di GIOVANNI PEREZ – Fino a pochi giorni fa era opinione comune tra gli italiani che l’operato del ministro Minniti nella vicenda del giovane Giulio Regeni fosse affidabile. Peccato che purtroppo si siano dovuti ricredere dopo la sua visita in Egitto. Minniti, al suo rientro a Roma, infatti ha raccontato di esseri incontrato con il “rais” al-Sisi, padrone assoluto dell’Egitto. Scendendo nei particolari, ha specificato di avere avuto assicurazioni da al-Sisi che entro poco tempo verrà fatta completa luce sulla uccisione del giovane studioso italiano, e che quindi i responsabili del suo brutale assassinio, avvenuto due anni fa al Cairo, saranno assicurati alla giustizia.
A questo punto due le conclusioni possibili.
La prima ipotesi prevede che Minniti creda veramente alle favole che gli ha raccontato il rais, favole degne di un venditore di tappeti in un bazar egiziano, ma si farebbe un torto alla sua intelligenza.
La seconda ipotesi induce al sospetto che Minniti faccia finta di credere alle assicurazioni di al-Sisi pur sapendo benissimo che gli sono state raccontate le solite balle.
Poiché si ritiene che Minniti sia una persona intelligente (anche se in questo caso di intelligenza ne basterebbe poca) molti osservatori ipotizzano che il nostro ministro si sia esposto al ridicolo riferendo consapevolmente balle altrui per salvaguardare gli interessi di imprese italiane, in particolare dell’Eni, che attinge ai grandi ritrovamenti di idrocarburi in prossimità delle coste egiziane.
In tutta questa tragica vicenda una cosa comunque sembra certa: anche se tutti intuiscono che gli autori dell’atroce delitto sono stati gli uomini dei servizi segreti egiziani, di cui al-Sisi ha il controllo, questa verità non sarà mai confermata ufficialmente, come non lo sarà quella sugli autori della sparizione di migliaia di giovani egiziani dissidenti del regime di al-Sisi. Perciò sembra una pia illusione la speranza del governo italiano che un atteggiamento tollerante verso le false verità del presidente egiziano consenta alle ditte italiane di continuare a fare affari e che il governo egiziano riesca a bloccare i flussi di clandestini verso l’Italia. Che è una pia illusione.
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