha già annunciato l’intenzione di esplorare la possibilità che un analogo aumento del salario minimo si applichi in molte cittadine nell’area metropolitana.
Qualche membro del consiglio comunale che ha votato a favore della nuova legge ha però espresso delle riserve considerando l’aumento un “esperimento” le cui conseguenze sono difficili da prevedere. Ciononostante, non poche voci dalla sinistra hanno celebrato il voto come una vittoria per i lavoratori del ceto basso, che avranno maggiori possibilità di vivere in modo decente. L’aumento toccherà 800mila individui, ossia il cinquanta per cento dei lavoratori di Los Angeles, che attualmente guadagnano il salario minimo di nove dollari l’ora. Ma anche coloro che guadagnano poco più del minimo riceveranno qualche aumento dato che la soglia verrà spinta verso l’alto.
Questi aumenti dei salari dei lavoratori avranno anche un effetto su tutta l’economia dato che questi quattrini extra verranno spesi per vivere e verranno dunque rimessi in circolazione. Una vittoria per tutti, dunque, ma anche un successo per il sindacato, che aveva fatto molto per convincere il consiglio comunale ad agire in quella direzione. E inoltre una vittoria per il Partito Democratico che in linea generale appoggia l’aumento del salario minimo facendo della California uno Stato sempre più blue che farà piacere all’eventuale candidato democratico per l’elezione presidenziale del 2016. Una vittoria che conferma anche gli aumenti del salario minimo attuati da altre città come Seattle, San Francisco e Oakland facendo sperare che anche New York e Washington seguano la stessa strada. Una vittoria anche per altri lavoratori che saranno incoraggiati a chiedere simili aumenti persino in Stati dove i repubblicani controllano i governi locali e statali, i cosiddetti red states. La città di Kansas City, per esempio, sta valutando l’adozione di un aumento del salario minimo.
Il movimento per l’aumento del salario minimo in America continua dunque ad essere attivo. Come si sa, anche le corporation hanno già cominciato a fare piccoli passi avanti per offrire maggiori benefici ai loro dipendenti. Ecco come si spiegano gli aumenti concessi da Walmart, Facebook, Ikea ed altre grandi aziende ai lavoratori che guadagnano il salario minimo. Come abbiamo spesso scritto su questo giornale lo stallo a Washington ha impedito al governo federale di aumentare il salario minimo per tutti. Ciò si deve alle priorità repubblicane che sono lontane dai ceti bassi. Se questo continua e il salario minimo federale rimane a 7,25 dollari l’ora sarà meno della metà di quello approvato da Los Angeles.
La situazione è ancora più deplorevole nei 42 Stati che non garantiscono il salario minimo ai lavoratori che ricevono solo le mance. L’idea è che con le mance i lavoratori raggiungeranno il salario minimo. Ma, come molti di questi lavoratori possono confermare, spesso ciò non avviene. La California è uno degli otto Stati che garantiscono il salario minimo (9 dollari attualmente) a tutti. Infatti, il Golden State ha deciso che nel 2016 pubblicherà una lista di imprese che pagano il minimo o poco più, indicando quanti dei loro dipendenti hanno le condizioni per sussidi del governo. L’idea è di trasmettere al pubblico il messaggio che un aumento del salario minimo potrebbe porre fine al welfare per le imprese.
*Domenico Maceri
Docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California (dmaceri@gmail.com).
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