“Bufera Milan, inchiesta sulla vendita” titola questa mattina la Stampa di Torino, dando notizia di un’inchiesta che ipotizza una cessione della società a prezzo gonfiato e il successivo rientro di una “cifra sostanziosa”. Ipotizzato il reato di riciclaggio. “Nuova tegola giudiziaria sulla campagna di Berlusconi”, aggiunge il quotidiano. La stessa notizia compare sul Secolo XIX. La società rossonera è passata ad aprile 2017 dalle mani del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi all’imprenditore cinese Yonghong Li.
Secondo i quotidiani, la Procura di Milano avrebbe avviato l’indagine dopo aver constatato che la vendita del Milan era avvenuta ad un prezzo di almeno 300 milioni di euro (su 720) superiore al reale valore della società. Da lì erano partite una serie di verifiche per accertare il percorso dei flussi finanziari. Infine, “in gran segreto, nei giorni scorsi, i pm – scrive La Stampa – hanno avviato un’inchiesta che tra le varie ipotesi comporta anche verifiche sul reato di riciclaggio”.
A coordinare l’inchiesta, il pm Fabio De Pasquale, lo stesso che in passato aveva indagato Berlusconi per la frode fiscale sui diritti tv ma che lo aveva anche difeso nella vicenda della scalata ostile di Vivendi a Mediaset. Voci sulla compravendita ne giravano da tempo – ricorda il quotidiano – tanto che l’estate scorsa l’avvocato Niccolò Ghedini aveva consegnato in procura “i documenti per attestare la regolare provenienza del denaro cinese”. “Alla base dell’apertura dell’inchiesta avvenuta poche settimane fa – aggiunge – ci sarebbero nuovi documenti che dimostrerebbero esattamente il contrario”. “Da dove sia partita la svolta, al momento non è ancora chiaro – si precisa – . Una traccia, si deduce, che risalirebbe ai reali flussi di denaro partiti da Hong Kong”. (Ansa)
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Interviene il procuratore capo della Repubblica di Milano, Francesco Greco: “Allo stato non esistono procedimenti penali sulla compravendita dell’ A.C. Milan”. Greco spiega che sulla vendita del Milan, passato nell’aprile 2017 da Silvio Berlusconi all’imprenditore cinese Yonghong Li, “al momento non esiste alcun fascicolo”.
Nessun fascicolo esplorativo (a modello 45, senza titolo di reato e a carico di ignoti), né a modello 44 e quindi sempre a carico di ignoti ma con un titolo di reato. Il procuratore capo di Milano ha affermato che l’avvocato Niccolò Ghedini, legale del Cavaliere, non ha depositato in Procura “per conto di Fininvest” alcuna carta riguardo alla operazione e ha ripetuto di non aver ricevuto alcun dossier da parte dell’Unità Informazione Finanziaria di Banca d’Italia che ha la responsabilità dei controlli. L’Uif, ha riferito Greco, avrebbe anzi dato il via libera all’operazione non riscontrando, così come gli intermediari finanziari, alcuna irregolarità e non ha chiesto alcun intervento della magistratura milanese di procedere con il “freezing, cioè il blocco dei soldi”.
Dichiarazione dell’avvocato Ghedini. “Il giornalismo d’inchiesta è uno straordinario valore che va tutelato e incentivato perché è uno dei cardini, oltre che salvaguardia, di un sistema democratico. Quando però si utilizzano false notizie non già per informare ma per aggredire e danneggiare una parte politica durante una delicata campagna elettorale, non si tratta più di giornalismo ma di fatti penalmente, civilmente e ancor prima deontologicamente rilevanti”. (Ansa)
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