L’automotive 2017 al microscopio – Secondo i dati preliminari di ANFIA, a novembre 2017 la produzione domestica di autovetture supera le 64.000 unità, in crescita rispetto a novembre 2016 (i giorni lavorativi sono stati 21, come a novembre 2016). Nei primi undici mesi 2017, la produzione di autovetture registra una crescita tendenziale del 5% (quasi 700.000 vetture). La domanda interna ed estera hanno trainato finora la produzione domestica.
Immatricolazioni per comparto – A gennaio-dicembre 2017, il mercato italiano dell’auto ha riportato una crescita del 7,9% (-3,2% a dicembre) e le immatricolazioni del Gruppo FCA hanno registrato una quota di mercato del 28,5%.
Anche le immatricolazioni degli altri comparti, ad eccezione dei veicoli commerciali leggeri (-3,4%), presentano un segno positivo, in Italia, nell’intero 2017: +4,5% per gli autocarri, +20,3% per gli autobus, +9% per i rimorchi e semirimorchi pesanti e +0,5% per i rimorchi leggeri.
Le esportazioni – Nei primi dieci mesi del 2017, il valore delle esportazioni di autoveicoli dall’Italia risulta in rialzo del 13,6%. A ottobre 2017, le esportazioni di autoveicoli hanno raggiunto un valore di 2,33 miliardi di Euro (+17,4%), rappresentando il 5,9% di tutte le esportazioni, mentre le importazioni di autoveicoli valgono 2,98 miliardi di Euro (+11,9%), pari all’8,5% di tutte le importazioni italiane. Gli Stati Uniti continuano a rappresentare, in valore, il primo Paese di destinazione per l’export di autoveicoli dall’Italia, con una quota del 23%, seguiti da Francia e Germania, rispettivamente con una quota del 13% e dell’11%.
L’Anfia dichiara – “La produzione dell’industria automotive italiana nel suo insieme, riporta a novembre una crescita del 7%, che fa seguito al 10,4% di ottobre, al +5,2% di settembre, al -4% di agosto, al +7,8% di luglio, al +15,4% di giugno, al +11,4% di maggio, al +2% di aprile, al +13,4% di marzo, al +6,4% di febbraio e al +0,1% registrato a gennaio – dichiara Gianmarco Giorda, Direttore di ANFIA. Anche la chiusura dei primi undici mesi del 2017 rimane positiva, con una crescita tendenziale del 7,4%. L’indice della produzione industriale nel suo complesso cresce del 2,2% a novembre, mentre chiude il progressivo da inizio anno a +2,7%. Anche la produzione italiana di parti e accessori per autoveicoli e loro motori mantiene un segno positivo a novembre, con una crescita del 9,4% nel mese e del 7,4% nel periodo gennaio-novembre”.
Fatturato della componentistica – infine, chiude il mese di ottobre a +15,1%, soprattutto grazie a una componente estera in rialzo del 16,6% (+13,8% la componente interna). Nei primi dieci mesi del 2017, l’indice del fatturato della componentistica si mantiene in crescita del 9,3%, con una componente interna in rialzo del 12% (+6,2% il fatturato estero).
Gli ordinativi per il settore automotive nel suo complesso mostrano un aumento tendenziale del 3,6% a ottobre 2017 (dovuto ad una diminuzione dello 0,4% della componente estera e ad una crescita del 6,9% di quella interna), mentre nel cumulato da inizio anno la crescita tendenziale è del 7,4% (+6,7% nel mercato interno e +8,4% nel mercato estero).
Gli ordinativi totali dell’industria, invece, presentano un rialzo del 12,5% nel mese e chiudono il periodo gennaio-ottobre 2017 a +6,3% (+6,4% la componente interna e +6% la componente estera).
Il fatturato automotive – Si registra un aumento del 7,3% a ottobre e dell’8% nel progressivo da inizio 2017, grazie ad un fatturato estero in rialzo del 12,4%, mentre quello interno cresce del 4,6%. Per l’industria in senso stretto il fatturato risulta in crescita del 9,4% a ottobre, mentre la crescita si attesta al 5% nei primi dieci mesi dell’anno (con la componente del fatturato interno a +4,5% e quella del fatturato estero a +5,8%).
Le più vendute nel 2017 – Ecco la tabella di fonte CED Ministero dei trasporti che riunisce le dieci auto più vendute lo scorso anno (tabella a destra). Fra tutte, manco a dirlo, spicca la Panda. Guardando al solo mese di dicembre, al quinto posto troviamo la Jeep Renegade, con una cifra di venduto non molto lontana dalla piccola C3 della Citroen a dimostrazione che agli italiani piacciono fin troppo le grosse fuoristrada.
Omicidio stradale 18 mesi dopo – Primi bilanci a poco più di un anno e mezzo dall’introduzione della legge sull’omicidio stradale. Secondo i dati di polizia stradale e carabinieri — dal 25 marzo del 2016 al 29 ottobre 2017— sono stati 35 i guidatori arrestati in flagranza dopo incidenti stradali gravissimi e altri 576 sono stati denunciati alla magistratura. Altri cinque automobilisti sono stati arrestati per lesioni gravi o gravissime e altri 1.124 sono stati denunciati per lo stesso motivo. Calano di oltre il 20% i pirati della strada che si sono dati alla fuga e non hanno prestato soccorso dopo incidenti gravi. Un risultato di cui molti dubitavano, prima dell’approvazione della legge, sostenendo che con pene più elevate sarebbero aumentati i guidatori in fuga dopo incidenti gravissimi.
