di SERGIO SIMEONE – La vicenda dello ius soli, per come si è conclusa, da una parte lascia l’amaro in bocca, dall’altra aiuta a capire alcune cose.
1. Il Movimento cinquestelle, soprattutto ora che è guidato da Di Maio, non solo non ha una ideologia, ma non ha alcun valore di riferimento . Ha solo l’obiettivo di conseguire il potere cavalcando l’onda della pubblica opinione. Emblematico è il diverso comportamento tenuto su due questioni entrambe classificabili come scelte di civiltà, il biotestamento e lo ius soli. Perché nel primo caso i cinque stelle hanno votato a favore e nel secondo hanno voluto addirittura impedire che il Senato potesse esprimere il voto? Semplice: perché, secondo i sondaggi , votando a favore del biotestamento si guadagnano voti, votando a favore dello ius soli si perdono.
2. Lo spirito dei 101 (quello che affossò la candidatura di Prodi alla Presidenza della Repubblica) è riapparso nel Pd. Mentre Manconi si batteva generosamente in un estremo tentativo di far approvare la legge, 29 senatori del suo partito lo pugnalavano alle spalle andando a dare manforte ai Cinquestelle con la loro assenza. Questo partito va somigliando sempre di più alla vecchia Democrazia cristiana nei suoi aspetti deteriori.
3. I sostenitori dello ius soli pagano l’errore di aver dato alla battaglia una impostazione verticistica, fatta di incontri tra stati maggiori, senza alcun tentativo di mutare l’orientamento della pubblica opinione. Quasi tutti gli italiani, infatti, anche i più favorevoli alla legge, l’ hanno vista come un atto di generosità verso “altri”. Bisognava chiarire, invece, che quando parliamo di ius soli non parliamo di “altri”, ma di noi, del tipo di società in cui vogliamo vivere , se aperta ed inclusiva o chiusa e xenofoba come l’Ungheria di Orban o la Polonia di Kazinsky.
4. E’ urgente che venga fuori un leader, che abbia il coraggio e l’intelligenza di nuotare contro corrente quando sono in gioco valori dalla cui affermazione dipende la qualità della società in cui viviamo. In Gran Bretagna Corbyn, subito dopo essere stato eletto segretario del Labour Party, andò a parlare, come primo impegno politico, ad una manifestazione di rifugiati, schierandosi chiaramente al loro fianco. Eppure il partito laburista, dopo anni di “prudente” gestione di segretari moderati , che lo avevano portato sull’orlo dell’estinzione, oggi viene dato vincente in tutti i sondaggi.
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