Le sentenze – Ora si rischia sino a 18 anni e dai tribunali arrivano le prime pesanti sentenze. A Messina, con rito abbreviato, un conducente è stato condannato a 11 anni per aver travolto, nel giugno del 2016, l’auto di Lorena Mangano, studentessa universitaria, morta in ospedale. La sentenza d’Appello è attesa per febbraio ma la pubblica accusa ha già chiesto la conferma del primo grado. «La nostra famiglia sente questa legge come profondamente giusta», spiega Stefano, fratello di Lorena, «perché ha inasprito le pene. Occorre però anche educare gli automobilisti.”
Incidenti diminuiti – Intanto, sempre secondo i dati di Stradale e carabinieri — nei primi dieci mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2016 — gli incidenti sono diminuiti del 3,3 per cento ma è aumentato il numero delle vittime dell’1,5 per cento. Un dato che sembra esiguo ma è allarmante perché l’Unione europea chiede una forte riduzione. «In Italia, entro il 2020, dovrebbero scendere del 50 per cento ma sarà molto difficile raggiungere questo obiettivo», argomenta Sgalla, «malgrado l’impegno delle forze di polizia negli ultimi anni sia stato notevolissimo per contrastare antiche piaghe come gli eccessi di velocità o la guida in stato di ebrezza. Basti pensare che grazie anche a strumenti come autovelox o tutor abbiamo inciso nettamente sul numero di vittime in autostrada e siamo passati da poche migliaia di controlli con etilometri a 1,2 milioni nei primi 10 mesi del 2017»
Quasi 39mila patenti ritirate – I controlli sono costanti e sono state ritirate anche 38.862 patenti, sottratti 2,5 milioni di punti e comminate 1,7 milioni di multe. In particolare, sono diminuite quelle per eccesso di velocità (-16,6%), mancato uso del casco (-16,6%) e guida in stato di ebrezza (-2,8%). A preoccupare, invece, sono i dati sulla guida mentre si usa lo smartphone (+9,7%), sul mancato uso delle cinture di sicurezza (+8,2%) e sotto effetto di droghe (+4%).
I giovani guidano peggio – Da una ricerca effettuata in Norvegia dall’Institute of Transport Economics e pubblicata su Frontiers in Psychology, risulta che gli uomini in giovane età sono i più distratti alla guida. I ricercatori hanno preso in esame due gruppi di persone: un primo composto da 1100 studenti di scuole superiori, un secondo da un campione di 617 uomini e donne rappresentativo della popolazione norvegese distribuendo dei questionari sulle distrazioni alla guida. È stato rilevato che le donne, soprattutto un po’ più adulte, riportavano meno disattenzioni. Viene così sfatata la convinzione che siano le donne al volante un pericolo costante. Sull’argomento citiamo un editoriale di Carlo Cavicchi su Quattroruote.it
Sostiene Cavicchi che oggi “siamo circondati da persone che guidano molto piano e molto male, e se ben guardiamo sono individui piuttosto giovani anziché attempati guidatori. Conducenti che lambiccano sul telefonino, che chiacchierano con i passeggeri non guardando la strada davanti, che staccano le mani dal volante per dar vita a goffi balli a ritmo di musica sparata al massimo. L’auto non è più considerato un mezzo di trasporto, bensì una scatola di ferro dentro cui si può fare tutto anziché stare concentrati”.
“Temo – prosegue Cavicchi – che si sia perso il senso del pericolo, quello che un tempo veniva soprattutto dalla tentazione di pigiare sull’acceleratore. Paradossalmente, adesso che quasi tutti vanno molto più piano che in passato, ci sono più rischi perché ci si sposta con la testa tra le nuvole, o comunque impegnata altrove. Anche le donne, si badi bene, non ne sono esenti. Telefonano quanto i maschi e molte volte manovrano sgraziatamente, però hanno più paura e spesso il loro procedere lentamente, e quasi sempre a centro strada, non è dovuto a distrazione ma piuttosto all’insicurezza che le porta a fare più attenzione a dove mettono le ruote”.
“I giovani – conclude Cavicchi – a mio personalissimo avviso guidano invece molto peggio che un tempo perché hanno tanta passione in meno per l’automobile: si credono esageratamente sicuri e liberi di fare quello più li aggrada, anche leggere il giornale come tanti sconsiderati al volante facevano una volta. Con la differenza che se già era pura follia sfogliare un quotidiano alla guida, figuriamoci sfogliarlo sul telefonino, magari contemporaneamente rispondendo a un post su facebook e mettendo la didascalia a una foto su instagram.
E non mi rassicura che la ricerca sia stata fatta in Norvegia, cioè tanto lontano da noi. Temo invece che scendendo verso sud i problemi aumentino invece che diminuire”.
Dove trovare auto da vip – Sul portale di annunci di auto AutoScout24, con 35mila euro si può, diventare proprietari della lussuosa Bentley Eight del 1986 appartenuta all’intramontabile Elton Jhon. Saranno stati, forse, i sedili in pelle beige o il rombo del potente motore da 6.750 cm³ a ispirare l’artista nella composizione di successi come Your Song o Goodbye yellow brick road?
Per chi invece ama viaggiare con il sottofondo di note “italiane”, con 9mila euro può guidare la Citroen 2CV Charleston immatricolata nel 1983 e appartenuta a Zucchero. Non avrà la potenza e il comfort della Bentley, ma sicuramente risulta “simpatica” e piacevole da guidare.
Ma c’è anche spazio per chi preferisce vivere l’esperienza da imprenditore di successo. Tra le vetture di Berlusconi, abituato a dover gestire “mille impegni”, non poteva mancare la resistenza e l’affidabilità del fuoristrada Range Rover, immatricolato nel 1988, ora in vendita a € 36.800 euro.
Commenta per primo